Automoto.it lo aveva scritto già cinque anni fa, prima di ogni ragionevole sospetto. Siamo nel 2015, Alfa Romeo sta lavorando, seppur in una fase a metà tra il sogno e il fantascientifico, a una nuova supercar con motore centrale a sei cilindri. Una sorta di sorellona maggiore della 4C: non è ancora nata, ma per tutti, lei, è la 6C. La conferma, bramata all'inverosimile, (soprattutto dagli alfisti che sì, esistono ancora, e sono pure parecchi), arriva il primo giugno del 2018.
Quando Marchionne presenta il piano di sviluppo fino al 2022, l'ultimo firmato dal manager italo-canadese. Tra le slide compare di nuovo una supercar marchiata Alfa Romeo. Che nel frattempo ha cambiato nome. Ora si chiama 8C, anche se il motore è rimasto lo stesso delle prime indiscrezioni di Automoto. Un V6 biturbo, forse abbinato addirittura a un motore elettrico sull'asse anteriore. Potenza complessiva del sistema ibrido: 700 CV. Insomma una bomba a mano. La casa di Arese (ma ha ancora senso chiamarla così, visto che al posto del suo glorioso stabilimento ora c'è il centro commerciale più grande d'Europa?) non solo tornerà a fare una coupé capace di rendere onore al suo grande e inarrivabile (almeno per i tedeschi) passato sportivo. Ma lo farà con un'auto all'avanguardia, potentissima e al passo coi tempi. Come se non bastasse i piani prevedono che la 8C venga affiancata persino dal remake di un'altra icona del Biscione, la GTV. Che sarebbe tornata sfruttando lo scheletro della Giulia Quadrifoglio, ma con trazione integrale, torque vectoring e ibrido mild.
Sappiamo bene come siano andate le cose, dopo la presentazione di quel mirabolante piano. I target dell'Alfa non raggiungeranno mai, neanche lontanamente, le aspettative - così finiscono per essere rivisti al ribasso. Giusto per darvi un dato: invece delle 400.000 Alfa previste dal piano precedente, quello del 2014, nel 2018 se ne vendono poco più di 120.000 (fonte Focus2move). In più molte risorse sono state spese per lo scorporo di Ferrari e la sua conseguente quotazione in borsa. E, così, dopo pochi mesi, il destino dell'Alfa Romeo cambia radicalmente. Il suo futuro, ora, parla la lingua dei SUV e non delle sportive. Si ripartirà con uno Sport Utility compatto di fascia C, il Tonale. Ma della 8C non c'è più traccia, né tantomeno della GTV. Ed è proprio qui, in questo preciso momento, che si apre la possibilità per Maserati. Sì perché ben presto diventa evidente che la prossima supercar del Tridente nascerà proprio dal progetto scartato dal Biscione.
È per questo che la MC20, presentata in pompa magna a Modena, nasconde al suo interno i geni (e non solo) dell'Alfa Romeo. La nuova supersportiva Maserati raccoglie fedelmente l'eredità della compianta 8C, con uno stile che, in un certo senso, si distanzia dalla tradizione Maserati. Ma che rimane incredibilmente elegante e squisitamente italiano. Forse addirittura sobrio e questa è una notizia in un mondo di supercar che sembrano pensare soltanto a come essere più cattive e aggressive (Ferrari comprese). E con un motore ri-progettato proprio dagli ingegneri modenesi. Che hanno tirato fuori dal cilindro un V6 biturbo delle meraviglie, capace di sprigionare 630 CV e 730 Nm. Ma soprattutto di girare fino a 8.000 giri - valore eccezionale per un motore sovralimentato - e di suonare in una maniera sensazionale (bisogna fidarsi di quanto ci hanno raccontato gli uomini che l'hanno plasmato). Una Maserati che nasce dalle ceneri di un'Alfa Romeo, come un'araba fenice.
E che al suo interno porta i segni di questa mutazione. Il volante, per esempio, è evidentemente derivato da quello della Giulia Quadrifoglio. Seppur sia stato modificato ad arte con una corona in fibra di carbonio, più spessa e rivestita parzialmente in Alcantara, le parentele rimangono piuttosto eloquenti. Numerosi dettagli, inoltre, tradiscono le parentele con gli altri prodotti del gruppo. Lo schermo che si trova al centro della plancia, ad esempio, è lo stesso utilizzato sulla nuova 500e. Non solo: le sospensioni sono a doppio braccio oscillante, in alluminio forgiato, con ammortizzatori attivi e prevedono l'asse di sterzo semi-virtuale, quindi con il braccio inferiore sdoppiato. Una caratteristica capace di restituire una precisione di guida ineguagliabile, ma anche un segno inequivocabile della parentela con Stelvio e Giulia a livello di schema sospensivo. Questa è la storia di una supercar morta, sepolta e resuscitata per diventare leggenda. La MC20, che costerà più di 200.000 euro, è pronta a sfidare Ferrari e Lamborghini, pur avendo una manciata di cilindri in meno. Ce la farà? L'alchimia è dalla sua parte. Perché lei è una supercar ipertrofica: ha l'intelligenza di una vera Maserati, con i muscoli di una Alfa Romeo.