Il governo guidato da Giorgia Meloni starebbe considerando l'idea di eliminare il superbollo, che, come gli appassionati di motori ben sanno, è il “nome in codice” della tassa aggiuntiva che viene applicata alle auto con una potenza superiore a 185 kW. Si dice che l'esecutivo stia esaminando la cancellazione di alcune microimposte che alla prova dei fatti sembrano avere un impatto limitato sulle entrate statali: anche se il Ministero dell'economia deve ancora stilare l'elenco definitivo delle tasse da abolire, sembra appunto che il famigerato superbollo sia tra le prime opzioni che il governo sta considerando.
Il superbollo è stato introdotto dal governo Berlusconi e implementato nel 2011 dal governo Monti con il decreto Salva Italia: prevede una quota extra annuale di 20 euro per ogni kW di potenza oltre i 185, con una riduzione graduale a 12 euro dopo 5 anni dall'immatricolazione, a 6 euro dopo 10 anni, a 3 euro dopo 15 anni e l'abolizione completa dopo 20 anni. Tuttavia, l'imposta aggiuntiva si è rivelata una sorta di boomerang e non ha avuto l'effetto desiderato in termini di aumento del gettito fiscale, dal momento che il crollo delle vendite di auto con potenze maggiori (che in molti hanno cominciato a scartare per non venire prosciugati dal bollo) ha portato a un minor introito per lo Stato rispetto a quanto era stato preventivato. Dunque una seccatura senza reale effetto concreto per le tasse pubbliche.
Fin dalla sua introduzione, il superbollo è stato oggetto di molte critiche e ci sono stati diversi tentativi (almeno a parole) di eliminarlo. Tuttavia, come sappiamo, fino a oggi è rimasto in vigore e continuerà a esserlo fino a nuovo ordine. Ci penserà l’ampia maggioranza a sostegno del governo Meloni a "graziare" gli appassionati di auto potenti?