Il 19 ottobre del 2016 Tesla annunciava che tutte le sue auto sarebbero state prodotte per accogliere un imminente sistema di Full Self-Driving, ovvero la guida completamente autonoma. I cosiddetti software over-the-air – quelli che garantiscono di aggiornare sistemi e funzionalità dell’auto come fosse uno smartphone – promettevano quindi a ogni possessore di vetture della compagnia di Elon Musk di avere presto accesso alla versione più completa e idealistica del pilota automatico.
Da allora, sono passati quattro anni, ci sono stati numerosi aggiornamenti del software over-the-air, tante nuove funzionalità, centinaia di annunci entusiastici di Musk, ma deve ancora arrivare una vera versione di Full Self-Driving. Attualmente Tesla garantisce il sistema Autopilot, che non è un vero sistema di guida autonoma, piuttosto una funzionalità che offre assistenza alla guida; vale a dire che è sempre necessaria l’attenzione e la supervisione del conducente, che deve essere pronto in ogni momento a intervenire.
Una differenza cruciale che troppo spesso ha dato adito anche a fraintendimenti, cattive interpretazioni e, nei casi più gravi, a incidenti. Il più clamoroso resta quello di maggio del 2016, quando in Florida il conducente Joshua Brown morì diventando di fatto la prima vittima da collegare alla guida automatica.
Altri problemi sono stati poi evidenziati da un recente hackeraggio del Tesla Autopilot, tutte ragioni che hanno spinto Musk a dare rassicurazioni circa i lavori in corso sul sistema, ma al contempo ad assicurare un approdo ormai certo. Qualche giorno fa il CEO ha pubblicato un tweet nel quale ha annunciato che alcuni “guidatori esperti e attenti” otterranno la versione beta di Full Self-Driving già da questa settimana.
Ma molti nel settore non sono del tutto convinti. Musk ha più volte promesso un aggiornamento completo delle funzionalità, ma il suo arrivo è stato rimandato molte volte. Circostanza che ha portato altri player del comparto automobilistico attivi nella guida autonoma a criticare l’approccio di Tesla, e sottolineare che le tempistiche reali sono ben diverse. Tra risoluzione di problemi emersi e lavori di perfezionamento – su un meccanismo così delicato, relativamente nuovo e potenzialmente rivoluzionario – non ha senso fornire date e lasciarsi guidare dagli annunci sull’onda dell’entusiasmo, spiegano i colleghi-rivali.
Tutte critiche giuste e osservazioni ponderate, ma probabilmente incompatibili con l’ormai incontenibile deriva ‘annunciazionistica’ del CEO di Tesla.
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