Comprate l’auto, entrate, vi sedete e prima di girare la chiave vi fermate e fate un bel respiro. L’odore dell’auto nuova è spesso impagabile. Un po’ come inghiottire la spesa e dirsi: “Sì, è stata la scelta giusta”. Per molti è un rito ormai entro nell’immaginario, ma forse bisognerà cambiare abitudini. Una nuova ricerca uscita per la rivista Cell Report Physical Science, dal titolo Observation, prediction, and risk assessment of volatile organic compounds in a vehicle cabin environment, ci avverte infatti sui rischi di quel mix di odori che tanti appassionati hanno imparato ad amare. Odori che impatterebbero sulla qualità dell’aria e quindi sulla salute dei passeggeri. Ecco qualche nome: acetaldeide, benzene, formaldeide, esalale e stirene. Se dette così non vi fanno effetto, soppiatte che molte di queste sostanze sono cancerogene e la loro presenza nel cocktail che dà all’auto nuova quell’odore a cui non vorreste mai rinunciare supera i limiti di sicurezza. Tra tutte le sostanze rilasciate attraverso il processo di degassificazione, è la formaldeide a preoccupare per l’eccessiva presenza, che supererebbe del 35% gli standard di sicurezza.
Il rischio cumulativo incrementale nel corso della vita (ILCR) per il cancro - la probabilità incrementale che un individuo sviluppi il cancro nel corso della vita a seguito dell'esposizione a un contaminante - causato da composti organici volatili respirati all’interno del veicolo nuovo dello studio è stato giudicato sufficientemente preoccupante da parlare di “alto rischio per la salute dei conducenti”, poiché l’ILCR supera il valore di 10 alla -6, la soglia oltre la quale si inizia a parlare di “potenziale rischio per la salute”. A essere più a rischio, ovviamente, è chi trascorre più tempo in auto. I passeggeri passano mediamente 1,5 ore al giorno in un’auto, subendo l’esposizione per una quantità di tempo relativamente ridotta. Tuttavia, ci sono individui che possono arrivare a trascorrere in auto anche 11 ore al giorno, come nel caso dei tassisti. Inoltre, anche l’esposizione al sole e i finestrini chiusi hanno un impatto sulla qualità dell’aria e sui livelli di ILCR. L’aumento delle temperature, infatti, aumenta il tasso di degassificazione dai materiali.