Per la prima volta, in quasi trent’anni di carriera, Daniele Silvestri ha deciso di raccontare sul palco il work in progress delle canzoni che faranno parte del (decimo) disco (in studio), in uscita il 9 giugno, e intitolato Disco X. Non perché fosse a corto d’ispirazione - tra i cantautori della sua generazione continua a essere tra i più prolifici - ma per sperimentare qualcosa di diverso, di non strimmabile a tutti i costi.
Avete presente quei brani giusto per far uscire qualcosa, per far sentire la presenza (specie in estate, che va di moda) a 2 e più voci. Canzoni che finiscono masticate e risputate nel giro di un paio di mesi (al massimo) fino a mortificarne la composizione. Senza contare che nel frattempo sono usciti dieci, quindici, venti feat. simili. Dall'altra parte potete metterci chiunque, tanto la musica è quella, i temi sono quelli. Da Fedez con Articolo 31 e Annalisa a Ultimo e Geolier (gasp! In arrivo). La ricetta perfetta, studiata a tavolino.
Ecco, avete presente tutto questo? Se no, state attenti a Intro X. Manifesto del disco (musicalmente ricco, che abbiamo ascoltato in anteprima) e benvenuto ironico talmente è esagerato il numero di feat. che Silvestri ci infila. Per la precisione, tutti i featuring del disco. Vale a dire Davide Shorty, Eva, Emanuela Fanelli, Franco 126, Frankie hi-nrg mc, Fulminacci (suo degno erede), Giorgia, i Selton e Wrongonyou. Tutto giocato sulla voglia di fare una canzone X, con degli ospiti X, che in fin dei conti non sanno cosa dire. Banalmente, quel genio di Silvestri. Sentite qui: “Per fare un sacco di clics ci vuole un ospite x/ dategli un foglio e una bic fatelo urlare nel mic/ per un miliardo di stream almeno un paio di feat/ fate partire sto beat non voglio uscire dal trip… Nessuna idea fenomenale da comunicare/ solo poche cose anche buttate lì/ nessuna pagina imperdibile da conservare che ce n’è già tante da confondersi/ nessuno storico primato da rivendicare/ tutto nella media...”.
L'analisi del cantautore romano, squisitamente ironica, e espressa proprio dai suoi famosi parlati-rappati, smonta in pochi minuti qualsiasi collaborazione appartenente alla suddetta categoria. Quel giochino tanto caro al mainstream, a caccia di hype e basta. E in ultimo senza scadere nell'effetto cazziatone, solo tanta stima.
Tra le altre canzoni da scoprire c'è Scrupoli, uno degli omaggi più o meno dichiarati a Lucio Dalla e alla sua Disperato erotico stomp. Qui però la fine di una relazione viene raccontata dalla parte femminile. Si passa poi al Talento dei gabbiani che butta un occhio al tritacarne dei talent show. Validi anche gli aiuti da casa, come Tutta, il singolo che ha presentato l'intero lavoro, nato da un'opera virtuale, immagini e parole di Paolo Poni, un libraio di Forlì. L'uomo allo specchio, il feat ricco di ritmo col figlio adottivo Fulminacci, che porta a una riflessione su sé stessi, sulla società e i cambiamenti. Arriva poi Mar Ciai che fa capire immediatamente il suo pensiero sul razzismo. Storie (anche di altri) di un cantastorie ultra cinquantenne, capace di fare musica che vada oltre i vostri like e le vostre stories su Instagram. Un’altra categoria.