“E quando ridi ci credo” è il verso più bello in una canzone italiana degli ultimi anni. Cesare Cremonini lo canta alla fine, con un sorriso che sa di pianto, di nostalgia, ma anche con una freschezza artistica, una pulizia, un’onestà che ricorda i grandi e che conferma quanto si dovrebbe iniziare a credere: Cremonini non è solo il più importante cantautore italiano, o almeno la cosa più simile a una vera star che abbiamo in Italia, ma ha una voce e una capacità di scrivere che sono di rilievo internazionale. Ragazze facili, che esce come singolo con un video del fotografo inglese Greg Williams, è il racconto della fragilità di un uomo che si nasconde dietro la leggerezza, le feste, la notte.
È la storia di un uomo che cambia e ne è consapevole. Si guarda allo specchio e se lo dice da solo. Ricordate Will di Un ragazzo, uno dei gioielli di Nick Hornby? Siamo lì: un uomo che è cresciuto “conquistando” ma mai lasciandosi conquistare e che di fronte alla prova più difficile per un uomo, parole di Cremonini, non sa che fare e quasi sicuramente finirà per sbagliare.
Tornerà alle “ragazze facili”, un’invenzione, ragazze che non esistono, fantasmi delle sue paure di uomo che non ha ancora imparato ad amare, proiezioni. Di ragazze facili non solo non ne esistono, ma le ragazze facili sono un modo per autodefinirsi un “ragazzo facile”, che può sopravvivere a tutto il dolore. Ma cos’è che gli uomini non hanno? Il coraggio, la sensibilità? La forza di impegnarsi? Il tempo? Niente di tutto questo. La paura, che annebbia tutto, diventa un’abitudine, un modo di andare avanti.
Greg Williams lo traspone in bianco e nero raccontando una storia semplice, ambientata a Londra, fatta di piccole abitudini che il protagonista, Cesare, non avrebbe mai voluto perdere. Ma se non le avesse perse avrebbe capito quando stava sbagliando? Qual è la dialettica personale che tiene insieme il trauma e la consapevolezza, la scoperta di sé e la sensazione di essersi fatti sfuggire la persona più importante, la relazione cruciale.
È vero, come si legge nella presentazione, sono “allucinazioni emotive” quelle di Cesare in metro, in taxi, per strada, nei bar. In quei luoghi facili che la persona giusta ha reso difficili, articolati, caleidoscopici. Ora, invece che una fuga dal “senso della vita” sono impregnati di senso, zuppi di esperienze vere, radicali. Di amore radicale.