image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

“Guerra” di Céline è l’anticamera di un genio. Ma dove caz*o sono finiti gli scrittori come lui?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

13 luglio 2023

“Guerra” di Céline è l’anticamera di un genio. Ma dove caz*o sono finiti gli scrittori come lui?
Louis-Ferdinand Céline non ha rivali. In quello che fa, cioè sprezzare la guerra, impastare la sua rabbia al sangue e denunciare costantemente gli orrori e la morte. “Guerra”, uscito per Adelphi, è totale, un po’ come i “Marginalia” di Poe (sempre Adelphi). Guardiamo dentro la testa di un genio, troviamo quel suo rumore, e capiamo perché oggi non c’è più un Céline. E soffriamone

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

«Cazzo, mi faccio io, Ferdinand. Non mi creperai mica adesso che il peggio è passato!». In Louis-Ferdinand Céline c’è del rumore di fondo. Lo sentirà in testa per tutta la vita e lo senti anche tu fin dalle prime pagine di Guerra (Adelphi, 2023), la trascrizione di una prima stesura di un romanzo posteriore a Viaggio al termine della notte. Una «tempesta» che si «porta appresso» che sbudella la sintassi, le immagini, il movimento degli occhi. Forse, anzi, i rumori sono tre. C’è un rumore esterno, le sue urla di dolore; un rumore interno che lo accompagnerà per sempre; infine un rumore della lingua, che per questo è come se fosse parlata, ascoltata dalle pagine del libro, con una cadenza pesante, magari tirata ai bordi dall’alcool. Guerra di Céline non è una vera storia, né un tentativo di mettere ordine alle cose. Ma se l’America ha avuto La stanza enorme di E. E. Cummings (1922), la Francia può ora raddoppiare. Oltre al Viaggio questo nuovo mucchio di frasi scritte a mano, alcune delle quali di difficile trascrizione e comprensione (alcune parole, sfortunatamente, sono illeggibili). In un certo senso esulando dalla sfera letteraria, la fortuna di questo ritrovamento, a sessant’anni dalla morte, restituisce però – è la prima volta – un’immagine della Prima Guerra Mondiale fatta della stessa sostanza dei dilaniamenti e del disincanto, oltre che della solitudine. E in qualche modo questa sensazione, «alla fine sembrava rimasto solo il sottoscritto in quello schifo di avventura», si replica nel panorama letterario. Céline è solo, dotato di una scrittura esclusiva, storpia, che vive appunto di malelingue. 

Guerra di Louis-Ferdinand Céline
Guerra di Louis-Ferdinand Céline

Certo, a volte la sua rabbia vale più della sua scrittura, ma il modo in cui la realtà cede spazio alla fantasia, come un sole che tramonta nel fantastico, nell’invenzione, compensa lo scarto che a volte c’è tra gli eventi vissuti e le parole, quasi sempre brutali, usate da Céline. È giusto notarlo, pensando alla Prima Guerra Mondiale. Céline non è Ungaretti. Non ha bisogno di esserlo, ma è importante rimarcarlo. Céline non ha l’intelligenza di Cummings, né le parole del nostro poeta. Ma non importa. Céline ha quel rumore nell’orecchio, l’acufene, che tra tutti i suoni è il più sottile, il più tagliente. C’è chi ha tentato, attraverso Guerra, di ricostruire la vita dello scrittore francese, tornando anche sull’ipotesi di una figlia avuta con un’infermiera, che avrebbe ispirato il personaggio di L’Espinasse, sostanzialmente una dominatrice. Nulla di più sbagliato. Ciò che serve tenere a mente è, al massimo, il coraggio, la foga, la fame, le medaglie all’onore. Céline scrive come vive la guerra e vive la guerra come una forma di scrittura. Sbarra, collega, taglia, riscrive, setaccia, corregge, sbaglia, cancella. E lo fa con impeto, quasi una forma di drammatico entusiasmo. È esattamente ciò che manca oggi. Quella tetra forza che la scrittura dovrebbe avere. Insomma, dove sono finiti gli scrittori come lui? Saint-Exupéry era un trasvolatore, Hemingway è stato un pugile, un abile cacciatore (a soli dieci anni), un volontario della Prima Guerra Mondiale in Europa e molto altro ancora. Potremmo continuare. Il dissidente Lorca, il morto di fame Corso, il vagabondo orfano di madre (assassinata) James Ellroy e così via. Oggi chi abbiamo? Forse è questo il punto. Guerra di Céline è un manoscritto che, nonostante i propri limiti, apre le porte del retrobottega della mente, in quello spazio oscuro alimentato dall’oscurità. Oggi l’oscurità è ipotecata a favore dei follower, del Premio Strega. Quando non lo è diventa finta, fatta per giustificare il fatto di essere rimasti incastrati nella nicchia. Allora ecco perché leggere Guerra e ringraziare Adelphi. Un libro imperfetto, potente, che potrebbe essere la più grande novità di quest’anno letterario a livello mondiale. La cura e la dedizione di Adelphi si maniera altissima. Lo stesso, purtroppo, non si può dire della contemporaneità. 

Louis-Ferdinand Céline
Louis-Ferdinand Céline

More

Addio a Milan Kundera, scrittore insostenibilmente pesante ma necessario (a piccole dosi)

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Scrittori del Novecento

Addio a Milan Kundera, scrittore insostenibilmente pesante ma necessario (a piccole dosi)

Adelphi ripubblica il capolavoro sulla scienza di de Santillana, oggi lo chiamerebbero “complottista”

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Intellettuali eretici

Adelphi ripubblica il capolavoro sulla scienza di de Santillana, oggi lo chiamerebbero “complottista”

Houellebecq non è invecchiato male, è sempre stato vecchio. E “Qualche mese della mia vita” dimostra il bluff

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Giù la maschera

Houellebecq non è invecchiato male, è sempre stato vecchio. E “Qualche mese della mia vita” dimostra il bluff

Tag

  • adelphi
  • Letteratura
  • Libri
  • Louis-Ferdinand Céline

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…

    di Domenico Agrizzi

    Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…
  • Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

    di Gianmarco Aimi

    Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

MOW Goes To Social Music City: il top dell’elettronica in Romagna tra Rimini Beach Arena e Cocoricò di Riccione

di Cosimo Curatola

MOW Goes To Social Music City: il top dell’elettronica in Romagna tra Rimini Beach Arena e Cocoricò di Riccione
Next Next

MOW Goes To Social Music City: il top dell’elettronica in Romagna...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy