image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Houellebecq non è invecchiato male, è sempre stato vecchio. E “Qualche mese della mia vita” dimostra il bluff

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

1 giugno 2023

Houellebecq non è invecchiato male, è sempre stato vecchio. E “Qualche mese della mia vita” dimostra il bluff
L’ultimo libro di Michel Houellebecq dice quello che nessuno ha avuto mai il coraggio di dire sul suo autore: un grande bluff. Houellebecq è nato obsoleto e non è mai stato davvero eretico. Alla moda, allettante per chiunque mastichi un po’ di letteratura, ma senza grandi meriti. E questo libro lo dimostra, tra vittimismo e giustificazioni, spaventato dai bei tempi andati in cui finiva in prima pagina

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

La potremmo chiamare età dell’elio. Finito di sfogare i propri naturali pensieri, lo Scrittore prende il palloncino e fa una bella tirata, nella speranza di ricaricarsi: ma quello che esce è una parodia della sua voce, per di più autoinflitta. Qualche mese della mia vita (La Nave di Teseo, 2023) è l’acuto comico di uno scrittore che ha saputo ingannare tutti, persino se stesso, convinto di essere qualcosa che non è mai stato: se non giovane, almeno ribelle.

Un volumetto scritto di fretta, un tentativo di accampare scuse per alcuni degli ultimi eventi che lo hanno investito, dalla lite con il filosofo Onfray, altro acrobata del nulla come lui ma – proprio come lui – molto quotato, al rischio di finire nei manifesti 100x140 con un porno d’autore in cui un vecchio tenta una cosa a tre con sua moglie e un'altra donna. Qualcosa che, nella sua testa, sarebbe dovuto finire solo su OnlyFans. Sarebbe stato ingannato dalle clausole scritte in piccolo nel contratto. Ironia: uno scrittore fregato per non aver letto.

Ha tentato anche una causa e nonostante le poche speranza questo libro si inserisce nel grande tentativo di boicottare l’oblio a cui si sente destinato e che sta affrontando con enorme dramma (molto più di quello che ci aspetteremmo da uno come lui). Gerard Depardieu, d’altronde, lo ha caricato a molla. Così il pupazzo Houellebecq tenta invano di alimentare la sua fama pedalando a vuoto sulla bicicletta scassata delle sue contraddizioni: l’animale feroce impegnato per una vita a smontare il politicamente corretto fa la lista della spesa delle sue giustificazioni (e quando fece arrabbiare i mussulmani, e il raggiro per fargli girare un filmino erotico, e perché si possa ancora lottare contro l’eutanasia...).

Michel Houellebecq in una delle scene del filmino erotico
Michel Houellebecq in una delle scene del filmino erotico

Poco più di cento pagine per mostrare in tutte le sue sfumature la sua neanche troppo originale forma senile di vittimismo: è stato raggirato, frainteso, messo da parte. Nonostante questo, comunque convinto che si possa credere alla gente più che alle idee: “Tutto sommato, l'effetto principale di questi ultimi mesi è stato quello di rafforzare e di confermare definitivamente in me una vecchia tendenza. Non credo nelle idee, credo nelle persone”. Lo dice mentre nega qualsiasi carità interpretativa dei suoi lettori e soprattutto dei suoi critici. Anche questo, ovviamente, poco originale. Spesso i criticoni vorrebbero essere impermeabili alle critiche. 

Leggendo questo libro ci chiediamo: ma quand’è che Houellebecq è invecchiato? Non ce ne siamo accorti? A leggere il suo Annientare (2022) ci sembrava tutto ok, solita anima nera. E invece ora ce lo ritroviamo sincero e trasparente, persino conciliante a tratti. Insomma, obsoleto. Semplicemente senza più energia. Possibile che un anno faccia così tanto? Ovviamente no.

Michel Houellebecq
Michel Houellebecq

Houellebecq ha sempre giocato al ribasso girando intorno alle solite quattro idee, scritte nel solito modo, nella speranza di poter apparire nei giornali e nelle discussioni su qualsiasi tema di attualità pescando nel cesto. Nulla di male fin qui se solo non ci si accontentasse di avere delle idee, puntando invece ad averne anche di intelligenti. Ma mai chiedere a un uomo stanco come Houellebecq di sforzarsi. Eccolo il grande bluff. A metà tra il voler essere un maledetto e il non voler passare per una maschera (mi si nota di più se faccio il marcio o se dimostro di essere marcio davvero?), lo Scrittore dà alle stampe la sua excusatio non petita.

Houellebecq è un po’ come quei bar ecosolidali che fanno pagare i frullati dodici euro e servono cappuccini di soia, perché sono cruelty free, ma aprono alle 9:30 del mattino, appunto per chi non ha niente da fare, mentre il piccolo bar tabaccheria è aperto dalle sei, pieno di operai onnivori e poster ingialliti. Allo stesso modo, lo Scrittore prossimo al pensionamento deve tirare i remi della pantomima in barca e ammettere che sì, l’anticonformismo non l’ha mai trovato aperto; passava di lì, ma l’intelligenza letteraria del francese aveva ancora le saracinesche chiuse. Avrebbe aperto con comodità alle 9:30, in tempo per passare di moda.

Michel Houellebecq
Michel Houellebecq

More

Ma Postorino è davvero brava? Il romanzo candidato allo Strega è un fallimento in cui la Storia passa per scema

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Arrivano le Streghe?

Ma Postorino è davvero brava? Il romanzo candidato allo Strega è un fallimento in cui la Storia passa per scema

“La Malnata” di Beatrice Salvioni mima altri libri per entrare in certi salotti. Era questo l'intento? Centrato!

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Stroncature "sinistre"

“La Malnata” di Beatrice Salvioni mima altri libri per entrare in certi salotti. Era questo l'intento? Centrato!

Tasmania, il romanzo sul clima di Paolo Giordano, è deprimente e poco intelligente. Ma va di moda

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Recensioni

Tasmania, il romanzo sul clima di Paolo Giordano, è deprimente e poco intelligente. Ma va di moda

Tag

  • Letteratura
  • Libri
  • Michel Houellebecq

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…

    di Domenico Agrizzi

    Abbiamo visto “Havoc” su Netflix con Tom Hardy: ma com’è? Oltre alle scene d’azione, rimane la città di cartone (digitale) e i finti inseguimenti in auto. E con l’IA che arriva ci dovremo abituare…
  • Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

    di Gianmarco Aimi

    Concertone del Primo maggio addio? Da festa dei lavoratori a playlist Spotify: mancano solo scazzi e amorazzi nei camerini e il televoto finale. A quando la direzione artistica di Maria De Filippi?

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Daniele Silvestri vi percula: la magistrale lezione sui feat. studiati a tavolino

di Maria Francesca Troisi

 Daniele Silvestri vi percula: la magistrale lezione sui feat. studiati a tavolino
Next Next

Daniele Silvestri vi percula: la magistrale lezione sui feat....

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy