Da inno dei mondiali del ’90 a inno degli Europei 2020 (svoltisi nel 2021). La musica a volte segue strade irrazionali, quasi carsiche, e può accadere che una canzone relegata nella nostalgia dei genitori possa diventare simbolica per generazioni che 31 anni fa neppure erano nate. È quel che è successo con "Un’estate italiana", che senza apparente motivo ha iniziato a circolare tra gli Azzurri dopo le prime vittorie – a meno che non siano stati Mancini, Vialli e il gruppo degli ex Samp a condividere la loro playlist - e si è trasformata in una evocazione senza tempo alla quale affidarsi per augurarsi i migliori auspici della Nazionale.
Scritta da Giorgio Moroder e adattata e interpretata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato è così passata senza risultare inattuale da Baggio e Schillaci a Insigne e Jorginho. Sulla meglio conosciuta come “Notti magiche” è intervenuto proprio uno degli artisti che l’hanno portata al successo. Parliamo di Edoardo Bennato, che ci ha inviato un video proprio per spiegare com’è nato quel brano e che cosa ha rappresentato nella sua carriera, non soltanto dal punto di vista del successo commerciale: «Quando il mio amico Franco De Lucia disse "guarda che Caterina Caselli e Gianna Nannini vorrebbero da te il testo della canzone che sarà l’inno dei Mondiali di calcio", gli risposi: Ma sei pazzo? Cantavo e scrivevo senza manager e produttori, ero sempre in antitesi. Facevo tutto da solo. Vivevo circondato dagli amici del cortile, nel quartiere napoletano di Bagnoli c’erano persone di tutti gli accenti. Non avvertivo la contrapposizione Nord-Sud, ero libero di ridicolizzare tutti. Venni perfino licenziato dalla casa discografica dopo l’album "Non farti cadere le braccia" e iniziai a suonare per strada con armonica, tamburo e chitarra. Un’area politicizzata mi elesse idolo dell’insoddisfazione giovanile in Italia. Ero convinto che "Notti magiche" non me l’avrebbero perdonata, ma Caterina e Gianna mi convinsero».