Gianluca Matarrese, il teatro, il cinema, Il Quieto Vivere. Abbiamo invitato il regista e sceneggiatore a La Terrazza By Atlas Concorde durante la Mostra del cinema di Venezia e con lui abbiamo parlato di passato, presente e futuro. Matarrese fa film da anni, circa dieci, (è stato recentemente al Sundance con il suo “GEN_”, unico italiano in concorso) è autore, regista e soprattutto un pensatore. Un artista che torna per la quarta volta a Venezia e ci ha raccontato il suo film Evento speciale fuori concorso alla Giornata degli autori.
Il Quieto Vivere nasce da una storia vera, vissuta tra le mura della mia famiglia. In un borgo calabrese dove il rancore è quotidiano e il conflitto è sacro, racconto la guerra domestica tra due cognate, Luisa e Imma. Attraverso un linguaggio che fonde documentario, finzione e teatro, metto in scena un universo chiuso e iper-reale, dove ogni lite è una performance e ogni pranzo un campo di battaglia. Con ironia e crudeltà, esploro l’anticamera del crimine, quel momento sospeso in cui la tragedia del reale può ancora essere evitata, forse, grazie al cinema.
(Gianluca Matarrese)

Matarrese ci ha anche detto che capisce meglio se stesso in ogni film che fa. Scena dopo scena, volto dopo volto, con una precisione quasi 'ossessiva', come ha detto lui, il suo cinema si compie e ne Il Quieto Vivere mette insieme tutto: famiglia, letteratura e storia greca, lo sguardo verso il domani. Il film parte da Matarrese, certo, ma arriva dappertutto con ironia, con delle idee come non le vediamo spesso al cinema. “Il percorso per fare un film può essere terapeutico, ma per me è importante essere universali”. Origini e mito si intrecciano in un film che sa essere tante cose, pieno prima di tutto, come la produzione vasta e dinamica del suo autore, Il quieto vivere che dai canti delle donne, dalle radici della storia fa pensare anche all'oggi. Ma attenzione, dietro l'arte di Gianluca Matarrese si nasconde anche una forte attrazione per il contemporaneo. “Io posso sembrare molto classico, ma in realtà sono pop”. Durante il nostro incontro siamo arrivati a parlare anche di sogni, come quello di fare un film su uno dei volti televisivi più amati di sempre. “Il mio sogno è quello di fare un film d’autore, cinematografico, su Maria De Filippi”, ci ha detto. E l’intelligenza artificiale? Una risorsa, se usata bene. In fondo è arte anche dare un giusto prompt, capiamo. Tra tecnologia e simboli antichi, con Matarrese si è discusso anche di “fortuna”, ma soprattutto di fatica nel fare (bene) questo mestiere e andare avanti, nonostante là fuori ci sia ancora chi parla di belle coincidenze, quando, come ci ha ricordato il regista, la storia è un’altra. Si chiama duro lavoro e amore per il cinema.
