Certo che negli ultimi anni al San Carlo deve esserci stato tanto lavoro da smaltire, più di sempre, più di quanto si credesse all’inizio, visto il numero di nomine fatte per cariche non presenti nello Statuto della Fondazione del teatro napoletano. La nostra inchiesta ha portato alla luce le varie cariche poco chiare che girano intorno al periodo di sovrintendenza di Stephane Lissner, da aprile felicemente fuori dall’ente. Vi abbiamo parlato della nomina diretta di Michele Sorrentino Mangini, nominato Direttore artistico delle Officine di Vigliena. Ci siamo chiesti se il suo incarico fosse pulito, dal momento che si tratta del figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere. Ci siamo chiesti anche se non si siano presentate incompatibilità con il suo ruolo di docente al Conservatorio di Pescara, oggi, e al Conservatorio di Benevento (quando venne chiamato a collaborare con il San Carlo). Ci siamo anche chiesti perché facesse spettacoli alle Officine, ufficialmente dei laboratori, senza che ci fossero le autorizzazioni per ospitare pubblico agli ex stabilimenti Cirio di Vigliena. Sorrentino Mangini, poi, era lo stesso candidato nella lista di centrosinistra di Gaetano Manfredi alle scorse comunali, ma non riuscì a ottenere una poltrona. Insomma, troppo si è mosso in questi anni. Ma a queste domande ci siamo in parte risposti guardando al ruolo della madre, Emmanuela Spedaliere, nominata per la carica che sta ricoprendo dal 2020 da Lissner stesso, che per lei ha inventato un ruolo (e un compenso praticamente da Sovrintendente) non presente nello Statuto. C’è poi un’altra nomina che qui ci interessa ricordare (ma ne sono molte altre e qui ve le abbiamo riassunte), quella di Ilias Tzempetonidis, Direttore area artistica e Direttore casting per la Fondazione, altra carica inventata ad hoc per lui, che con Lissner aveva comunque già collaborato prima del San Carlo a La Scala di Milano. Tutte nomine dirette, per manifestazione d’interesse del Sovrintendente.

Dicevamo, c’è molto da fare, sì, perché a guardare le scelte prese da Lissner sembra proprio che, in area artistica, di lavoro ce ne fosse fin troppo, così tanto da non poter essere gestito dalle figure immaginate da statuto. Le nomine appena riepilogate, in effetti, seguono una logica, e a queste se ne aggiunge un’altra, di cui vi parleremo tra poco. Andiamo con ordine. Stephane Lissner diventa Sovrintendente della Fondazione Teatro San Carlo nel 2019, dopo le esperienze a Milano e all’Opéra di Parigi. Come Sovrintendente, da regolamento, può nominare un Direttore artistico, ma, forse con un leggero eccesso di consapevolezza, sceglie di accentrare su di sé due cariche, quella di Sovrintendente e quella di Direttore artistico, aggregando così, tra le altre cose, anche due stipendi. Il problema? Pare che entrambi i ruoli fossero troppo impegnativi, così scelse nel giro di un anno, il 2020, di nominare due bracci destri, uno che svolgesse, di fatto, dei compiti analoghi a quelli del Sovrintendente (salvo l’impossibilità di firmare gli atti ufficiali, competenza che restava esclusiva di Lissner), e uno che facesse da Direttore artistico, con uno stipendio da Direttore artistico, del San Carlo: Emmanuela Spedaliere e Ilias Tzempetonidis appunto. Entrambe le cariche, quella di Direttore generale e quella di Direttore casting, vennero immaginate proprio per coadiuvare la “Direzione della Fondazione” (e cioè Lissner), ma non erano previste in partenza. Non è chiaro perché, già così, se la fatica era troppo, Lissner non si sia limitato ad affidare il ruolo di Direttore artistico, per cui percepiva lo stipendio, a una persona diversa da se stesso, potendosi così concentrare sull’attività di Sovrintendente (e scoprendo magari di non aver bisogno neanche di Spedaliere).

Fin qui vi abbiamo raccontato tutto. Ma, en passent, vi avevamo accennato anche a un’altra figura, che fa parte, come si diceva poco fa, di questa logica della compensazione in area artistica. Infatti, nel 2023, Lissner scelse di nominare una terza figura, con competenze specifiche per l’area artistica, che rispondesse esclusivamente alla Direzione della Fondazione, e cioè a Lissner, Spedaliere e Tzempetonidis, responsabile dell’area, e che potesse ricoprire il ruolo di “Direttore dell’Organizzazione della produzione artistica” dal 2023 a dicembre del 2025. La persona scelta fu Fedora Sorrentino, attualmente stabile al Teatro di Palermo. Sorrentino, nello stesso anno (e con vari mesi di anticipo rispetto alla nomina di Lissner, avvenuta il 13 novembre del 2023), era finita al centro di una polemica per via dei suoi legami con Guido Mulé, con cui, come riportava La Stampa, si sosteneva avesse una presunta relazione. Mulé, ai tempi, era da poco diventato Direttore generale della Città metropolitana di Torino, dopo un biennio come Direttore generale del Teatro Regio di Torino, dove si presumeva che Fedora Sorrentino potesse approdare. Tant’è che una lettera anonima dei dipendenti del Regio aveva accusato Sorrentino di essere stata avvantaggiata per via di presunti favoritismi. Non solo. Sorrentino, in effetti, aveva avuto prima del 2023 un’altra esperienza al San Carlo, come Direttore di produzione dal 2015 al 2017, negli stessi anni in cui Mulé era Direttore Risorse Umane e Responsabile della Trasparenza (anche in questo caso, come abbiamo sottolineato per Maria Pia Gaeta, due cariche che secondo l’Anac sarebbe meglio tenere separate). Altra coincidenza. Il nome di Sorrentino circolava negli ambienti teatrali torinesi negli stessi anni in cui non solo Mulé era dirigente prima del Teatro Regio e poi della Città metropolinata, ma anche Rosanna Purchia, che fu Sovrintendente del San Carlo negli anni in cui Sorrentino ricevette l’incarico a Napoli, aveva avuto due ruoli fondamentali nel capoluogo piemontese, quello di Commissario speciale proprio del Teatro regio e poi quello di Assessore alla Cultura, carica che ricopre tutt’ora. Insomma, un fortunato allineamento d’astri, che fece allertare alcuni dipendenti del Teatro Regio e che, ora, ha allarmato molti dipendenti del San Carlo. A prescindere da questo, tuttavia, ciò che sorprende è la necessità di così tanti nuovi ruoli proprio sotto la direzione Lissner, che ha ampliato e speso moltissimo per diversificare gli incarichi dell’Area artistica, tenendo per sé la carica principale e inventando non una, ma addirittura due cariche, una da affiancare a Spedaliere, quella di Ilias Tzempetonidis, e una da porre sotto il collega greco, quella di Sorrentino. Erano tutte nomine così necessarie?