Vivere sulla stessa onda è viaggiare parallelamente, stessa direzioni, linee di pensiero. “Sulla stessa onda” è passare attimi in simbiosi con un’altra persona, fermare il tempo come stanno facendo Elvira Camarrone e Christian Roberto, i due protagonisti del nuovo film di Netflix uscito sulla piattaforma il 25 marzo. Una storia d’amore fuori dai canonici schemi. Un amore delicato tra Lorenzo, giovane istruttore di vela, e Sara, alunna testarda affetta da distrofia muscolare.
Il film, diretto da Massimiliano Camaiti, è la spensierata leggerezza di due ragazzi che per amore sono costretti a diventare adulti. La potenza dei loro sguardi, l’attento studio al dettaglio e la complicità di Elvira Camarrone e Christian Roberto li ha fatti subito balzare al primo posto dei film da vedere in Italia e nella top 10 della stragrande maggioranza dei paesi esteri. Un successo dettato dalla forte volontà dei due di immedesimarsi davvero nella propria parte, anche attraverso lo studio della malattia genetica. Il regista, infatti, per far capire davvero la situazione in cui si trovavano, li ha portati nel Centro Distrofia Muscolare di Palermo dove Elvira Camarrone, ci ha detto - commossa, durnate l’intervista - di aver davvero capito cosa significasse interpretare quella parte. Il mare unisce ciò che la terra divide, dalla Sicilia a tutto il mondo, Elvira e Christian tengono i piedi ben saldi per terra, perché si può volare anche con la mente, cavalcando insieme il mare, sulla stessa onda.
Siete giovanissimi ma avete già un sacco di esperienza, come è nata la vostra passione?
Elvira: In realtà partiamo entrambi dal mondo della danza, a un certo punto arrivi a un livello in cui ti piace talmente tanto che inizi a farne di diversi tipi. Così, ho frequentato un corso di danza creativa a Palermo. Tramite la mia insegnante mi sono avvicinata al teatro, che era una passione che già coltivavo da piccola.
Christian: Come tutti i maschi, da piccolo ho iniziato con la scuola calcio. Il mio momento preferito, però, era l’esultanza dopo il gol e quindi mio padre capì che la danza era quello che volevo fare. Per gioco a sette anni ho imitato Michael Jackson ad Italia’s Got Talent arrivando alle fasi finali. Lì mi ha chiamato un’agenzia di cinema e spettacolo. Da lì è partito tutto.
Vi siete conosciuti sul set?
Christian: Sì, un anno e mezzo fa, dal primo provino c’era già l’intesa. È stato bravo il regista a percepirlo.
Elvira: Inizialmente fai i provini di coppia poi lo fai con altri, e alla fine ci hanno scelto. Ci siamo capiti fin da subito.
Sono stati giorni frenetici, come ve la siete gestita?
Elvira: Considera che io dovevo venire a Roma per promuovere il film e alla fine sono rimasta quindici giorni, è stato strano, pensavo di stare qua solo per questioni di promozioni e si sono messe di mezzo mille cose che mi hanno fatto restare stravolentieri.
E i vostri genitori?
Elvira: L’hanno presa un po’ così, la più piccola di casa che va via, però sono molto contenti e penso di averli resi fieri. In realtà è tutto strano, non abbiamo ancora realizzato, appena uscito lo abbiamo visto e dopo una passeggiata Christian mi ha detto: "te ne rendi conto di cosa abbiamo?". Ancora no, non l’ho fatto e non abbiamo alcuna fretta.
Christian: Anche i miei super contenti è vero che sono già abituati però è comunque un film protagonista per Netflix, una bella botta.
Domanda flash: siete fidanzati?
Christian: Vogliamo tenere il mistero, vorremmo creare un qualcosa tipo "Speriamo di sì, speriamo no".
Elvira: A prescindere dal fatto fidanzati o meno, siamo legatissimi, passiamo un sacco di tempo insieme.
Come vi siete preparati per affrontare al meglio la vostra parte?
Elvira: Siamo andati al centro distrofia muscolare di Palermo, sicuramente è stato tantissimo di aiuto. Prima avevo fatto uno studio molto teorico, mi ero documentata, visto video su internet, guardare con i tuoi occhi la realtà è ben diverso, questo incontro è stato molto di aiuto e molto commovente. Questi ragazzi avevano una voglia di vivere incredibile, sempre con il sorriso, non un filo di tristezza. È stato emozionate. Mi ha aiutato a definire la psicologia del personaggio, lo pensavo come una persona triste, e invece non lo è. Il mio obiettivo principale era però non mancare di rispetto a nessuno, avevo costantemente paura di essere troppo o troppo poco. Oggi mi sono resa conto che non è avvenuto perché tantissimi mi hanno scritto ed è stato un sospiro di sollievo.
Christian: Il mio era diverso, dovevo immedesimarmi nello stare accanto a Sara, ho intrecciato il ruolo di Lorenzo a Christian, mi sono fatto un po’ di riferimenti miei. Mia sorella soffre di una scoliosi grave, porta un busto 23 ore su 24 e lei come Sara (Elvira Camarrone, nda) ha una sua passione che non può praticare. Avendola in famiglia posso capire cosa voglia dire non poter portare avanti una cosa che ami. Nel film Lorenzo è orfano di madre e io non l’ho vista sia perché era lontana da casa che perché non ho voluto, volevo sentire la sua mancanza. Oppure Lorenzo ha un bellissimo rapporto con la zia e io lo avevo perché non c’è più, e mia zia si chiamava Sara. Ho fatto tutti questi collegamenti che mi hanno aiutato.
Ci sono stati momenti difficili durante le riprese?
Christian: Uno in particolare, la mattina andavamo a vela e poi corsi di recitazione, mi ricordo di un pomeriggio c’era una scena che non ci veniva, la classica giornata no. Ci siamo presi una pausa e accanto al bar è partita una canzone, Promise di Ben Howard. Il regista ha ripetuto così la parte con il brano in sottofondo e magicamente è venuta. Per tutte le riprese la mettevamo nelle cuffiette e partivamo. Adesso è la colonna sonora del film. Ci ha accompagnato per tutto quel periodo.
Elvira: Sembra una cosa magari un po’ banale, ma a noi ha davvero aiutato tantissimo, ci piace raccontare questa cosa perché è stata la chiave che è riuscita a sbloccare la nostra complicità. Sembra un film dentro il film, eppure è tutto vero. Non era solo la nostra canzone, era quella dei personaggi.
Dai altra domanda a bruciapelo: tre film must per voi?
Elvira: Io sono un’appassionata di Woody Allen, il mio preferito è Midnight in Parisi, poi Colazione da Tiffany perché Audrey Hepburn lì è di un’altra categoria e Prova a Prendermi con Tom Hanks e Leonardo Di Caprio. Ti direi anche Le Iene e Taxi Driver, ma io sono una da film romantici!
Christian: Pulp Fiction lo amo, Truman Show c’è Jim Carrey e la storia è pazzesca e per una cosa mia personale il terzo è Billy Elliot, da piccolo lo amavo, l’ho interpretato anche a teatro.
Cosa fate normalmente d'estate?
Elvira: In tempi normali, la mia giornata tipo era svegliarsi molto molto tardi, perché prima non ci si alza, pranzo e vado al mare, torno a casa, ceno esco ed tutto un loop continuo.
Christian: Io sto a Roma da otto anni ma d’estate torno a casa in Sicilia, è pressoché uguale. A me piace anche tanto viaggiare. Noi i provini gli abbiamo fatti d’estate, io ero a Los Angeles per una borsa di studio di danza, mi chiamano e il giorno dopo ero già in Italia. Non sapevo fosse per Netflix, me lo hanno comunicato appena arrivato lì sul posto. Diciamo che tra Jet Lag, imprevisti e la frase Stai per fare un provino da protagonista per Netflix, ho pensato: "Ecco mi sto giocando la carriera perché stavo a Los Angeles". E invece mi sono buttato, mi ha aiutato un sacco, ero davvero io.
Avete mai litigato sul set?
Christian: Sì. Tra l’altro lo stesso giorno in cui dovevamo fare una scena dove eravamo arrabbiati.
Elvira: Eravamo "litigati" sul serio! Lui mi guardava male, e io lo guardavo peggio. C’erano sguardi di astio, odio puro. Però rientra tutto nella coincidenze perfette (ride nda).
Che riferimenti artistici avete?
Elvira: Su due piedi ti dico Nicole Kidman, ne ho tantissimi ma in questo momento sto seguendo molto lei.
Christian: In generale Gigi Proietti e Jim Carrey, come stile di vita Michael Jackson.
Vorrei fare un film con…?
Elvira: Woody Allen… o Roberto Benigni, sicuro. Se avessi tutto il budget del mondo sceglierei lui!
Christian: Benigni ce l’ho nel cuore, spesso mi guardo random la sera prima di andare a letto il video di lui che vince l’Oscar. Quanto ti fa stare bene, quanta felicità trasmette?
Cosa vi ha insegnato questo film
Christian: Siamo giovani, siamo delle spugne e abbiamo la fortuna di aver lavorato con grandissimi attori. Il regista è stato bravissimo, ci ha guidato, presi e cresciuti. Ci ha dato un sacco di consigli, con lo sguardo ci faceva capire cosa volesse. Sono consigli che mi porterò dietro per tutta la vita. A livello umano sono cresciuto tanto, una storia importantissima e credo che dentro di noi rimarrà un po’ di Lorenzo e Sara.
Elvira: Sono totalmente d’accordo con lui. Diciassette ore svegli dove eravamo più personaggi che persone, osservavamo tutto e tutti, abbiamo assorbito qualsiasi cosa potessimo fare. Concordo anche su Massimiliano, per me è un genio. Per quanto riguarda il lato umano sono maturata tantissimo, almeno interiormente, sono situazioni che ti cambiano e ti fanno davvero apprezzare le cose importanti.