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“TUTTI X UNO” SCEMPIO. Ma com’è messa la Rai che fa spot video con l’IA sul Concertone del primo maggio? Per la festa dei lavoratori, li taglia fuori. E il risultato è anche terribile: tutti x uno scempio?

  • di Angela Russo Angela Russo

28 aprile 2025

“TUTTI X UNO” SCEMPIO. Ma com’è messa la Rai che fa spot video con l’IA sul Concertone del primo maggio? Per la festa dei lavoratori, li taglia fuori. E il risultato è anche terribile: tutti x uno scempio?
Per promuovere il Concertone del primo maggio, la Rai ha scelto (?) di realizzare uno spot interamente con l'intelligenza artificiale (senza peraltro dichiararlo). Il risultato? Clip artefatte, volti verosimili ma finti e movimenti innaturali che hanno scatenato subito l'incredulità e l'ironia del pubblico. Una mosso discutibile non solo per il risultato del video, ma anche per il messaggio: celebrare la festa dei lavoratori tagliando fuori il lavoro umano e facendo apparentemente anche finta di non farlo...

di Angela Russo Angela Russo

Lo spot della Rai per promuovere il concertone in piazza San Giovanni in Laterano del 1° maggio è stato realizzato con l'intelligenza artificiale. Sì, proprio così. Lo abbiamo visto sui social, ed è bastato un secondo per accorgersi che qualcosa non tornava: nessun badge visibile per avvertire che il contenuto era stato realizzato con l’IA, nessuna segnalazione, nulla. Il video mostra delle brevi clip di persone che sorridono, camminano, fanno finta di divertirsi, ma il tutto è talmente artefatto che ti rendi conto subito che non si tratta di persone reali. Sguardi vuoti, movimenti innaturali, volti che sembrano più dei render che esseri umani veri. E l’incredulità, piano piano, prende il sopravvento: "Ma che cosa ho appena visto?" ti chiedi. "Davvero questo è stato pubblicato sui canali ufficiali della Rai?" Ebbene sì. È tutto vero. E viene trasmesso anche in televisione. E qui scatta la parte più ironica di tutta questa faccenda: il video serve a pubblicizzare il concertone del 1° maggio, ovvero la giornata dedicata ai lavoratori. E loro cosa fanno? Decidono di non far lavorare nessuno, tranne forse chi ha scritto un prompt all'intelligenza artificiale. Come se poi non avessero né le risorse economiche né gli archivi video pieni zeppi di immagini di concertoni passati da cui pescare. No, troppa fatica il lavoro di ricerca in archivio? Meglio mettere qualche faccia finta e via. Ovviamente, il video, pubblicato sui social della Rai, ha scatenato immediatamente reazioni non certo positive da parte dei commentatori.

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Un fotogramma dello spot Rai
Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Rai (@raiufficiale)

Commenti del tipo: "Non avete indicato che il video è stato realizzato con l'ausilio dell'intelligenza artificiale", oppure "Sarà festa anche per il videomaker che avreste potuto assumere per fare lo spot?", o ancora "Con tutti gli archivi video che avete, usate l'AI?". Domande più che legittime. E poi c'è il discorso della qualità, che è oggettivamente discutibile. Se già sui social il video faceva storcere il naso, vederlo in televisione è stata un'esperienza ancora più tragica. Le immagini, già di loro poco credibili, si amplificano su uno schermo grande, diventano ancora più evidenti nella loro goffaggine. Un pasticcio. E adesso viene il punto: perché tutto ciò è sbagliato? Perché, al di là del risultato estetico, è proprio il principio che fa acqua da tutte le parti. Usare l’IA per uno spot che celebra la festa dei lavoratori è una scelta quanto meno paradossale, quasi provocatoria, e non in senso positivo. Più che altro un mezzo (o più) inganno, visto che non è stata una mossa rivendicata in stile "Il Foglio" con le sue pagine orgogliosamente scritte con l'IA. In un giorno in cui si dovrebbe celebrare la dignità, il valore e la fatica del lavoro umano, si decide di tagliare fuori proprio il lavoro umano. Si manda un messaggio sbagliato, freddo, distante. E se poi ci aggiungiamo che l'assenza di trasparenza – niente avvisi chiari sull'uso dell'IA – crea ulteriore confusione, allora siamo proprio al completo. In sintesi: lo spot avrebbe potuto essere un’occasione per raccontare storie vere, emozioni autentiche, celebrare chi davvero lavora ogni giorno. E invece ci ritroviamo con dei fantocci che camminano in un mondo irreale. Auguri.

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