Vita da Carlo 2 ci fa vedere, questa volta “bene”, chi è veramente Carlo Verdone, un attore ma ancor prima un uomo che riconosce i medicinali al primo sguardo e che sa cosa significa avere l’ansia generalizzata. Ma cosa gli dà veramente fastidio? Probabilmente essere ancora "vittima" di tutti i ruoli di successo che ha interpretato. Un classico, l'artista perseguitato dai fantasmi del suo passato cinematografico. Furio, Rolando, Bernardo, Armando… Che anche nella realtà Carlo Verdone, l’idolo della comicità Made in Italy, si sia stancato di dover sempre assecondare le richieste dei suoi fan di “fare i personaggi”? “Oh, mi dici famolo strano?” “Com’è che dicevi? Sta mano po' esse fero e po' esse piuma: oggi è stata piuma?.” La soluzione di Verdone per esorcizzare queste stancanti (e svilenti) richieste? Scherzandoci su, come sempre. In questa seconda serie c’è addirittura una scena in cui un ragazzo in coma viene “salvato” da un audio del regista romano che gli fa la voce di uno dei suoi personaggi più famosi. E il giovane? Come Lazzaro, si alza e cammina.
Carlo Verdone è riuscito anche "a fare coming out" sulla volontà di scrivere un film non necessariamente comico. In una sequenza prende in giro uno dei suoi più grandi successi, Viaggi di Nozze, in Vita da Carlo 2 la celebre battuta "famolo strano", è diventata la proposta da parte del suo produttore per un nuovo film, dal titolo "famolo anziano". Ma Carlo Verdone senza la comicità può farcela? “Credo che Un sacco bello sia il mio film d'autore. E anche Compagni di scuola. Al lupo al lupo. Non tutti i miei film lo sono, ma alcuni decisamente sì. Però mi manca un film dove faccio solo il regista e magari posso raccontare una storia non necessariamente comica. Certo, sempre con l'ironia che mi appartiene, però non comica. Quello sì, mi manca, mi manca moltissimo... Vorrei che fosse tratto da qualcosa che scriverò. Perché vorrei scrivere un piccolo romanzo se ci riesco. Ci proverò”. Che voglia finire pure lui a fare Fabrizio Gifuni?
In questo film nel film, o meglio serie nella serie, dove la realtà si incastra con la finzione, la faticosa vita da Carlo è all’insegna dell’ansia buona, che lui stesso chiama “il malessere degli artisti”. In una scena al ristorante con Sangiovanni (nel ruolo di se stesso), Carlo gli racconta (cercando anche di dissuaderlo dal diventare protagonista del suo stesso film) che l’ansia a volte fa bene e che il colon degli artisti è sempre irritabile. In questo siparietto pedagogico c’è Carlo Verdone che si accetta e preannuncia al suo pubblico il personaggio che vedremo (e ameremo) in tutta la stagione (le puntate escono ogni venerdì): se stesso. Ma più sciolto. Oltre al giovane cantante vicentino nel cast ci sono i ritorni di Max Tortora e Monica Guerritore, e arrivano per la prima volta tutti i veri colleghi del regista: Claudia Gerini, Gabriele Muccino, Maria De Filippi e Christian De Sica. Spoiler, con quest’ultimo aspettatevi un remake di un loro vecchio capolavoro insieme…