Poi sui social non dite che la Milano musicale è sempre solo l’ennesima popstar che fa il “tutto esaurito” a San Siro (virgolette d’obbligo). Lo sappiamo - e lo sapete anche voi - che Milano non è solo questo. Qualche mese fa, proprio per MOW Magazine, Benedetta Minoliti aveva fatto egregiamente il punto: “Milano attrae i grandi nomi della musica internazionale ma non sa ospitarli. San Siro e Ippodromo offrono acustica pessima, visibilità limitata e gestione caotica. I fan pagano così cifre enormi per concerti sold-out dove spesso si finisce a fissare il ledwall anziché gli artisti”. Stiamo parlando, ovviamente, di nomi pop. Poi c’è da sempre, grazie al cielo, anche una Milano underground. E qui il discorso ci porterebbe lontano. Si tornerebbe a parlare di Leoncavallo, magari, ma la questione sarebbe ben più ampia e ramificata. Una questione, quella dei locali dove si fa musica a Milano, troppo spesso fagocitata, in termini di “percezione pubblica” (la famosa percezione!), da ciò che in realtà riguarda solo i già citati grandi luoghi dei live. Così, qui e ora, non intendiamo “mappare” le live venues della città, bensì lanciare una provocazione semplice e diretta: non vi lamentate della scena live milanese - qualsiasi cosa intendiate per scena live milanese - perché domani, sabato 20 settembre, al Legend Club di via Enrico Fermi, andrà in scena qualcosa di clamoroso, il primo Avantgarde Music Festival, in collaborazione con Occult Booking. Le porte si apriranno alle 15.30, e poi si salvi chi può. Primo live, di Vrazorth, alle 16.10; alle 17, Amalekim, quindi Kamra (18), Germ (19), Defacement (20), Ad Nauseam (21), Mesarthim (22.15) e Dødheimsgard, di ritorno in Italia dopo quasi quindici anni, a chiudere l’oscuro viaggio alle 23.30. Sì, Avantgarde Music Festival è qualcosa di clamoroso, sebbene tanti di voi, a questo punto, davanti a nomi così esotici, potrebbero già sentirsi come novelli Robinson Crusoe sull’isola. Qui ci troviamo a migliaia di chilometri di distanza da Olly, Tony Effe e compagnia. Abbiamo a che fare con musica estrema e chi, la musica estrema, la tratta da oltre trent’anni.
Perché Avantgarde Music Festival sarà pure alla prima edizione, ma dietro l’etichetta di riferimento (anch’essa milanese), Avantgarde Music, c’è Roberto Mammarella, che la fondò nel 1994. Ancora Mammarella nel 1996 aprì, sempre a Milano, Sound Cave, luogo di culto per qualsiasi amante di black metal e suoni limitrofi.

Dal 2023 Sound Cave è un negozio che opera solo online, ma non è del tutto escluso un futuro di nuovo anche “fisico”. Per conoscere meglio Mammarella suggeriamo il recente talk, intitolato “Avanguardie sostenibili” e pubblicato su YouTube da Si Stava Meglio Quando Si Stava Metal. Una chiacchierata per nulla vittimista in cui Mammarella, ospite, non nasconde quanto sia difficile fare business con musiche e suoni di nicchia. Nessun piagnisteo, però, perché figure come il boss Avantgarde sono da sempre abituate ad agire e muoversi, culturalmente, controvento. Parliamo di un’etichetta, badate, che nel proprio catalogo comprende nomi come Katatonia, Behemoth, Evoken, Thergothon, Carpathian Forest… Nomi che vantano status importanti a livello internazionale. Non si parla, quindi, né di progetti caduchi destinati a rovinare a terra appena cambia il vento della moda, né tantomeno di nomi locali destinati ad infiammare unicamente qualche sperduto borgo lombardo (che non ci sarebbe nulla di male, ma non è questa la capacità di ricezione del 99% dei nomi prodotti da Avantgarde). All’interno di una bella intervista risalente al 2022, Mammarella diceva a Stefano Protti di Metallus, rispetto alle band che Avantgarde aveva prodotto salvo poi, successivamente, vederli migrare verso altri lidi: “Spesso mi chiedono cosa provi a non avere più gruppi come Taake, Carpathian Forest, Shining, o Behemoth nel roster, ma non è detto che uno debba rimanere impiegato nella stessa azienda per quarant’anni. Un’etichetta deve essere conscia di cosa può offrire al gruppo e lasciarlo andare quando comprende di non poterne sostenere la gestione. Non porto rancore, anzi, ho un ottimo ricordo di quel periodo, dei dischi che abbiamo prodotto, perché hanno gettato le basi della musica che è venuta dopo”. Una visione matura, molto pragmatica, che ha permesso ad Avantgarde di non andare a schiantarsi facendo il famoso passo più lungo della gamba. Mantenendo, nel frattempo, standard qualitativi astrali.
Al di là di ogni nostra provocazione, non si entra nel reame Avantgarde per caso. Si tratta di un mondo con radici profonde, che conducono dritte alla seconda wave del black metal. Anni ’90, Norvegia, Burzum, l’Helvete e tutto il resto. Ma questa, davvero, è un’altra storia, già raccontata centinaia di volte, in modo ora ineccepibile ed enciclopedico ora sconclusionato e sensazionalistico. Torniamo invece al simpatico monito che Sound Cave lanciò sulla sua pagina Facebook quando a inizio anno annunciò il Music Festival: “Chi non viene sarà etichettato come poser da qui all'eternità e sarà ufficialmente bandito dalla bottega”. Parole sature di ironia e ironicamente necessarie.
