Lo show di Neffa non è ancora finito e Canerandagio parte 2 chiude il cerchio sul ritorno al rap più chiacchierato dell'ultimo periodo. Di nuovo, però, pur trovando anche questo disco gradevole, non c'è una carrambata dietro l'angolo, quella sorpresa in grado di destarmi da uno stile sicuramente unico nel suo genere ma che non rientra, completamente, nei miei canoni. Secondo me la parte due viaggia su binari migliori della prima versione, anche se la nuova imbottitura di featuring rende complesso capire quale sia il viaggio che Neffa aveva immaginato, con una conseguente perdita di vigore del concept.

Nonostante Neffa indossi perfettamente le vesti da veterano e sia ancora ben lontano - aggiungerei per fortuna - dal viale del tramonto, in questo disco sembra sempre fare il passo per poi ritrarre la gamba, avvicinandosi al sole ma senza bruciare vivo nei raggi dell'hip hop per i quali, in teoria, è tornato. Facendo un sunto finale tra le due parti, Canerandagio non è valutabile come un compitino, ma non si può neanche pensare che sia un compito da 10 in pagella. Il vecchio generale, quindi, avrebbe dovuto concentrarsi sull'autenticità, perché troppe scelte strategiche e di marketing hanno contaminato il campo, rendendo meno rigogliosi i frutti che sono sbucati dal terreno, sulla cui bontà non discuto minimamente, ma hanno un sapore decisamente meno intenso rispetto alle aspettative. Al pubblico l'ardua sentenza: Canerandagiondo è una minestra riscaldata, oppure è tutto correttamente al suo posto?
