Elodie è le sue canzoni. Elodie è il suo corpo, indivisibile dalla sua arte. Elodie è la figuretta armoniosa e senza pace che segue parole e canto. Moderna nel comunicare, classica nella passione e nello slancio. È indivisibile da una modernità che senza immagini non sa immaginare. Quando ero piccola, prima della televisione, i cantanti erano voci alla radio, se ne scoprivano le sembianze dalle foto sui giornali. Si ascoltavano a occhi chiusi. Oggi è obbligatorio esistere fisicamente, ma nel caso di Elodie è una circostanza felice, perché il suo corpo canta insieme alla voce, diventa musica. Non posso parlare di lei, non la conosco nella vita, non ne so niente, posso solo rintracciarla nella sua arte, alla quale assomiglia con disperata letizia.

Elodie è Thaurus, dove trasforma il romantico in rap, ma provate un po’ a cantarlo. Ci riesce solo lei, è una self-song, una song for one. Un brano romantico che nega se stesso, nel terrore di essere sdolcinato. Come Elodie, anche Thaurus ti sfugge e ti appartiene, ma quella parola ripetuta è un mantra potente, ossessivo, arcano, che sembra evocare la divinità ottusa e inspiegabile dell’amore. Elodie è Mi ami mi odi, che non entrerà nella storia della musica, ma asseconda il suo dono, di farsi ascoltare e guardare. Perché la sua arte va guardata, erotismo dinamico, tutto il suo corpo canta.

Il disco Mi ami mi odi è la sua nostalgia dell’adolescenza eterna. Me la immagino anche a 60 anni Elodie, una silhouette che vola, inafferrabile. Quando spezza le parole non sento il rap, sento la libertà inconsapevole di un ritmo infantile. In 1 ora, una lettera a se stessa, fedele al suo amore eternamente solipsista. Le sue canzoni sono soliloqui. Mi piace meno la Elodie intellettuale, in 1 ora non lo è, vive nel ritmo, esiste. Il suo rap trasmette la scarsità del tempo, la metafisica dell’istante. Elodie è uno scugnizzo patinato, eppure ribelle.

Elodie ha qualcosa di perdutamente diverso, anche se inserita in un sistema. È raro che le manchi la grazia, ma accade, come in Feeling (con Tiziano Ferro). Irritante. Nelle sue canzoni Elodie non ci nega niente di se stessa. La sua rivelazione più intima per me è la canzone Cuore nero. La sorpresa della semplicità, l’abbandono al sentimento, la rinuncia al gioco dell’ostilità erotica fra amanti. Senti l’amore, con la sua ripetitività insopportabile. E senti che Elodie non mente.
