Ci si potrebbe chiedere – ma non chiediamocelo – perché scrivere della Bibbia da agnostici o da atei, il cristianesimo non è neanche più in trend in tutto l’Occidente. Le nuove edizioni della Bibbia dovrebbero essere anticipate dai famosi versi di Verlaine: “Sono l’Impero alla fine della decadenza”. Ma con la leggerezza del Frate indovino e il prezzo di copertina delle tipiche copertine rigide, Aldo Cazzullo, scrittore fluido per eccellenza, che passa dai Romani al Vecchio Testamento, dal fascismo a Dante, se ne frega. Vi diamo, per inciso, una notizia. Cazzullo dovrebbe avere già cinque o sei libri pronti da fare uscire entro la fine dell’anno. Comunque il motivo di questo lavoro dichiarato in prefazione è onorevole: aver riscoperto il testo sacro al capezzale del padre, fedele tignoso e assertivo (per lui, semplicemente, esisteva l’aldilà, poche domande; e ha ragione, se sei credente). Peccato che in poche semplici mosse, come tutti i migliori prodotti fatti seguendo passo passo un libro di istruzioni (in questo caso un libro di istruzioni per scrivere un libro bestseller pedissequo nel seguire le istruzioni), il proposito lasci spazio quasi subito a circa trecento pagine di bignami. Tutto ciò che vi troverete lo trovate già online, gratuitamente. Basterà digitare “Wikipedia”.
Piuttosto leggetevi Emmanuel Carrère, Il Regno, una discesa nell’abbandono alla fede, prima, e nell’abbandono della fede poi. Un modo serio di leggersi e farsi leggere dai testi sacri, dal misticismo, pure dalla psicanalisi (che non è stata inventata da Freud ma da Giovanni evangelista, forse un lacaniano?, quando scelse di chiamare Cristo “Logos”). O leggetevi Dio. Un’autobiografia di Jack Miles, con cui vinse il Premio Pulitzer. Parla del Dio veterotestamentario, per intenderci il Padre. Ma di Dio ce n’è uno solo, Giovanni Paolo II parlava di “monoteismo trinitario”, del Dio relazione, quello del mistero della Trinità. Quindi, se volete saperne di più di Dio in generale, potete leggervi un libro sul Dio particolare nella forma del Padre. Quindi leggervi Jack Miles. E poi passare al Figlio. E leggere il monumentale romanzo dell’ebreo Sholem Asch, Il Nazareno. Oppure, meglio, prendetevi del tempo e leggete la Bibbia (che, in ogni caso, è poco più lunga di due dei tre consigli di lettura proposti). Per altro Il Dio dei nostri padri è un patriottico libro da autogrill (patriottico e in linea di principio legato a La guerra dei nostri, altro titolo di Cazzullo) – e non in senso dispregiativo; qualsiasi grande scrittore dovrebbe sperare di finire in edicole e autogrill in edizione tascabile – ma non c’è libro più da autogrill della Bibbia, il megaseller che non schifa poveri, emarginati e, appunto, stazioni di servizio. Sicuramente non leggete Cazzullo, perché la fede, anche quella che non avete, merita più di un riassunto.