Fabrizio Corona ha scritto (almeno così parrebbe) la biografia di Fedez, “I giorni migliori dei miei anni peggiori”, e MOW è in grado di spoilerarvela. Sta facendo le cose in grande, la Mondadori, per questa uscita prevista a marzo del 2025 dopo la sua partecipazione a Sanremo di Carlo Conti, d’altronde deve anche rientrare dell’esorbitante anticipo sganciato per ingaggiare due nomi come quelli sopracitati. La strategia di marketing è iniziata con le rime che Fedez ha rappato su Youtube ospite della trasmissione Real Talk Italy: “Se non mi ricordo con chi ho sc***to, chiamo Corona per farmelo dire”. I versi, che sono anche la sinossi del libro, sono uno sfogo e un attacco, in primo luogo contro Chiara Ferragni che aveva risposto alla canzone “Allucinazione collettiva”, in cui il rapper spalancava il suo cuore sanguinante facendo intravedere la luce di una possibile riconciliazione, prima frequentando il fisioterapista dei calciatori con centro medico annesso Andrea Bisciotti, poi avendo un filarino con l’imprenditore delle scarpe Silvio Campara e infine, dal grip delle suole a quello degli pneumatici, fidanzadosi con Giovanni Tronchetti Provera: “Chi perde un marito/poi trova un tesoro/amore fa rima con patrimonio”. Troppo per chi, come Fedez, viene dalla brutta provincia milanese, protagonista anch’essa della biografia scritta dal duo Fedez-Corona.
Ma il marketing mondadoriano era appena all’inizio. Dopo questa anticipazione in rima ecco Gabriele Parpiglia che pubblica su X una scheda editoriale diretta al “commerciale” (sono quelle schede che servono per gli ordini delle librerie) in cui si annuncia “il libro-confessione del personaggio italiano più popolare e divisivo […] il racconto senza filtri della sua storia che ripercorre i suoi traumi, le cicatrici più profonde, passate e più recenti. Una biografia che ha l’efficacia di un libro terapeutico, un self-help che ha la vitalità di una biografia”. E poi il mistero: “La scrittura è affidata a una penna d’autore”. ATTENZIONE SPOILER. La biografia partirà dalla sua giuovinezza in quel di Buccinasco, paesino famoso per essere il centro della ‘ndrangheta lombarda, in mano al clan Barbaro-Papalia e i suoi viaggi sugli autobus 321 e 328 per sfuggire a quel clima, andare nel paese vicino, e potere urlare al mondo “Sono di Rozzano”, come ha recentemente fatto in una serata movimentata – anch’essa oggetto del libro – quando litigò con Cristiano Iovino e, secondo le parole di un testimone: “Mi guarda con la faccia un po’ stravolta/E mi dice “Sono di Rozzano”. Su quegli autobus Fedez scriveva le prime rime per evadere dal brutalismo della provincia, sognando Ferrari e sneaker costose, vida loca e catenone, tute di marca e tatuaggi, sogni romantici di un artista il cui spirito guida, che a volte nei fumi dell’alcol e della droga gli appariva vestita da fata turchina, era Mara Maionchi. Si parla anche di droga, in questo libro verità vergato dalla penna sopraffina e sofferta di Fabrizio Corona.
Sbandamenti di cuori puri per alleviare le sofferenze di traumi e cicatrici che però causano altri traumi e altre cicatrici, come un rapper che si morde un orecchio. E poi i litigi con i suoi colleghi-amici, l’ammissione di avere un brutto carattere, il paragone con Maleficient, quello con Angelina Jolie, il primo non il secondo, per cui Fedez si descrive come un cattivo ma in fondo buono e capace di provare il vero amore, anche se in questo momento, proprio come Maleficient, crede che il vero amore non esista se non quello nei confronti dei figli. E quindi pagine scandalo, pagine rivelazioni sul rapporto tra Fedez e l’entourage della moglie, descritta in fondo come una bambina abbagliata dal lusso. Ci sono anche pagine toccanti in cui Fedez se la prende con il mondo delle favole. Il capitolo intitolato “Quella tr**a di Cenerentola”, pronto per diventare una hit musicale, racconta il malessere giovanile di fronte alle promesse illusorie della ricchezza in cui anche le Ferrari, in fondo, sono zucche, capitolo che finise con la riscoperta dei veri valori della vita, come passeggiare negli stradoni della Brianza accarezzando i guard-rail. E infine questa nuova vita dell’attuale Fedez, questa nuova rinascita dopo l’ennesimo trauma, dopo l’ennesima ferita, in cui Fedez, come un’Araba Fenice, è risorto. Come non lacrimare di gioia e redenzione sulle pagine in cui Fedez, vestito come un’araba – il velo sulla bocca, un bindi sulla fronte (quella catenina con pendente spesso a forma di goccia), la cicatrice sul ventre esposta, una gonna di organza, fa la danza dei sette veli rappando in fenicio la sua storia triste e meravigliosa!
Ps. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono il frutto della fantasia dell'autore. Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte, eventi o luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale. Ma scommettiamo che non ci siamo andati lontano?