Inganno è la nuova serie italiana (basata sulla miniserie tv inglese Gold Digger) che sta conquistando le classifiche su Netflix, diretta da Pappi Corsicato. La protagonista è Gabriella, interpretata da una bravissima Monica Guerritore, una splendida sessantenne che gestisce un lussuoso hotel sulla Costiera Amalfitana. La sua vita prende una piega inaspettata quando incontra Elia (Giacomo Gianniotti), un giovane affascinante e misterioso, capace di risvegliare in lei emozioni nascoste in un tempo passato e di portarla a prendere decisioni che potrebbero distruggere per sempre gli equilibri della sua vita familiare e professionale. Questa serie, che assomiglia a una soap opera di altri tempi, ci mostra una donna matura, prima di tutto autentica e poi affascinante, alle prese con una relazione con un uomo più giovane e desiderabile. Ma la differenza d’età tra i protagonisti, che è esplorata attraverso tutti i cliché del caso, come i parenti di Gabriella che dubitano della buona fede di Elia, secondo loro attratto da lei solo per i suoi soldi e il suo successo, è l'aspetto meno rilevante di questa storia.
Il grande pregio della miniserie è un altro: farci vedere la vita sessuale di una signora di sessant’anni. Una cifra roboante che suona impetuosa in ogni episodio di Inganno. Tutti, fruitori e cast, sanno benissimo quale sia l’età di Gabriella. Se per molti la ripetizione è stata considerata fastidiosa, noi riteniamo invece che sottolinearla sia stato un passo necessario. Nella narrazione, il peso della sua età porta con sé tutti i pregiudizi che la circondano (dentro e fuori dal piccolo schermo). E questo aspetto non solo arricchisce la trama, ma ci fa riflettere su come la società percepisca ancora oggi le donne over60. Inoltre, fare questa operazione in Italia, in cui di rado viene mostrato un corpo vero, meraviglioso di una signora che semplicemente si spoglia, sperimenta e gode, con o senza partner, è cosa giusta quanto inusuale. Visto che spesso e volentieri nei film e prodotti seriali (soprattutto) made in Italy si ha l’impressione che la nudità a un certo punto della vita si trasformi in qualcosa di osceno. E perfino innaturale. Per fortuna Inganno ci dimostra l’esatto contrario.