Avvertenza: questo è un articolo dettato dai morti per i mezzi vivi, o per i “morenti” (definizione più esatta per gli esseri umani che, chissà perché, si definiscono “viventi” – probabilmente una forma di esaltazione o di malattia mentale). Perché sono i morti che danno la chiave di lettura alla vita di Goffredo Fofi, che te lo fanno amare anche se al contempo non puoi fare a meno – questo vale per alcuni – di detestarlo, con tutta la sua retorica pauperomeridionalista che lo facevava sembrare, di primo acchitto, un turista etnico delle disgrazie altrui: laddove c’era un povero ecco arrivava Goffredo Fofi ad alfabetizzarlo: fu cacciato dalla Sicilia dalle forze dell’ordine “per avere insegnato senza retribuzione” e difeso da Lucio Lombardo Radice in prima pagina sull’Unità che definì il “crimine” di Fofi come “delitto d’alfabeto”. Laddove c’era un povero, ecco arrivava Goffredo Fofi a spiegargli il cinema. Insomma: finché Fofi era in vita non si poteva essere poveri in santa pace. Certo, anche Goffredo Fofi era stato povero, il padre era dovuto emigrare in Germania, ma emigrare in Germania, qui da noi, al Sud, era (ed è) una faccenda abbastanza normale e non richiedeva il continuo intervento di Goffredo Fofi, Fofi che riteneva in sé, l’orribile contraddizione di essere insieme e scrittore e attivista. Ma come?

A quanto mi risulta uno scrive per non agire, per fare scarpinare i testi: la scrittura a quello serve, a far sì che l’autore mandi in stampa come se mandasse a quel paese il mondo che vorrebbe invece la sua presenza. Poi però i morti parlano e la luce che investe Goffredo Fofi cambia angolazione, lo colpisce da “est” e comprendi che Fofi era un mistico, un mistico eretico (tutti i mistici sono eretici). E così scopri che fece pubblicare dalla casa editrice Forum Editoriale alcuni romanzi erotici per finanziare la pubblicazione degli scritti integrali di Amadeo Bordiga, fondatore e primo segretario del Pci e che acquisì i diritti di “Emmanuelle”, lei, proprio lei, quella dei film: e cosa è questo colpo di genio se non uno scherzo magnifico da mistico? I mistici sono tra le persone più divertenti che vi capiterà mai di incontrare, e forse, questo sito, MOW, non sa che sta mettendo in pratica la lezione di Fofi: parlare del fondoschiena di Elodie e delle mutande di Rose Villain per ospitare articoli come questo. E però, poi, solo a ripensare alla vita di Fofi viene il fiatone: è un continuo viaggiare, scioperare al contrario, alfabetizzare, pulire il sedere ai bambini (poveri, ca va sans dire), fondare riviste, “pensare e fare” (che orrore, chi pensa non fa, si rifiuta).

Poi, però, leggi alcune cose in cui Fofi diceva, più o meno, “i morti sono tra di noi”. E allora diventa tutto più chiaro: era uno di quei mistici che nelle alte sfere chiamano “missionari”, sono fatti così: zoppicano, per così dire, dalla gamba che poggia sul mondo. Al contrario dei mistici eremiti, che zoppicano dalla gamba che poggia sull’aldilà. Di solito non vanno d’accordo, ma fanno parte della stessa famiglia. Gli eremiti puliscono il sedere di gatti e cani (e topi alle volte), i missionati, ancora, continuano a credere nel genere umano. Fofi era quello: un mistico missionario. Non scambiatelo mai per un intellettuale “impegnato”. O verrà di notte a tirarvi i piedi mentre dormite.
