Un quartiere bene, ricco, a tratti macchiettistico, diremmo tipico. A Brighton Hills è tutto perfetto. Tranne tutto. Seraphina Nova Glass, con La strada tranquilla (Fazi, 2025), ci regala un thriller domestico di altissimo livello, forse il migliore di questa estate. Tutto si svolge in una strada, o poco più. Una sorta di Mysteria Lane (ricordate Desperate Housewives?), in cui dietro una patina di ricchezza e socievolezza si nascondono rapporti tossici, infedeltà, traumi da cui non si può guarire e, forse, un omicidio. Il romanzo alterna le voci dei personaggi – un escamotage che ultimamente è stata usata con successo da almeno altri tre scrittori di gialli: Joël Dicker ne La scomparsa di Stephanie Mailer, Colin Walsh in Kala e Jeneva Rose in La casa dei cadaveri. Tutti i personaggi principali tranne uno, che viene invece raccontato in terza persona (e capirete perché). La storia si sviluppa in modo molto lineare, senza flashback – altro stratagemma un po’ troppo di moda – digressioni inutili o descrizioni eccessiva. La meditazione, il sentimentalismo, il pensiero in più, vengono introdotti quasi con degli a parte, in modo discreto e senza rompere il flusso positivo della lettura.

Un vero page turner costruito magistralmente da Nova Glass, al suo quinto romanzo e best seller. Non è difficile capire perché verrà tratta una serie tv da questo libro. Il mistero centrale diventa quasi del tutto secondario quando viene introdotto il tema dell’infedeltà e il piano messo in atto per scoprirla. Ma anche questo lascerà presto il posto a una storia più oscura e sottile. E nella seconda metà del libro questi tre grandi filoni verranno tirati di volta in volta a costruire una treccia di suspence e tensione tali da permettere al lettore, in circa trecento pagine, non solo di affezionarsi ai personaggi, ma di comprenderli, di pensare come loro. Paige, Cora, Georgia, diventano le nostre vicine, veniamo invitati per il tè o, meglio, un bicchiere di vino, sappiamo di che parlano quando menzionano una raccolta fondi o una festa di quartiere, sappiamo immaginare il colore dei loro vestiti in base al loro carattere. Sappiamo immaginare il tono della voce, la luce di uno scantinato, l’odore di legno della casetta in giardino di Cora, la puzza di alcool di una festa molto particolare. E sappiamo anche di chi e quando avere paura. È un romanzo sottile ma veloce, perfettamente centrato, che non straborda a favore di facili intellettualismi, nella speranza di dover sembrare ciò che non è. A differenza di altri romanzi recenti, gli scrittori hanno imparato che non devono essere Ian McEwan per scrivere thriller bellissimi e a fuoco. Ciò che serve è rispettare il lettore, rispettando la scrittura e la storia che si intende raccontare. A Brighton Hills mancava una vicina come Nova Glass, capace di spifferarci tutto dalla finestra privilegiata di chi osserva tutto e poi ne scrive.
