Adottato dalla terra del turtlén, ma originario di Altamura, "zio Bricco" alias Francesco Aquila, dopo il trionfo in MasterChef Italia 10, ha spiccato letteralmente il volo. Il novello chef, eterno secondo nelle prove del talent, si è distinto subito nel corso della competizione, dimostrando stoffa e carattere. Malgrado l'eccessivo entusiasmo iniziale frenato all'unisono dai tre giudici stellati (ovvero Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri), Aquila, da attento ascoltatore, anche se eccentrico (entrato quasi da imitatore di Salt Bae), è riuscito ad affinare le sue doti culinarie e farsi benvolere da tutti, pubblico compreso. Dopo l'incoronazione nello show e la pubblicazione del libro di ricette, "My Way, Zio Bricco che ricette!” (già alla terza ristampa), Discovery gli ha concesso anche la conduzione di un programma di cucina in solitaria, "Il volo dell'Aquila" (da settembre su Discovery Food Network), premiando un'innata disinvoltura davanti alla cinepresa e la rinnovata sintonia coi fan. Insomma, per “zio Bricco” si sono proprio aperte le porte del successo. In attesa che si riaccendano gli ambiti e prestigiosi fornelli del talent per aspiranti chef (l'undicesima stagione parte il 16 dicembre) e si plasmi la nuova Masterclass, ecco cosa ci ha raccontato.
Francesco, dimmi la verità, alla fine eri certo di vincere MasterChef.
Sono sempre stato abbastanza sicuro di me, anche se in verità i dubbi li ho avuti proprio durante la finale.
Come mai?
Non tutto è andato secondo i miei piani, c'è stato qualche errore durante la preparazione, per fortuna poi l'ho spuntata lo stesso.
Monir (quarto classificato a MasterChef 10) era gasatissimo per il tuo trionfo. Siete davvero rimasti amici?
Sì, anche se indubbiamente i nostri percorsi di vita sono differenti e viviamo pure in posti lontani. Il rapporto però è rimasto saldo, così come con altri.
Se la tua vittoria fosse una canzone, quale sarebbe?
(sorride, nda) Sicuramente We are the champions!
Un piatto a testa che dedicheresti ai tre giudici?
Per Cannavacciuolo una bella parmigiana, piatto che mi ricorda i colori e umori del sud, quindi perfetto per lui. Per Locatelli invece un foie gras, pietanza non per tutti, ma ricercata ed elegante come lo chef. E per Barbieri? Senza dubbio i tortellini in brodo, piatto emblema dell'Emilia Romagna. Se penso ai tortellini, penso a chef Barbieri!
Con alcuni compagni d'avventura non è stato proprio un idillio. Vuoi toglierti qualche sassolino dalla scarpa?
Me li sono già tolti tutti con la vittoria. Quale risposta migliore per chi non credeva nelle mie potenzialità?
A dire il vero hai provato a iscriverti a MasterChef ben due volte, scartato pure la prima. La cazzimma non ti manca.
Anzi, mi avanza. Se volete, ve ne vendo pure un po'! Sì, avevo già tentato nel 2015, ma non era andata, segno che bisogna comunque provarci, soprattutto quando si crede in qualcosa. Il motto è mai mollare!
Prima di MasterChef però non facevi lo chef.
No, facevo il maître di sala e il docente di sala bar, attività che ho accantonato al momento, in vista dei nuovi progetti.
Come hai investito i 100 mila euro della vincita?
Li ho piantati sotto un albero, mi hanno detto che così crescono (ride, nda). Diciamo che per adesso li tengo da parte.
"Zio Bricco", tuo celebre intercalare, da dove nasce?
L'ho fregato a due vecchietti fuori da un bar, che ripetevano continuamente quest’esclamazione, alla fine pulita e di buongusto, da adoperare come commento per qualsiasi fatto. D'altra parte dalle persone anziane si può solo imparare, anche i semplici modi di dire.
Vuoi più bene alla mamma o al papà, insomma cucina pugliese o romagnola?
I miei genitori sono ambedue pugliesi, ma io sono cresciuto in Emilia, quindi sono una fusion delle due tradizioni. Se penso però a profumi e odori, penso di sicuro alla Puglia.
Davvero della spunta blu accanto al nome non ti importa un fico secco?
Ma stai scherzando? Certo che m'importa. Io sono un super sborone (ride, nda). In fondo ho solo vinto MasterChef, non ho fatto niente di straordinario. È ovvio che sono rimasto lo stesso.
Com'è andata invece la conduzione del programma di cucina?
È stata un'esperienza non facile, ma straordinaria. Condurre un programma di cucina tutto mio, andato pure bene con lo share, è una gran soddisfazione, tanto che... (ci sarà un seguito, ci fa intendere, nda).
Dopo Armani, un personaggio famoso per cui cucineresti a tutti i costi?
Non cerco assolutamente il personaggio popolare da soddisfare. Nel caso del Maestro sono stati loro a chiamarmi. Io cucino per chiunque, non faccio distinzioni, vale la persona, non il resto.
Intanto, nello speciale natalizio di Sky (andato in onda l'8 dicembre), ti sei messo ai fornelli per i tre giudici e le hai anche prese, le mazzate intendo.
(ride sonoramente, nda) Meno male che avevamo l'assicurazione. Cannavacciuolo non si risparmia mai.
Sincero eh. I giudici sono davvero come appaiono in TV, o calcano un po' sul personaggio?
No, sono proprio così, lo giuro. È chiaro che quello che vedete è un estratto del loro vissuto, ma un estratto reale. Forse per questo funzionano così tanto.
Tra i tre chi senti più affine a te?
Direi Cannavacciuolo, anche per il fatto che è così diretto. Anch'io adotto l'affettuosa pacca sulla spalla, a mo' di incoraggiamento, sia in sala con chi lavora con me, sia a scuola coi ragazzi a cui insegno.
Data la notevole somiglianza con Johnny Depp, ti sono già arrivate proposte per film o fiction?
Macché, macché (ride sconsolato, nda).
Quindi accetteresti?
Non mi precludo niente, lascio tutte le porte aperte, per poi valutare le possibilità che si presentano. L'importante è seminare bene.
Da intenditore, che drink ci consiglieresti per le feste?
Tosta questa, così su due piedi... Direi un bel Bloody Eagle, dal famoso Bloody Mary, ma coniato col mio cognome. Un cocktail di rosso e bianco, da sorseggiare come aperitivo, che ho già preparato anche nel Volo dell'Aquila.
Visto che sei papà, hai mai pensato a un libro di ricette per bambini?
Assolutamente sì, ci sto proprio pensando. Mia figlia mi dà anche degli spunti, le piace in particolar modo la pasta col pomodoro, il riso giallo e la ciccia, come la chiama lei, ossia la carne più tenera.
Che consiglio daresti invece ai nuovi aspiranti MasterChef?
Dopo una stagione così fortunata (in termini di ascolto), il mio consiglio è di non emulare i protagonisti passati, in cerca di facile consenso, ma restare sempre sé stessi.
E un consiglio per i giudici?
Ma loro non ne hanno bisogno, anzi dovrei chiedere io ai tre...
Suvvia, non faccia il timido, Zio Bricco!
E va bene, dai... Un consiglio potrebbe essere quello di chiamarmi come quarto chef (ride divertito,nda).
Ci sta, ci sta. Aquila d'altronde ha preso il volo. A proposito, dove si plana adesso?
Intanto sto sperimentando un mondo inedito, ed esaminando diversi progetti, ancora eccitato dal nuovo universo tutto da scoprire, ma intenzionato a restare in volo per un bel pezzo.