Dopo un lungo percorso nella scuola di Amici, in cui già abbiamo avuto modo di ascoltare molti degli inediti dei ragazzi, adesso abbiamo a disposizione tutti e quattro gli Ep usciti questo venerdì e sui quali possiamo farci un'idea ancora più precisa, non tanto della partenza, ma di dove vogliono (o vorrebbero) andare i ragazzi con la propria musica. Inizio con un appunto, non da poco, non voglio prendere in considerazione autori e collaboratori e relativi gruppi dietro queste produzioni, voglio basarmi solo sull'ascolto e sull'impatto visivo delle copertine, valutare il prodotto come lo valuta il pubblico stesso di cui ne fruisce, perché andare a sviscerare come sia stato creato non credo sia rilevante. In ordine abbiamo “Relax” di Antonia, “Un'ora di follia” di Nicolò, “A un passo da me” di trigNO e “Dove finiscono i sogni?” di Jacopo Sol.
Relax – Antonia (Warner Music) 6/10
La copertina è un primissimo piano del viso di Antonia, tutto sul colore verde con una stella luminosa sull'occhio come fascio di luce, capiamo due cose. Lei è la stella simbolica di punta della Warner e il suo autografo con la “A” è a forma di stella, quindi è coerente, la speranza è che non sia solo una cometa insomma. Il sound generale è buono nonostante la banalità, peccato che la voce sembra essere piena di effetti e artifici, tranne sulla dizione, quella non si può mascherare, dovrebbe essere studiata un minimo, su “melodyne” non si possono aggiungere le “Gl”. Il singolo che da il titolo all'album è appunto “Relax” (6/10) che racchiude gli ultimi brani di Elodie a livello sonoro ma con tanto autotune e dei testi più adolescenziali. Non c'è dubbio, è un tormentone (come già detto anche durante Amici, del resto aveva anche vinto il premio Spotify per il numero di ascolti). Invece il brano “Romantica” ( 8/10 ) è molto più bello perché ha una splendida lista di cliché, parole e modi di dire che davvero potrebbe essere l'ideale per qualsiasi tipo di didascalia da post su instagram... Ad ogni modo, non so perché ma mi piace, forse proprio perché il brano non finge di avere uno strano filo logico da seguire. Poi abbiamo “Le curve” (0/10) che sto cercando di capire al terzo ascolto, non ho compreso la frase che riguarda “gli occhi di San’t Antonio” mischiata a frasi latineggianti - ma sicuramente sarà un mio limite - musicalmente sembra sempre uguale alle due precedenti. Prosegue con “Dove ti trovi tu” (5/10) che è la domanda che ci facciamo a metà Ep, dove si trova lei e dove ci troviamo noi perché dopo tre brani di cassa in quattro quarti abbiamo una ballad con una linea melodica che è un talmente un classicone da non capire nemmeno a cosa somigli. Il penultimo brano è “Weekend” (7/10) che ha qualcosa di interessante anche se non dice nulla che non sia una storiella di mix tra assenza e amore tossico, però all'ascolto è gradevole e ha una sorta di storia lineare quantomeno. L'ultimo brano invece è “Giganti” (8/10) che devo dire è bellissimo, sull'ultimo mi ha stupita, non perché sia originale (con un richiamo a Lucio Dalla?), ma è una bella canzone, breve ed intensa.
Un'ora di follia – Nicolò (Warner Music) 7/10
Qui la copertina di Nicolò Filippucci è un bianco e nero vintage che sottolinea il suo stile anche ad occhio. Inoltre già dai titoli capiamo il mood conflittuale di un giovane cantautore che giustamente mette insieme tutto quello che può e che vorrebbe comunicare, quantomeno sono titoli che fanno intuire lo spirito dell'album e quelle non saranno semplici parole messe in fila. Il brano di apertura “Un'ora di follia” (6/10) ha qualcosa di Tiziano Ferro e di pop anni Duemila che lo rende gradevole, non tanto per il testo ma per l'insieme, non posso dire brutto perché non lo è, ma nemmeno bello, diciamo funzionale. Continua con “Non mi dimenticherò” (5/10) questa canzone è molto pesante anche senza sapere davvero perché, dato che la storia non è chiarissima, ma è melodicamente molto banale, la sua voce invece è l'unico motivo per cui resiste. Ci stupiamo ora con “Cuore Bucato” (6/10) che abbiamo ascoltato tante volte durante il talent, e più la ascolto più è “one in a million” di Miley Cyrus/Hannah Montana, che è il motivo per cui mi resta così in mente e mi piace, ma non posso dare un voto alto perché praticamente è sua solo la voce. Con “Yin e Yang” (8/10) penso si intuisca di più la personalità di Nicolò, ha un filtro vintage e un testo che racconta una storia, non straordinaria, ma logica. Credo sia questa la linea da seguire per lui perché ha un mix di ottima vocalità e caratteristiche sonore con un testo che quasi lo renderebbe un Marco Mengoni versione Amici, il potenziale c'è, e lo intendo in senso positivo. Penultimo brano è “Occhi stanchi” (8/10) questa canzone mi emoziona anche se non credo sia comprensibile a livello di trama se non per lui, ha qualcosa di talmente personale che non mi sento di giudicarla nel contenuto, ma sicuramente per chi ha la chiave giusta sarà perfettamente comprensibile, penso sia fatta molto bene in ogni caso, mi basta “ho solo vent'anni e gli occhi stanchi” per sognare, quando lui non ha ancora quell'età. Ultimo brano “Mi sono innamorato di te” (3/10) nonché cover di Luigi Tenco, nonché registrazione di una delle sue esibizioni in studio. Come non la apprezzai all'epoca non l'ho apprezzata nemmeno registrata, anzi peggio... e non perché chi mi tocca Tenco rischia (o forse si?) ma perché ritengo sia una versione molto pesante. Inoltre per me rischia di fondersi con la pesantezza stessa del brano senza comprenderne davvero il senso, lui la canta benissimo e non la rovina, ma non l'ha resa sua.
A un passo da me – Trigno (Warner Music) 8/10
La copertina è bellissima, semplice ma con un concept carino e facilmente identificabile, su di lui hanno puntato al colore azzurro degli occhi, e va bene, anche se stilisticamente credo sarebbe stato meglio qualcosa con un tono più glam rock. L'album inizia con “Maledetta Milano” (7/10) che abbiamo ascoltato tante volte ai serali, la canzone funziona e per chi è a Milano è perfino comprensibile, non mi piace molto il modo di cantarla così leggero rispetto al suo graffio timbrico, ma anche qui, funzionale. Il brano successivo è “D'amore non si muore” (5/10) anche questa ben nota, qui nella timbrica è più lui ma il ritornello e il mood generale continuano a farmi ricordare la linea melodica di “Casa mia” di Ghali, e nessuno me lo toglie dalla testa, sound incluso. Proseguiamo con il brano che da il titolo all'Ep ovvero “A un passo da me” (6/10) e la prima domanda è: Non sarebbe più corretto “Ad” ? Però non vorrei essere puntigliosa in grammatica. La sua voce mi piace sempre e trasmette quello che dice anche se a volte non dice niente, qui è un caso di carisma che funziona più del prodotto, questa canzone per me non ha nulla di epico quanto voglia sembrare, sicuramente è identificabile e riconoscibile, e questo già da punti in più. Arriviamo ad un altro brano che abbiamo ascoltato al serale, ovvero “100 Sigarette” (9/10) non so se ormai facendo le pagelle di tutta la trasmissione ho assimilato tanto il brano da farmelo piacere, eppure mi piace, il testo è parecchio pesante per chi vuole davvero ascoltarla e capirla, di questa canzone sistemerei solo la dizione e la renderei meno “pop” che un questo caso è un lieve limite perché meriterebbe molto di più un testo simile, sarà che fumo tanto e lo capisco? Forse i non fumatori e non depressi non lo apprezzeranno allo stesso modo. Con il penultimo brano “Fari spenti” (3/10) sembra un mezzo inizio all'americana, diciamo anche un bel plagione. Devo dire che in questa canzone ci sono moltissimi errori di studio a partire da alcune parti di clip tagliate male e una lunga serie di “P” che hanno mandato in distorsione il microfono, tranquilli non lo avrà notato quasi nessuno, ma non posso non dirlo, e quando la sua voce è tanto effettata non mi trasmette nulla, certo questo un altro tormentone radiofonico. Concludiamo con la live version di “Overdose d'amore” (8/10) che effettivamente merita come meritava anche al live, che è in feat con Nicolò, e davvero è bella, meritò dell ottimo equilibrio tra le due voci.

Dove finiscono i sogni - Jacolo Sol (Universal Music Italy) 7/10
L'unico album non targato Warner a quanto pare... ed effettivamente alcune differenze si colgono, la coperina come prima cosa è normale, non banale ne memorabile, ma meno banale di quella di Antonia e meno orignale di quella di Trigno. Il sound è diverso e mette molto più in mostra e risalto proprio Jacopo, senza una ricerca radiofonica spasmodica, anche se nei titoli rivediamo la lista della spesa con parole singole che non fanno capire bene di cosa parlano. Il primo brano è “Quelli come me” (5/10) che non ha nulla di straordinario eppure trasmette molta emotività, anche qui, tanta dizione necessaria e una risistemata degli accenti e delle vocali aperte e chiuse. Proseguiamo con “Estremo” (6/10) è pieno di cliché anche questo che abbiamo imparato a conoscere ai serali di Amici, però a suonare suona, certo da tormentone estivo in radio, ma non è brutto, anche qui, funzionale. Poi “Bambini” (6/10) ha un velo di malinconia tangibile, lui ha un timbro a tratti femminile che viene subito supportato da effetti vocoder che supportano la voce, la scelta non è brutta, ma anche qui avrei virato su una situazione più graffiante e meno pettinata. Il brano successivo è “Complici” (8/10) qui le strofe sono debolissime ma il ritornello è molto forte, il testo in generale invece è medio. Qui nel sound però ci siamo molto di più e anche sull'identità. Terzultima traccia dell'EP è invece “Ghiaccio” (8/10) questa canzone è inaspettatamente forte, peccato per i tanti effetti sulla voce, ma è riconoscibile come brano e caratteristico a livello sonoro. Siamo quasi sul finale con “Di tutti” (7/10) questa canzone anche l'abbiamo ascoltata parecchio, il sound anche qui non è male, la melodia e il resto sono un plagione di tante cose, sicuramente però è melodicamente facile da ricordare e abbastanza riconoscibile, solo grazie a sound e timbro, la canzone in sé invece non lo sarebbe affatto... Concludiamo alla grande con una super cover di “Hotel Calfornia” (8/10) che è sicuramente uno dei suoi cavalli di battaglia, si sente che è una canzone che canta volentieri e che fa davvero bene, nelle sue corde e nel suo mood.