Aldo Grasso non ha dubbi su Il Gattopardo, la nuova serie Netflix in sei episodi con Kim Rossi Stuart nei panni del Principe di Salina. E no, anche a lui non è che sia piaciuta troppo. Secondo il critico, il racconto della caduta del Regno delle Due Sicilie e delle tensioni di un mondo in trasformazione passa in secondo piano rispetto a ciò che davvero interessa alla serie: le dinamiche familiari. “In sottofondo c’è la storia d’Italia (..), ma insomma nella serie sembrano interessare di più i rapporti familiari”, taglia corto Grasso. Quindi, come guardarlo senza farsi prendere dalla nostalgia del passato? Semplice, secondo l'esperto, il segreto è dimenticare tutto il resto. Dimenticare il romanzo di Tomasi di Lampedusa, dimenticare il film di Luchino Visconti e accettare che questo Gattopardo è un’altra cosa.


“Bisogna dimenticare Lancaster, Delon, Cardinale e quella Sicilia dipinta da Visconti. Netflix si rivolge a un mercato più internazionale, ha il suo stile narrativo che è più simile a un racconto popolare”. In tutto questo però c'è anche qualcosa o qualcuno da salvare. Il suo nome è Concetta, questo il rivoluzionario ruolo affidato a Benedetta Porcaroli che sembra aver convinto tutti, critici e spettatori. Da figura marginale nel romanzo e nel film, diventa qui il perno del racconto: “Alla fine, il personaggio principale è Concetta che, sia nel libro che nel film, ha una parte secondaria. Lei è la cugina innamorata e delusa di Tancredi e, nella serie Netflix, è come se fosse lei a raccontare tutto quel mondo in disfacimento”. Non ha convinto invece il ruolo di Angelica, figlia di Don Calogero Setara, ieri Claudia Cardinale oggi Deva Cassel, la giovanissima attrice e modella (che ha a malapena vent'anni e ha tutta una carriera davanti). “Dispiace dirlo ma Angelica dovrebbe essere la figura di unione tra antico e nuovo che qui è un po’ una figurina. E le figurine non fanno storia”.


