In un mondo di Pinguini Tattici Nucleari, siate Joan Thiele. Lo sappiamo, forse è una frase forte, ma noi vogliamo fregarcene. La cantautrice ha anticipato la sua partecipazione al 75esimo festival di Sanremo con “Veleno”, un brano che la riconferma come uno dei talenti più interessanti e versatili del panorama musicale italiano. Joan Thiele, ancora una volta, ha scavato nel suo essere più profondo. La rabbia in “Veleno” è l’emozione principale, supportata da sonorità inquietanti, che spaziano tra i generi, allontanandosi da (quasi) tutto quello che siamo abituati a sentire ogni venerdì. Il sound è ispirato alle grandi colonne sonore italiane, ma reinterpretato in chiave moderna, con la cantautrice che dialoga con la sua “parte negativa”. E il legame col cinema non sembrerebbe casuale visto che con "Proiettili (ti mangio il cuore)", brano realizzato con Elodie per la colonna sonora di "Ti mangio il cuore" di Pippo Mezzapesa, ha vinto il David di Donatello come miglior canzone originale. Quello di Joan Thiele non è pop da classifica, guarda oltre. E la sua partecipazione a Sanremo è uno sciroppo che fa bene, di quelli che curano la tosse in un giorno, altro che veleno.
“Veleno” rappresenta un ulteriore tassello riuscito del percorso artistico della cantautrice, che anticipa, tra l’altro, il suo nuovo progetto in uscita in primavera. E a chi dice che mancano donne nel mondo della musica italiana, che non sono adeguatamente rappresentate, o che non vanno in classifica, noi vorremmo dire di andare oltre. Il discorso che Francamente ha fatto durante la semifinale di X Factor non è totalmente sbagliato, ma il cantautorato femminile italiano sta male anche (forse soprattutto) per "colp" di chi la musica la consuma quotidinamente e non. Il cantautorato femminile, ma anche le interpreti, ci sono e hanno davvero qualcosa da dire. E sì, il problema sarà anche l’industria discografica maschilista, ma noi ci mettiamo il carico. Se le donne non vanno in classifica non è perché “non sono brave”, “non sgomitano abbastanza” o “non fanno vedere il cu*o”. Siamo noi che non le ascoltiamo e che non le inseriamo nelle nostre playlist. E Joan Thiele merita di essere ascoltata e riascoltata, in modo non superficiale, come spesso invece ci capita di fare con tutto quello che in classifica ci va e ci rimane per settimane.
L’unico difetto di “Veleno”? È uscito lo stesso giorno di “Hello World”, il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari. Per cui, sappiamo già a chi sarà riservata tutta l'attenzione questo venerdì. Premettiamo: non abbiamo nulla contro Riccardo Zanotti e compagni. Ma da dopo Sanremo, la band bergamasca sembra non avere molto da dire. O meglio, di cose da dire sembrerebbe anche averne, ma è tutto ripetitivo e già sentito. I Pinguini Tattici Nucleari sono diventati “normie”. Escludendo la somiglianza tra “Islanda” e “Destri” di Gazzelle, le quindici tracce del loro nuovo album sembrano un “copia-incolla” dei loro precedenti lavori. E la title track, “Hello World”, sembra una versione mal riuscita di un qualsiasi brano degli Imagine Dragons (che avrebbero eletto a loro “punti di riferimento”, quindi non siamo pazzi). I Pinguini Tattici Nucleari sono una band mediocre? No, ma sembrano voler andare sempre di più in quella direzione. Ma “Hello World” è un disco che arriva alla sufficienza tirata, senza particolarità novità. Un disco “normale”, che finisce per annoiare dopo il primo ascolto, soprattutto (secondo noi) chi i Pinguini Tattici Nucleari li segue davvero dagli esordi.