"Da un grande potere derivano grandi responsabilità", disse una celebre volta Peter, il ragazzino che era stato morso da un ragno acquisendone poi le sovraumane skill (e una tutina imbarazzante). "Da un grande potere deriva l'assoluta certezza di essere un coglione", lo corregge oggi Butcher, tra i protagonisti di The Boys, la serie di Prime Video che ha appena visto arrivare a conclusione la sua terza stagione, con una quarta già in lavorazione. Il progetto si basa sull'omonimo fumetto di Garth Erris che nel 2006 volle prendere a cazzotti i supereroi, facendo scempio della narrazione Marvel e DC da cui siamo indottrinati fin da marmocchi. In un mondo in cui tutti si sdilinquiscono per le prodezze degli strambi ragazzini di Stranger Things contro le oscure forze del Male, su Prime Video si lotta contro il "Bene". E il "Bene" non è mai stato così putrido. Avete presente gli influencer?
Sesso (molto), droga (parimenti) e superpoteri (grotteschi). Potremmo riassumere così la terza stagione di The Boys che arriva dopo una seconda purtroppo deludente. Niente fronzoli o melassa per indorare la pillola, ogni scena è al più puro stato di sanguinolenta brutalità. Erris, il creatore del fumetto originale, ha avuto il genio di sovvertire lo stereotipo del supererore basandosi sul buonsenso: se una persona avesse davvero così tanto potere, perché mai dovrebbe impiegarlo per salvare il mondo? L'unica responsabiltà che i Super della serie sentono di avere, infatti, è quella di organizzare orge, diventare sempre più potenti e, nei tempi morti, istituire il proprio regime totalitario sul pianeta Terra (ovvero gli Stati Uniti d'America, s'intende).
La critica sociale è sempre più feroce in questa terza stagione con il super villain Homelander (Patriota, il gigantesco Antony Starr in odore di Emmy) mai così tale e quale a Donald Trump. Lo vediamo sclerare per irretire le masse, frignare come un bimbetto quando le cose non vanno come avrebbe voluto, promuovere slogan violenti che la gente si trova a ripetere a pappagallo perché crede in lui, "è così forte". Pure quando fa letteralmente saltare il cervello a chi lo contesta.
Trama a parte, le stoccate di The Boys alla nostra sciagurata società, però, non si fermano "solo" alla politica. A ben guardare, è dalla prima stagione che viene portato avanti un discorso che va a prendere per i K la specie dominante sul pianeta Terra in questi anni: gli influencer. Super popolari, strapagati per "essere se stessi" e sempre così sorridenti nonché grati alla vita, questi figuri che intasano il web con le loro esistenze da sogno e le battaglie per un mondo più inclusivo sono, a tutti gli effetti, i nostri "supereroi". Avendo il potere di fare il bello e cattivo tempo online, spesso con ripercussioni che sfondano la quarta parete dello smartphone, non è poi così peregrino immaginarli affini ai "Sette" della Vought.
Il paragone diventa ancora pià erosivo quando nella serie vediamo i Super impegnati, loro malgrado, in campagne di sensibilizzazione, costruite dai loro agenti d'immagine. E così il #BlackLivesMatter diventa spot per una bibita gasata, le istanze femministe lo slogan "Le donne ce la fanno", i diritti della comunità LGBTQIA+ un innesto nella trama del nuovo cinecomic per attirare più pubblico in sala. Fortuna che nel nostro mondo senza supereroi queste scempiaggini non avvengono mai. Sarebbe molto offensivo. Vero?
A combattere lo strapotere dei Super troviamo un manipolo di (ex?) delinquentelli capitanati dall'infido Butcher. Questi scarti della società sono gli unici a vedere la grettezza di quegli individui mantellati che sorridono solo per posa, mentre il mondo cade a pezzi e loro, apparizioni pubbliche a parte, non vedono l'ora di organizzare orgioni sulle sue stesse macerie.
Come Eleven di Stranger Things, anche i Super sono diventati tali a causa di esperimenti in laboratorio. Cavia morta dopo cavia morta, l'equipe di scienziati ha sintetizzato il Composto V, un siero (disponibile anche in fiale, però letale) che rende gli esseri umani in grado di volare, incenerire con lo sguardo o nutrire una smodata libido verso i polpi. Qual è il tuo talento? La rigogliosa ricrescita ascellare, il balletto di TikTok sul trend del momento, io una volta ho vomitato (guarda il reel!).
Se nel mondo di The Boys la vera origine del Male è questo farmaco scellerato, nel nostro la presenza del Composto "K" sta diventando sempre più ingombrante, facendo a cazzotti col buonsenso. Libera nos a malo, Kate Bush che corri su quella collina lì.