Finalmente. La terza stagione di The Boys è a piede libero su Prime Video. Dopo un secondo capitolo che aveva lasciato i fan tra il perplesso e l'annoiato, il titolo migliore del catalogo Bezos fa il suo grande ritorno esordendo con tre episodi violentissimi, assurdi e che sono un cazzotto ben assestato sul grugno del politicamente corretto. I protagonisti sono sempre i Sette, ovvero il corrispettivo malato e depravato degli Avengers: hanno superpoteri incredibili, sì, ma li usano solo per farsi belli sui social o in tv, dove smarchettano la qualunque diventando brand ambassador di parchi divertimento, cinepanettoni, intimo ad hoc, chissenefrega. Nel tempo libero, invece, si divertono falcidiando orde di comuni mortali per perversione, sadismo o solo perché... possono. Alla guida di questo branco di bastardissimi cani sciolti ritroviamo sempre lui, Patriota, il lato oscuro di Captain America: nazista fino al midollo, narcisista da ricovero e con un volto perfettamente statunitense. L'intera serie si basa sul suo sguardo: disprezzo (per chiunque non sia lui) negli occhi e sorriso stampato in faccia a favor di flash dei fotografi. Cheese.
Se siete saturi della narrazione dei supereroi senza macchia e senza paura che sacrificherebbero l'intero albero genealogico (quando lo hanno) pur di salvare la propria nazione, qui troverete ciò che realmente accadrebbe se qualcuno nascesse con poteri sovraumani: orge, abusi e stravizi. Che il mondo, poi, bruciasse pure. Molti di loro, tanto, sono anche ignifughi. Basata sulla graphic novel di Garth Ennis, la serie, di puntata in puntata, accompagna lo spettatore in un amplesso di scene memorabili: nel primo episodio di questa nuova tranche, attenzione spoiler (anche se ne stanno già parlando tutti), un "Super" provoca la morte di un cristiano facendogli letteralmente esplodere il belino: la conseguenza di un giochetto sessuale finito maluccio. Capita.
E, in effetti, vedere tutto questo sadismo menefreghista, fa godere. Sarà perché rompe la convenzione, la liturgia dei supereroi da sempre raccontati come l'unica speranza di salvezza per questo mondo malato, anche se non esistono, ma The Boys quando toglie il freno a mano, funziona meglio di un carroarmato che punta all'iperuranio (ed è in grado di arrivarci). Un orgasmo di cattiveria e spietatezza che non dovreste davvero perdervi per nessuna ragione al mondo, sempre che non vi infastidisca l'idea che il vostro schermo si imbratti di sangue e arti umani dall'interno. Incontabile il numero di vittime al minuto, ma la serie riesce a mantenere un (difficilissimo) equilibrio tra satira feroce e realismo ipotetico: tanto da non provocare un plissé per le loro povere sorti da parte di chi guarda e ne vuole ancora, ancora, ancora. Per quanto qualcuno, stanco dello strapotere di questi maledetti Super, stia mirando a frenare il loro dominio sul globo.
Butcher e i suoi Boys, fin dalla prima stagione, sono i "buoni" brutti, sporchi e cattivi che, avendo fatto esperienza sulla propria pellaccia della scriteriata malvagità dei Super, continuano a combatterli ottenendo alle volte risultati, ma soprattutto cocenti delusioni. Non si può non parteggiare per loro, per quanto il crudo realismo attraverso il quale sono descritti questi Avengers del male sia adorabile: Aquaman diventa "Abisso", il giullare dei Sette, bullizzato da tutti perché... quale utilità dovrebbe mai avere il "superpotere" di parlare coi delfini? Infatti, nella vita è un depressone che finisce per farsi invischiare in una setta spremi-quattrini. Non vi diciamo poi il motivo per cui la versione profana di Daredevil non ce l'abbia fatta a entrare nei Sette. Per i fan della serie ci limiteremo a ricordare: "Clap".
Patriota è nazista e complessato, con un ego che potrebbe disintegrare il mondo alla minima lesa maestà, A-Train è "Flash", ma oramai non corre più (anche se nessuno tra i civili lo sa) perché è perennemente strafatto e si ingozza di cibo spazzatura, Starlight, cresciuta con un'edicazione strettamente cattolica, è l'unica Super "buona", che cerca di minare la Vought, la multinazionale senza scrupoli che gestisce gli interessi di questi sciagurati, dall'interno e tra mille difficoltà. La nostalgica del Terzo Reich Stormfront, compagna di Patriota, sarà davvero completamente fuori dai giochi? Soldier Boy, impiegato nell'esercito e rivelatosi un vero e proprio boomerang di distruzione di massa, riuscirà a essere fermato? Tante le gatte da pelare per l'ufficio marketing (sì, esiste davvero!) dei Super, responsabile di restituire al mondo un'immagine candida, soffice e salvifica di queste carogne, nonostante gli spargimenti di sangue e i danni enormi alla società di cui si rendono prepotentemente protagonisti almeno due volte al dì. Anche in pubblica piazza.
Tra morti ammazzati male, esplosioni e overdosi di politicamente scorrettissimo, è una gioia perversa seguire la battaglia tra Boys e Super, senza esclusione di grotteschi plot twist. Se non avete avuto il piacere di goderne, la terza stagione vi aspetta, decisamente arrapata, su Prime Video. Ed è pronta a farvi esplodere il caxxo. Ancora? Sì.