Per Andrea Ostellari, presidente della commissione giustizia al Senato, dire a qualcuno “frocio” o “finocchio” non è offensivo. Non necessariamente, perlomeno. Ostellari, leghista, ha detto questo e altro nel corso de La Zanzara, su Radio 24 (ecco qui il link della registrazione, ripostato da Ostellari sulla sua pagina fb). Una posizione peraltro condivisa in massima parte dal conduttore Giuseppe Cruciani, mentre la “spalla” David Parenzo ha stigmatizzato le parole del senatore reso celebre (o famigerato) da Fedez, che in una story su Instagram lo ha attaccato in quanto a suo dire reo di fare «il cazzo che gli pare» con il disegno di legge Zan, quello contro l’omotransfobia, il cui iter attualmente risulta bloccato dopo l’approvazione alla Camera.
«Fedez – ha detto Cruciani – ha trasformato Ostellari in una sorta di nemico dei gay, un po’ lo ha reso famoso». «Non è un problema mio – ha replicato il senatore del Carroccio – se lui ha bisogno di vendere smalti è un problema suo. Io mi occupo di diritto e di diritti. Di gay, di etero, di tutti i più deboli. In Italia le leggi non le decide Fedez e questo è un bene per tutti. Le regole esistono e le sto applicando anche per chi non le conosce».
Per Parenzo Ostellari «ostacola una legge che dà diritti». «Non è vero – la replica del presidente della commissione giustizia – che dà diritti. Vi ricordo che con la legge Zan vi chiuderebbero la trasmissione domani». «Lei ha perfettamente ragione – il commento di Cruciani – ed è per questo che io mi oppongo fortemente a questa legge, perché mette in pericolo la libertà di espressione». Per Parenzo invece non è così.
A detta di Ostellari le pene ci sono già: «Perché dobbiamo fare una legge nuova speciale per i gay? Sono normali, loro sono normali, non hanno bisogno di leggi speciali» (d’accordo al 100% Cruciani). Contrario anche all’aggravamento delle pene per atti contro i gay? «Io sono per punire tutte le aggressioni e le violenze. Dico di più: servono pene più adeguate? Noi ci siamo, modifichiamo alcune norme, è semplicissimo farlo, però per tutti». Per il senatore dunque non ci deve essere aggravante per chi aggredisce un gay in quanto gay.
«La legge Zan – ha continuato il senatore – non è una legge che viene osteggiata dalla Lega o da Ostellari, omofobi e cattivi, è una legge che viene criticata in primis dal mondo femminista, da Arcilesbica». Anziché fare ostruzionismo, ha chiesto Parenzo, perché non si misura con il voto in aula? «Prima di arrivare al voto ci sono delle regole che devono essere applicate. C’è una questione di metodo e del contesto della commissione, e una di merito. Poi ovviamente io il merito lo contesto».
Cruciani si è detto preoccupato per la libertà di espressione. Cosa succederebbe con la legge Zan se uno dicesse «il matrimonio gay mi fa schifo»? «Potrebbe essere chiamato a rispondere. Io voglio poter dire ad esempio che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma. Anche questa opinione può essere in pericolo, dipende da come lo dici e dal contesto in cui lo dici».
Ostellari ha ricevuto minacce dopo la “pubblicità” che gli ha fatto Fedez? «Ho subito vari tipi di offesa. Ed è curioso che chi vuole abolire la parola frocio dia del frocio a me. Fedez aizza i suoi contro di me, se fossi come lui dovrei dire che serve una legge contro l’Ostellarifobia».
«Secondo lei – ha chiesto a quel punto Cruciani – “frocio” è una parola che si può dire o che non si può dire? Io la dico tranquillamente per esempio. Si può continuare a dire? Perché chi dice “frocio” o “finocchio” potrebbe essere passibile di punizione, o no?». Ostellari ha risposto con un lapidario «non è offensiva». Parenzo si è infervorato, dicendo «ecco, vuol dire che non sa l’origine della parola». «Attenzione – ha specificato a quel punto il senatore – dipende dal contesto, dipende dal contesto».
Per Ostellari i trans sono normali o malati di mente? «Assolutamente sono normali. Assolutamente non ho nulla contro i trans non ho nulla contro i gay, non ho nulla contro le persone che devono essere tutelate». E i gay sono contro natura? «Sono persone normali. Mi augurano che mio figlio possa diventare gay. E beh, quale sarebbe il problema? Io amo i miei figli e starò con loro, starò con loro sempre e li sosterrò sempre». Non lo porterebbe da un dottore? «Ma figuriamoci».
Parenzo è tornato quindi sulla parola “frocio”: «Su qualunque vocabolario è indicata come dispregiativo. Chi la usa, la usa in senso dispregiativo e il fatto che il senatore della Lega non se ne renda conto è molto grave». «No, me ne rendo conto», ha replicato Ostellari. «Lei ha appena detto che si può dire», ha controbattuto Parenzo. «Non ho detto questo». «Come no?»
Stuzzicato da Cruciani, il presidente della commissione giustizia al Senato ha assicurato: «Non ho problemi a vedere uomini che possano anche baciarsi, che stiano assieme, che convivano. Non ho alcun tipo di problema». Però è contrario alle adozioni gay? «Sì, è voglio poterlo dire». «Certo – il commento del conduttore – io sono a favore, ma lei deve poterlo dire. Lei deve poter dire fino all’eternità che un bambino con due uomini cresce male. Secondo lei cresce male un bambino con due uomini?» «Non è che cresce male con due uomini, due uomini lo possono anche crescere, però io guardo dalla prospettiva del bambino: secondo me – il punto di vista di Ostellari – ha bisogno di un papà e di una mamma per crescere bene».
Esiste una lobby gay? «Di lobby ne esistono in tutti i modi e in tutte le maniere. Non mi interessa questo. Francamente mi interessa poco. A me interessa difendere i diritti, anche nei confronti delle lobby gay». «Dunque esistono…», la deduzione di Cruciani.
Verrà approvata o no la legge Zan? «Secondo me farà fatica a passare così com’è, per le divisioni interne anche al centrosinistra».
Che ne pensa del gesto di Alessandra Mussolini, quello “tormentone” con la mano con scritto ddl Zan? Se lo aspettava? «È una sua opinione libera e legittima e la rispetto».
L’ultima parola, dopo che Ostellari si era già congedato, è stata di Parenzo: «La cosa grave – ha detto – è che noi abbiamo un senatore che ha usato la parola “frocio” dicendo che si può dire».