Quanto erano belli e ipnotici i film di Jean Claude Van Damme? Basta pronunciare il suo nome per rievocare la sua spaccata tra le due sedie in cui poteva stare sospeso per tempi immemorabili, i calci volanti a rallentatore e poi il suo marchio di fabbrica: il calcio andata-e-ritorno da fermo, quello che dava per decine di colpi, stando impuntato sulla gamba d’appoggio, con il bacino aperto e l'altra gamba volante.
Queste immagini di pura forza bruta maschile, mescolate alla tecnica sopraffina delle arti marziali, generano una sorta di empatia estetica verso quest’uomo che oggi compie sessant’anni e sicuramente sarebbe in grado di girare ancora molte delle scene per cui si è reso celebre.
Il fatto è che Van Damme non nasce come attore. A 11 anni era così magrolino e deperito che il padre, di umili origini, lo iscrisse a un corso di arti marziali perché imparasse a difendersi. Quattro anni dopo il giovane belga vinse i campionati europei. Partito col karate, di specializza poi in Kickboxing, Taekwon-Do e Muay Thai e successivamente nel body building. Sono nomi di arti che oggi forse sono passate di moda, spodestate dalla rude MMA, ma che nei millennials evocano i vecchi fasti del cinema d’azione. Van Damme era bello e massiccio e picchiava così duro che molte delle sue scene di combattimento erano tanto violente da venir girate all’estero per non finire nei guai legali negli Stati Uniti.
Una giornalista moralista e bacchettona chiese una volta a Tarantino come mai mettesse tutta quella violenza nei suoi film e lui rispose magistralmente: perchè è così figo! Siamo maschi e ci piace vedere altri maschi che si menano, da quando siamo bambini fino a quando tiriamo le cuoia. Non ha senso: è nel dna.
Questo rappresentava Van Damme.
Nonostante i suoi film siano quasi sempre lo stesso film, la trama spesso così basilare che a leggerla su Wikipedia ti metti a ridere, quando in seconda serata ne trovi uno in tv non puoi fare a meno di guardarlo tutto.
A vederli oggi certi paiono datati e scontati, i combattimenti sono lentissimi e si capisce ogni singolo taglio di scena, il cinema ha fatto passi da gigante, ma avremmo avuto Warriors con Tom Hardy oggi senza i film di Van Damme? Nein!
Partito alla volta di Los Angeles dopo una piccola parte in un film francese, Van Damme si mantenne per anni come tuttofare, passando dalla consegna del cibo a casa a fare il muratore o guidare le Limousine. Fu grazie a un incontro con l’agente di Chuck Norris che riuscì ad ottenere una particina in Rombo di tuono, ma il primo ruolo serio arrivò due anni dopo, nel 1986. Si tratta di Kickboxer - No retreat, no Surrender che all’inizio non ebbe il successo che si meritava. Le scene di combattimento contro il cattivissimo Ivan Kraschinsky sono forse le più belle che abbia girato.
Gli anni 80 diventano la sua era ed escono film come Senza esclusione di colpi ispirato a una storia vera di combattimenti illegali. Qui inizia il mito di Van Damme. Il film venne girato a Hong Kong e pareva così scarso che l’uscita venne rimandata di due anni. Jean Claude non perse coraggio e fece rifare il montaggio da capo. Il risultato fu un successo al botteghino e il film, costato 2 milioni di dollari, ne incassò 65.
I suoi pettorali erano sempre più scolpiti e il suo sguardo più ammaliante. Jean Claude nonostante la celebrità conservava una mentalità da atleta. Usciva poco e andava a fare corsi di formazione sulle arti marziali in Thailandia. Le donne però gli saltavano addosso e infatti si è sposato cinque volte e ha avuto tre figli. L’inizio dei 90 contribuisce a costruire il suo mito con film come Lionheart - Scommessa vincente, in cui fa combattimenti clandestini per mantenere la famiglia del fratello morto o Double Impact in cui ha persino un gemello.
Poi succede di tutto. Arriva la cocaina (da cui si disintossicherà ne 96), e le sue storie sentimentali si accavallano. In questa decade c’è il punto più alto del trash che è Street Fighter basato sull’omonimo videogame in cui Van Damme interpreta Guile (le voci vogliono che l’attore fosse così fatto sul set da rendere la produzione un b-movie), così come ci sono i suoi cult: Accerchiato, Senza Tregua, I Nuovi eroi e Timecop, quest’ultimo in cui interpreta un poliziotto che picchia criminali viaggiatori nel tempo è il suo maggior incasso di sempre, 103 milioni di dollari.
Con i duemila la sua stella si eclissa e lui inizia un periodo di rallentamento. Nonostante tutto è riuscito a diventare doppiatore, produttore, sceneggiatore e negli ultimi anni la sua storia pare essere in una nuova fase. Ha partecipato a I mercenari 2 e Amazon ha prodotto una stagione di una serie con lui. Youtube è pieno di video divertenti in cui il belga più famoso di sempre si presta a scenette ironiche. Ma a noi piace ricordarlo mentre mena chiunque, sudato, nella giungla. L'ultimo vero picchiatore.
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