Una “domandina”: così Gianfranco Fini ha definito la domanda che gli stava ponendo Lilli Gruber a Otto e Mezzo. Una puntata, quella andata in onda su La7, dove la giornalista e il fu leader di Alleanza Nazionale hanno tenuto banco con uno scontro continuo. Il motivo? Lilli Gruber pensava di contrapporre la destra di Gianfranco Fini a quella di Giorgia Meloni, per contestarne le posizioni, invece si è ritrovata un Fini spesso d'accordo con la Meloni.
Fini non tornava in tv da tempo, e forse la differenza con i colleghi attualmente in azione si vede proprio nella capacità di portare avanti la discussione, rimanere sul punto, rispondere senza lasciar trascendere la conversazione: per quanto però riguarda i contenuti, pur con alcune differenze, la Gruber non ha trovato le risposte che sperava.

È alla domanda se gli piacesse questa destra radicale, che Fini ha svelato apertamente il disappunto: “Ma è chiaro che non mi piace, ma mi sembra una domandina tanto per sentirsi dire di nuovo che Fini non è d'accordo”. Ma allora perché è venuto?, gli chiede la conduttrice: “Perché mi ha invitato, ma se pensava che venissi in questa trasmissione per darle ragione a prescindere, ha sbagliato interlocutore”. C'erano già state divergenze su Gaza e sui centri di detenzione in Albania, considerati da Fini più che una violazione dei diritti della persona, qualcosa di difficile attuazione, fino a che, a un certo punto, la Gruber ha chiesto di spegnere il microfono: l'ospitata di Fini su La7 è stata un vero e proprio duello senza colpo ferire, durato per tutta la piuntata del programma.
Quando poi Fini osserva che oggi si è abbassato il livello del dibattito politico, sia a destra che a sinistra, la Gruber prova a infilzarlo: ma chi l'ha scelta la classe politica attuale? “I cittadini”, per poi aggiungere che l'errore che ha fatto la classe politica è stato non capire che se si voleva ridare fiducia al ceto politico, bisognava permettere ai cittadini di scegliere i parlamentari.
Lilli Gruber pensava di costruire la puntata mettendo a confronto la vecchia classe politica con l'attuale, invece la narrazione non è riuscita. Anzi: Fini, vecchia volpe della politica, non è caduto nella polemica facile. Si è irritato anche alla domanda se abbia o meno rapporti con Giorgia Meloni, fiutandoci un eventuale titolo. Il confronto Alleanza Nazionale vs Fratelli d'Italia dunque, è così diventato Gruber vs Fini, il quale non ha rinnegato la sua “creatura” Giorgia Meloni, pur sottolineando di non sopportare l'attuale dibattito politico appiattito su un “ping pong” di dichiarazioni a effetto.

Lo scontro Gruber-Fini però, potremmo dire, se non si è risolto nella divergenza tra la vecchia destra e quella contemporanea, ha sicuramente messo in evidenza quello tra vecchia e nuova tv. La differenza del dibattito politico in tv, dove Fini è arrivato con tempi molto diversi da quelli degli attuali talk show del piccolo schermo. Laddove la politica parla per slogan infatti, Fini ha preteso articolazione, irritando anche la conduttrice per il tempo che le sue risposte richiedevano. Ma ha dimostrato anche come gli stessi conduttori ormai, siano tarati su quel tipo di “ping pong” e a una politica che parla più per tempi televisivi che per contenuti: dichiarazioni pronte a diventare video per il web o reel per i social, anziché comprensione di un contenuto. È bastato che un politico preparato della vecchia guardia sbucasse nella tv di oggi, per accorgersene.
