Le baby gang sono un pericolo sociale. Questo è un dato di fatto ormai conclamato. Ma chi ne osanna il nome è ancora più pericoloso delle stesse gang perché gli fa promozione e commette un grave errore. Nessuno di noi si scandalizza per nomi d’arte come Baby Gang che diventano addirittura brand; ma se per nome d’arte qualcuno di noi avesse usato il nome “Hitler” o “Svastica” o “Forno Crematorio” staremmo tutti, compresa una parte politica, già giustamente inveendo contro questo utilizzo! A questo poi aggiungiamo che uno con un tal nome spara ad un altro, poi chiede scusa e tutto finisce lì. Mentre uno che ruba per vivere o chi commette reati molto inferiori chiede scusa, ma comunque resta in carcere ed è bollato a vita e non troverà mai più lavoro. Ma agli artisti, specie nella musica, si perdona tutto in nome degli streaming e dei like e soprattutto dei soldi che fanno sul loro immeritato hype le case discografiche pur consapevoli che certi argomenti, e un certo modo di chiamarsi, attraggono ragazzini infatuati dal mito criminale. Chi mostra cassette di orologi costosissimi, chi sfoggia auto super lusso, medaglioni del Colosseo in oro e brillanti, cattura l’attenzione dei “Maranza” (così li chiamano) che nemmeno possono pensare di possederli, se non andando a rubare oggetti di questo tipo. I dati segnalati dal servizio di analisi della Direzione Centrale della Polizia criminale sui minori sono mostruosamente tendenti al rialzo per quanto riguarda il quantitativo di minori denunciati o arrestati e facenti parte di baby gang. E cresce proprio quella “Seconda Generazione” a cui Baby Gang (l’artista), non contento del nome così caratterizzato che ha scelto, dedica il titolo e il contenuto del suo brano che subito è stato intercettato (guarda caso) dai “Super Editor” di Spotify e dal mitico algoritmo e posizionato in vetta alla New Music Friday.
In effetti ci viene da pensare che all’algoritmo siano suggerite delle parole chiave su cui riesce a captare il brano che farà colpo sulla generazione Z di streammatori seriali. E poi sempre dall’analisi dei dati della Direzione Centrale della Polizia Criminale si vede un’impennata - dal 44% al 46% - della percentuale di stranieri o di italiani di seconda generazione che fanno parte proprio delle baby gang. Non quelle del nome d’arte: quelle reali e criminali. E cosa contribuisce alla crescita esponenziale di questo fenomeno? Indovinate un pò: i social network, la musica e i riferimenti artistici che hanno condotte illegali. Qualcuno dirà che Baby Gang si è pentito. Qualcuno potrebbe addirittura pensare di fare lo scoop televisivo di un pentimento in diretta Rai, magari sul palco di Sanremo. Non vi è dubbio che per il servizio pubblico è più “criminale” Fedez il contestatore, che per questo va censurato per l’invito a Belve, rispetto all’angioletto che spara ad altri ragazzi ma poi chiede scusa e quindi, come si dice dalle mie parti, “tuttappost”?
Ma contestualmente alle sue “scuse” (probabilmente suggerite e non sentite nell’animo) esce la sua nuova hit e si chiama proprio “Seconda Generazione”. E quindi si capisce che Baby Gang ha un modo tutto suo di pentirsi, come quando canta: “In Italia son tutti uguali/ O sono tutti amici o sono tutti rivali/O sono tutti infami o sono dei criminali” (e qui l’Italia e gli italiani ringraziano per l’offesa ricevuta). E ancora: Prima esci da San Andreas e poi vieni a bucarmi (Ahah)/Sono passati i mesi, sono passati gli anni/Non ho mai dimenticato la faccia di quei bastardi/E se pensi di farmi, tira fuori le palle/Che in questa guerra con me non ti bastano le armi/È inutile che parli, me la puoi solo sucare/Nuova generazione che piscia in culo ai più grandi/Nuova generazione, da poveri a milionari/Nuova generazione, ci abbiamo messo due anni/Non ho un milione in banca, ma ho un milione in tasca/Ho un caricatore pieno, entro à la Vallanzasca/Sono italiano e arabo: mafia, cous cous, pasta. Il pentimento? più chiaro di così non poteva essere.
Poi chiaramente per addolcire la pillola il povero "cucciolo di coccodrillo del Nilo" fa la promessa alla mamma, come tutti i rapper Gen Z che paiono non avere padri da ringraziare. Anche qui un maligno penserebbe che ringraziano solo le mamme perché fanno più tenerezza! Ma intanto il testo continua: Stavo sotto i portici, tu, "drin-drin", muoviti/Ho ancora i bossoli e [?] fuori dal Toqueville/Chi ha fatto con me il grosso, l'ha pagata grossa, mollami/Suck my dick, bitch, fils de pute, rich/Io sono free e tu modalità RIP/Faccio (*beep-beep*) dalla police-lice/Mio fra' dal Gambia Khardala hashish-shish/No, facevo braquage/Avevo in garage i chili, i Kalash/Ora nel garage un Lambo e un S-Class Classe A, Classe B, sto fuori classe/Sto fuori classe, non mi hanno insegnato l'arte/Volevo fare la musica, ma ero messo da parte/Per quello che la mia unica strada: stare col grande/E imparare cose grandi per poi diventare un bandi'/Bandito o banditi? (Bandi')/Banditi dalla city, ho dentro tutti i miei amici.
Questo è un pentimento che nemmeno la Bibbia aveva preso in considerazione. Ma voi credete che la colpa sia di Baby Gang? No. La colpa è di chi ascolta questo tipo di musica? No. I veri colpevoli sono le case discografiche (nel caso di specie quella di Baby Gang) e la piattaforma streaming più utilizzata in Italia dai ragazzini che speculano sul malessere proprio della Gen Z pubblicando brani con questo tipo di contenuti e ancora di più affidandoli ad un algoritmo che li pesca e glieli piazza nella parte alta della playlist più ascoltata. Ma ci vogliamo prendere in giro? E allora prendiamoci per il cul*.