Il racconto uscito su Repubblica di Alain Elkann nel quale descrive il viaggio in treno per Foggia ha fatto discutere, tanto che si sono dissociati gli stessi giornalisti del quotidiano. C'è chi lo ha definito "classista" e chi invece lo ha difeso, come Gian Paolo Serino proprio su MOW. Cosa aveva raccontato? Il papà dell’editore di Repubblica, John Elkann, descrive il suo fastidio per essere stato disturbato in prima classe da un gruppo di adolescenti chiassosi che ad alta voce discutevano di calcio, di musica e di come rimorchiare le ragazze. Fra tanti pareri maschili mancava quello di una donna, ma non una qualsiasi. Ci siamo affidati, infatti, alla grande scrittrice Barbara Alberti che ha invitato Elknann (padre) per il futuro, a non salire più su un treno per non restarne nuovamente, traumatizzato.
Barbara Alberti, cosa ne pensa del racconto di Alain Elkann?
Lo trovo esilarante, lui si compiace di essere l'ultimo che legge Proust. Se lei prende un signore di qualsiasi generazione che vede i giovani naturalmente non si riconosce. Per esempio mio padre era abituato che già a vent'anni si vestiva da uomo. Ma credo che Elkann sarebbe stato estraneo anche alla sua generazione, in cui si portavano i capelli lunghi, ricci, probabilmente sarebbe stato un alieno anche allora. Quello che mi commuove e che mi intenerisce è questo suo auto compiacimento di essere l'ultimo signore sulla terra e l'ultimo che legge Proust, ma vorrei dire che c'è tanta altra gente che lo legge, io ne conosco di giovani che hanno letto più di me nella vita. È una bellissima cartolina di un signore che potrebbe essere di qualsiasi tempo che vede la nuova generazione e si compiace perché lui comunque è elegante.
Non si può salvare proprio nulla, neanche la critica a una certa volgarità?
Non lo so, io sto alle sue dichiarazioni ed Elkann mi sembra deliziosamente ingenuo. La sua mi pare una vanteria simpatica, tenera, ma sembra che cada dal pero dato che i problemi sono ben altri.
Quali?
Il fatto che questa è una generazione che abbiamo educato nel consumo. Quello che leggo nelle parole di Elkann mi sembra un banalissimo stupore e il compiacimento di essere un signore e un intellettuale, ma si compiaccia di questo prendendo atto però del fatto che il mondo va in un'altra direzione e c'è sempre andato.
A lei non farebbe piacere trovare un giovane che legge un quotidiano sul treno?
L'ho incontrato l'altro ieri proprio in treno, era un ragazzo che aveva 18 anni e mi ha stupefatto per la vastità delle sue letture. Aveva letto tutto quello che avevo già letto io e forse anche di più, aveva letto tutti i grandi. Con questo voglio dire che esistono anche questi giovani, non sarà stato di certo un ragazzo comune, ma ho passato due ore di viaggio ad ascoltarlo. Io vorrei scusarmi con i giovani d'oggi perché li abbiamo tirati su in un mondo spaventosamente consumista e superficiale, dove l'unico problema è diventare famosi. Non dimentichiamoci che oggi i giovani uccidono per riprendersi con il telefonino e mandare in rete ciò che succede, si vantano anche delle loro azioni più turpi. L'apparire in sé ha sconvolto tutti. Ormai si vuole esistere attraverso l'immagine. È per questo che trovo deliziosa la nota di Elkann che lo colloca in un mondo lontanissimo rispetto a quello che è oggi, è un alieno che non ha un'effettiva visione del mondo di oggi.
A lei piace come vestono i giovani di oggi?
Ma non sono solo i giovani a vestirsi male, guardate anche i vecchi, guardiamoci intorno. Siamo nel mondo del consumo e del cattivo gusto. Conosco un giovane scrittore che si chiama Edoardo Pisani che va in giro sempre leggendo e di notte indossa una sorta di torcia da minatore che fa in modo di illuminargli il libro, quindi esistono anche degli alieni meravigliosi. Conosco ragazzi e ragazze infinitamente intelligenti, anche se la maggioranza è sempre stata cafona, come la definirebbe lui, perché in sintesi è così che la trova. Quel genio di Roberto D’Agostino ha inventato la parola “cafonal” che è il segno del nostro tempo.
Non le è mai capitato di avere a che fare con giovani maleducati?
Sì, ma anche con vecchi, perché la maleducazione è la gloria del nostro tempo. Proprio perché questa è la sopraffazione dell'altro ed è un mondo che si è abituato e che ha glorificato la sopraffazione. Pensiamo comunque alle cose gravi, siamo nel pieno di una guerra che sta finendo di distruggere il pianeta e vorremmo che i ragazzi fossero vestiti bene come Elkann? Ma per carità! Questo è il mondo che noi abbiamo costruito e preparato e mi sembra il minimo vedere in giro tutti questi tatuaggi, pensiamo al fatto che i bambini di cinque o sei anni hanno come babysitter il cellulare…e lui si stupisce di quello che vede in treno?
Cosa consiglierebbe ad Alain Elkann?
Che non vada in treno, ma che vada in macchina con l'autista così non avrà traumi. Il gesto democratico di andare in treno, che noi apprezziamo, mi sembra un gesto avventato, non lo faccia, altrimenti in treno c'è il pericolo di vedere la gente com'è realmente.