È finalmente arrivato il trailer dell’ultima stagione di Stranger Things e ha immediatamente scatenato entusiasmo e commozione tra i fan. Non solo per le immagini cariche di tensione e spettacolarità, ma anche per la scelta musicale che accompagna il montaggio: “Child in Time” dei Deep Purple. Una traccia leggendaria che, inserita in questo contesto narrativo, acquista una potenza simbolica nuova, tragica e profetica. La serie, che ha segnato un’intera generazione di spettatori, si prepara così al suo atto finale con un carico emotivo e simbolico che promette di essere all’altezza della sua storia.
Nel trailer pubblicato il 16 luglio 2025 da Netflix, si susseguono immagini dal ritmo serrato: Hawkins in quarantena, creature mostruose provenienti dal Sottosopra, volti segnati dal tempo e dalla paura. Ma ciò che colpisce maggiormente è il tono solenne e dilatato imposto dalla celebre traccia rock del 1970. La voce di Ian Gillan, accompagnata dagli arpeggi funerei dell’organo di Jon Lord, diventa colonna sonora di una battaglia che appare tanto fisica quanto interiore. Non è solo una scelta stilistica: “Child in Time” è una canzone che parla, senza alcuna retorica, del male e dell’innocenza perduta, rendendola perfetta per accompagnare la resa dei conti definitiva della serie.
Stranger Things nasce nel 2016 da un’idea dei fratelli Matt e Ross Duffer, che fin da subito si sono dichiarati debitori del mondo narrativo di Stephen King e delle atmosfere del cinema anni Ottanta. Non si tratta di citazionismo gratuito, ma di una vera e propria ricostruzione affettiva dell’immaginario collettivo di quell’epoca. Le biciclette nel bosco, i walkie-talkie, le luci natalizie usate come linguaggio e i primi videogiochi arcade non sono elementi di scena: sono simboli di un’infanzia fragile, circondata da forze che sfuggono alla comprensione. Esattamente come nei romanzi di King, i giovani protagonisti devono affrontare orrori reali e soprannaturali in una lotta che è anche, e soprattutto, psicologica.
Nel corso delle stagioni, la serie ha saputo evolversi, passando da un racconto di mistero e amicizia a un’epopea sempre più cupa, stratificata e adulta. La quinta stagione, ambientata nel 1987, si inserisce in questa progressione. Hawkins, epicentro della battaglia tra mondi, è ora una città isolata, devastata da fessure dimensionali che minacciano di distruggere la realtà stessa. I protagonisti, ormai maturi e segnati dalle perdite, si ritrovano a fronteggiare una minaccia che non è più soltanto metafora, ma piena e totale manifestazione del male.

L’uso di “Child in Time” all’interno del trailer non è una semplice scelta musicale. La canzone, pubblicata nel 1970 nell’album Deep Purple in Rock, è stata concepita come un grido contro la violenza e la guerra, con riferimenti espliciti alla Guerra Fredda. Ian Gillan la descrisse come un brano “contro la follia dei conflitti”, dove il crescendo musicale simula l’escalation della tensione umana verso l’autodistruzione. Il suo impiego nel trailer crea un parallelismo tra il disastro geopolitico evocato dalla canzone e quello narrativo che incombe su Hawkins. In entrambi i casi, il “bambino nel tempo” è spettatore e vittima di una violenza più grande di lui.
Le reazioni della stampa internazionale non si sono fatte attendere. The Guardian ha definito il trailer “una promessa di ritorno alla miglior forma” della serie, sottolineando la centralità del legame tra Hopper ed Eleven, vero cuore emotivo dello show. Entertainment Weekly ha evidenziato l’impatto della narrazione visiva e sonora, lodando la regia e la composizione del trailer come una delle più riuscite tra le grandi produzioni Netflix. Anche Billboard ha dedicato spazio alla scelta musicale, sottolineando come Stranger Things riesca, ancora una volta, a riportare brani classici al centro della cultura pop contemporanea.
La produzione dell’ultima stagione ha affrontato diverse difficoltà. I ritardi dovuti allo sciopero degli sceneggiatori e degli attori del 2023 hanno costretto i fratelli Duffer a riprogrammare i piani. Le riprese sono ripartite nel 2024 e la stagione sarà distribuita in due tranche: una prima parte a novembre e una seconda tra Natale e Capodanno. Una scelta che amplifica l’elemento rituale dell’addio, collocando la fine della serie nel periodo dell’anno più carico di significato.
Senza entrare nei dettagli della trama, si può dire che tutto è stato costruito per un epilogo che sia coerente con lo spirito originario della serie. Stranger Things è sempre stato un racconto di formazione, prima ancora che di horror. I mostri hanno sempre rappresentato le paure dell’adolescenza, la fatica di crescere, l’impossibilità di tornare indietro. E in questa stagione finale, quelle paure sembrano pronte a esplodere in tutta la loro forza.
L’impressione che lascia questo trailer è quella di un’opera consapevole della propria eredità. I Duffer non cercano più solo di sorprendere, ma di concludere. Lo fanno attraverso il cinema, la musica, le emozioni. “Child in Time” non è soltanto un brano evocativo: è un avvertimento, una preghiera, un addio. E se questo è il tono con cui si apre la stagione finale, c’è da aspettarsi che il congedo da Hawkins sarà tutt’altro che leggero. Sarà, invece, potente, cupo, ma soprattutto necessario.
