A prescindere da ogni qualsivoglia concezione del tempo, ciclico o lineare che sia, né senza dover per forza ricorrere alle pseudoscienze esoteristiche, questa è una vera congiunzione astrale. La finale del Premio Strega contemporaneamente all'inizio di Temptation Island. Una contiguità spazio-temporale che sa di continuità. Uno inizia dove l'altro finisce. Se questo articolo fosse uno dei libri della cinquina potremmo scrivere qualcosa come: mia nonna, malata reclusa e con osteoporosi galoppante, diceva che la fine è soltanto un inizio; certi che una frase del genere sarebbe un piccolo passo avanti verso la vittoria, e un grande balzo all'indietro per la letteratura. Ma, è così, il Premio Strega ci ha abituati a questo genere di fitness cerebrale. La situazione è questa: Temptation Island inizia, il Premio Strega finisce. Il dubbio insorge: non sarà che sono la stessa cosa? Paolo Nori, Andrea Bajani, Nadia Terranova, Michele Ruol ed Elisabetta Rasy: benvenuti nel reality. Chi verrà eliminato?

Avevamo letto i libri del Premio Strega, ma non abbiamo ancora visto le coppie di Temptation Island all'opera. Questo depone a favore del programma condotto da Filippo Bisciglia, visto che i testi, in un modo o nell'altro, facevano pena, e possiamo essere certi che cornuti e cornute, che siano in atto o in potenza, faranno altrettanto. Se non meglio, in quanto a intrattenimento. D'altronde cos'è la letteratura se non confessione, apertura, coricarsi sulla sdraio con milioni di lettori e lettrici, coprirsi con un telo da mare e limonare, allungare le mani, dare sfogo alla libido? Ogni scrittore è tentatore, ogni lettrice è fidanzata delusa dalla vita che si rifugia nella dimensione narrativa. E viceversa, dal punto di vista dei generi sessuali. Però, come nell’accoppiamento, c'è amante e amante. Chi lo fa con classe, chi con brutalità. Chi sa parlare, chi si sa muovere. È in questo che i libri della cinquina, ancora una volta, rasentano l'identità con il circo umano del programma di Canale 5. Non serve saper parlare bene, figuriamoci scrivere; non c'è bisogno di andare in profondità, ci si accontenta di enumerare le proprie paturnie sentimentali e famigliari, in modo da impietosire il tentatore, la tentatrice, il pubblico a casa, i lettori e le lettrici.

Si agisce in vista di un fine. In gergo filosofico: il fine ultimo condiziona i mezzi, in quanto ne è causa, e ciò che è orientato verso un fine tende naturalmente a somigliargli. Prosaicamente: qual è lo scopo delle coppie che si appartano sui lettini del resort? Coincidenza semantica: scopo, scopare. Un po' meno prosaicamente: proporsi all'altro, cercare di capire se la propria persona è un prodotto valido. Vendersi, e vendersi bene. Per questo, ci si mette lì e si racconta all'altro la propria storia, la propria relazione, i traumi infantili e postadolescenziali, magari infilando qua e là delle frasi a effetto. Non ad effetto, anche se le d eufoniche vanno forti anche nei romanzi. Ma fermiamoci un attimo, che non si capisce più se stiamo parlando dei libri della cinquina o delle coppie di Temptation Island. In effetti, la somiglianza è forte. E forse non ha fatto male il ministro Giuli, a dire che non presenzierà alla cerimonia perché non gli hanno inviato i libri da leggere. Perché comprarli, quando c'è Temptation Island gratis in televisione? Non solo: negli ultimi mesi, i cinque finalisti hanno fatto un tour di presentazione con lo Strega, in tutta Italia, strombazzando le uscite sui social come dei perfetti influencer, o come faranno poi i protagonisti del reality una volta usciti. Mancavano soltanto le serate in discoteca. E qui la conclusione del sillogismo, la tesi perfetta: meglio guardare i cornuti che si scornano, i cervi che si prendono a craniate e che prendono a calci le suppellettili del pinnettu, anziché seguire la finale del Premio Strega. Tra due cose perfettamente identiche, meglio quella con meno pretese di intellettualità. Meglio gli Amici di Maria che gli amici della domenica.
