image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Più fila per il cane robot militare che per i grandi autori? Anche questo è stato il Salone del libro di Torino. Noi ci siamo stati tra caldo da serra e grandi case editrici prese d’assalto. Se solo la gente andasse anche in libreria…

  • di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

  • Foto: Illustrazione generata con IA

19 maggio 2025

Più fila per il cane robot militare che per i grandi autori? Anche questo è stato il Salone del libro di Torino. Noi ci siamo stati tra caldo da serra e grandi case editrici prese d’assalto. Se solo la gente andasse anche in libreria…
Tra padiglioni roventi, cibo (troppo) caro e incontri impossibili da prenotare, il Salone del libro di Torino si conferma un mix di frustrazione e fascino. Tra il paradosso delle grandi case editrici assaltate come se fossero mercati esotici e il cane robot militare che attira più persone delle case editrici indipendenti, tra consumismo e scelte discutibili, non tutto è da buttare…

Foto: Illustrazione generata con IA

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

Passare dallo stadio Marassi a Genova, con il "funerale" alla Sampdoria organizzato dai tifosi del Genoa, al Salone del libro a Torino è un'operazione che richiede pazienza, soprattutto se con poche ore di sonno. Fino all'ultimo sono indecisa: vado o non vado? Alla fine in qualche modo mi convinco, spinta anche dal desiderio di spendere un po' di soldi in libri, che non fa mai male. Maledetto consumismo. Arrivo a Torino Lingotto (a due minuti a piedi da uno dei tanti ingressi del Salone) a ora di pranzo. C'è caldo, ma mai quanto dentro i vari padiglioni. Sembra di stare in una serra, tanto che mentre pago due libri allo stand di Minimum Fax chiedo se sia normale che la temperatura sia così alta. Mi rispondono di sì, senza particolare convinzione. Sarà a causa delle tantissime persone che affollano la penultima giornata della trentasettesima edizione del Salone del libro di Torino? Ci credo pochissimo. Le certezze durante la manifestazione sono poche, ma su due non ci saranno mai dubbi: per mangiare si spende troppo e partecipare agli incontri sarà sempre eccessivamente difficile. Un esempio della prima certezza: una poké e una Coca Cola mi vengono a costare 16 euro. Un po' eccessivo, no? Uno potrebbe dire: ma ci sarà qualcosa che costa meno? Sì, ma con 30 gradi all'ombra (o al sole, visto che i posti per sedersi a mangiare sono pochissimi e le poche zone all'ombra dove sedersi, ovviamente per terra, sono prese d'assalto) vi voglio vedere a gustare un fantastico hamburger o un bel kebab. La seconda, invece, è un po' come gli Hunger Games (per fare una citazione letteraria, non particolarmente di alto livello): per accaparrarsi un posto bisogna rimanere svegli di notte e aspettare che aprano le prenotazioni. E quelle aperte al pubblico, senza prenotazione, sono sempre prese d'assalto, ma nella migliore delle ipotesi almeno si riesce a sentire qualcosa.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Salone del Libro (@salonelibro)

Non è la prima volta che vengo al Salone e girando tra i padiglioni c'è sempre una cosa che mi lascia perplessa: l'Oval, dove si trovano soprattutto le grandi case editrici come Mondadori, Feltrinelli e Adelphi, è sempre preso d'assalto. Mi chiedo quindi: ma le persone in libreria non ci vanno mai? Perché onestamente, al di là delle firme (comprensibili) per i firmacopie, i libri che si trovano durante il Salone sono gli stessi che vediamo ogni giorno nelle grandi librerie italiane. Inoltre, a differenza di tante altre case editrici più piccole, non è che Mondadori, Feltrinelli e compagnia bella facciano chissà quali sconti, regalino tote bag o facciano in generale promozioni particolari. L'unica che vedo, e penso sia un miracolo che l'abbia notata perché stampata su un foglio A4 e posizionata su una parete minuscola, è quella che riguarda i cofanetti realizzati per i 60 anni degli Oscar Mondadori. In regalo, con l'acquisto, un poster realizzato in collaborazione con Ciao Discoteca Italiana con una citazione da "Addio alle armi" di Ernest Hemingway. Ora, tutto bellissimo e i poster di Ciao Discoteca Italiana sono sempre fantastici, ma questo (a mio parere) è veramente brutto. Più surreale del delirio tra i libri delle grandi case editrici è la presenza degli stand di Poste Italiane, Inps e forze dell'ordine varie ed eventuali. Per carità, non è che ci siano solo al Salone del libro di Torino, li troviamo in qualunque fiera, ma è sempre buffo (e un po' grottesco) vederli. Soprattutto perché, mentre cammino cercando l'uscita per andare a prendere la metro, vedo parecchie persone disposte disordinatamente intorno a qualcosa di non meglio identificato. Avvicinandomi, mi trovo davanti un cane robot con tanto di mitragliatrice (o qualcosa che ci assomiglia molto) che si muove avanti e indietro tra le persone, ipnotizzate da questo cucciolotto inquietante fatto di metallo. Praticamente mi ritrovo senza volerlo in una puntata di Black Mirror. Faccio anch'io un paio di video, guardandomi intorno e chiedendomi come sia possibile che le persone siano più interessate a questa arma da guerra (perché, di fatto, questo è) più che ai libri.

Alla fine di questa giornata al Salone del libro di Torino mi rimangono soprattutto meno soldi sulla carta e l'incontro con Chiara Galeazzi, che ha presentato qui il suo nuovo libro "Merdoni", pubblicato da Blackie Edizioni. Scambiamo due chiacchiere, complice Filippo Ferrari che entrambe conosciamo, e quando le chiedo di autografare il libro mi lascia una dedica che per nessuno avrà senso, ma a me fa molto ridere: "A Benedetta, salutami Silvia. Grazie". Silvia è il mio ex direttore, un'altra persona che abbiamo in comune. Ecco, il Salone del libro di Torino è fatto anche di incontri, organizzati e casuali, che raccontano un mondo dell'editoria in continuo movimento. Forse non sanissimo, visto i titoli che ci ritroviamo a vedere nelle vetrine delle librerie, ma vibrante e in costante movimento. E diciamocelo: non facciamo i sommelier della letteratura. Leggere è bello, spesso a prescindere da cosa leggiamo. E ne sono assolutamente convinta e lo dico mentre, da lontano, mi guardano da un ripiano le raccolte dei fumetti delle Witch che ho comprato al Salone, anche se ho 32 anni, anche se quando sono in autobus leggo i saggi e i libri "impegnati".

20250519 132936975 5050
La dedica di Chiara Galeazzi
https://mowmag.com/?nl=1

More

Massimo Recalcati smonta Crepet e i teorici dei “genitori smidollati” al Salone del Libro? “Dicono di tirare fuori il bastone e menare, ma ecco perché con i figli non funziona più così”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Con la clava

Massimo Recalcati smonta Crepet e i teorici dei “genitori smidollati” al Salone del Libro? “Dicono di tirare fuori il bastone e menare, ma ecco perché con i figli non funziona più così”

Scontri al Salone di Torino, davvero gli attivisti pro-Palestina volevano cacciare il giornalista Nathan Gretti? Sì, e così danno ragione al suo libro: la loro è una “cultura dell’odio” (Lindau)

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Non ha funzionato

Scontri al Salone di Torino, davvero gli attivisti pro-Palestina volevano cacciare il giornalista Nathan Gretti? Sì, e così danno ragione al suo libro: la loro è una “cultura dell’odio” (Lindau)

Il Salone del libro di Torino ancora deve iniziare ed è già polemica? Sì, contro Libraccio e la “concorrenza sleale”: ma perché gli editori indipendenti si rivoltano? Ve lo spieghiamo qui

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Iniziamo bene

Il Salone del libro di Torino ancora deve iniziare ed è già polemica? Sì, contro Libraccio e la “concorrenza sleale”: ma perché gli editori indipendenti si rivoltano? Ve lo spieghiamo qui

Tag

  • Cultura
  • Letteratura
  • Libri
  • Salone del libro torino
  • Torino

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

    di Cosimo Curatola

    Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

Foto:

Illustrazione generata con IA

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

di Riccardo Canaletti

Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
Next Next

Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy