image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

19 maggio 2025

Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
No, “Il giorno dell’ape” di Paul Murray è un grande libro ma non il più grande dell’anno (che poi è il 2023). Un altro autore irlandese, sempre pubblicato da Einaudi, ha scritto il capolavoro dell’anno. Ecco due titoli migliori del romanzo vincitore del Premio Strega Europeo, ma troppo “di genere” per essere presi in considerazione seriamente (spoiler: tutti e due sono pubblicati, come il libro di Murray, da Einaudi)

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Nel 2023 esce Il giorno dell’ape di Paul Murray (in Italia esce nel 2025). Vince il Premio Strega Europeo a ridosso di questa estate, nel frattempo colleziona recensioni a cinque stelle da tutte le maggiori testate internazionali – dal Guardian al New York Times – e pure i complimenti di scrittori enormi come Bret Easton Ellis, che lo definisce il “libero migliore letto quest’anno” (nel 2023 o nel 2025?). Insomma, successo assicurato. Era scritto avrebbe vinto. Ha vinto. Lo paragonano a Il cardellino di Donna Tartt (premio Pulitzer 2014) e a Le correzioni di Jonathan Franzen (National Book Award 2001). È la storia non di una famiglia che si disgrega dopo una crisi economica, ma di una famiglia che non è mai stata tale, in cui nessuno crede ai legami costruiti con gli altri. Una famiglia di monadi, ansie e isolamento, un po’ come il nostro tempo, caratterizzato, secondo Murray, da un’imminente catastrofe ambientale dovuta al cambiamento climatico. In linea con un altro romanzo, che però rende protagonista proprio la crisi climatica, Diluvio di Stephen Markley (Einaudi, 2024), un’epopea enorme. Qualcosa che potrebbe avere a che fare anche con il più complesso (e più complesso di entrambi i titoli già citati) Smarrimento di Richard Powers (La Nave di Teseo, 2021). Insomma, lo standard di qualità viene rispettato (dire che lo abbia superato, rispetto a Markley e Powers, è più difficile). Ma davvero è il più bel libro dell’anno (e cioè del 2023)? Probabilmente no.

“Il giorno dell’ape” di Paul Murray (Einaudi, 2025)
“Il giorno dell’ape” di Paul Murray (Einaudi, 2025)

I grandi meriti sono due: la semplicità stilistica, molto lontana dalla raffinatezza di Tartt e dall’intelligenza esibita di Franzen; la coerenza narrativa. Parliamo infatti di un romanzo che, dall’inizio alla fine, si presenta come tale, non un saggio, non un libro a metà fra i generi, non un testo didattico, né un pamphlet. Un romanzo che racconta la vita decostruita che caratterizza la nostra epoca, forse con qualche decennio di ritardo sui primi grandi tentativi (uno su tutti proprio Franzen). Il problema è che forse manca, come si direbbe, quel tono oscuro, uggioso, piovoso che pure i grandi scrittori irlandesi riescono a dare. Manca l’ombra. Intanto diciamo questo: nel 2023 esce Le schegge di Bret Easton Ellis (Einaudi, 2023), davvero il romanzo più bello dell’anno. Un romanzo definitivo, che chiude e riassume e migliora il lavoro di Ellis da Meno di zero (il suo romanzo giovanile e di esordio) a oggi. Un libro che funziona come un’opera senza salvezza ma aperta, infinita, perfettamente moderna (tanto moderna da sembrare un film; più film dei film e delle serie che trarranno dalla storia).

"Ai tempi del vecchio Dio" di Sebastian Barry (Einaudi, 2024)
"Ai tempi del vecchio Dio" di Sebastian Barry (Einaudi, 2024)

Ma c’è anche un altro romanzo che, passato in secondo piano, dovrebbe essere preso sul serio come potenziale “miglior libro dell’anno” e sicuramente come miglior libro dell’anno di un autore irlandese. E non faremo un torto a Einaudi, visto che lo han tradotto e pubblicato loro a ottobre del 2024, pochi mesi prima di Murray. Sto parlando di Ai tempi del vecchio Dio di Sebastian Barry. Al di là del titolo, tra i migliori usciti in Italia l’anno scorso e quest’anno, parliamo di un noir esistenziale, che tiene insieme il thriller, il costume, il presente e Kierkegaard, Dostoevsky, il teatro. Un libro che è la metà, che sceglie un tema, quello degli abusi, e chiude intorno a un uomo consumato il dramma di una comunità. Un libro che non vuole essere una metafora ma lo diventa. Un libro scritto con un’eleganza e un senso del dramma che sfocia nel sentimento. D’altronde parliamo dell’autore di Giorni senza fine (Walter Scott Prize nel 2017 e Costa Book Award nel 2016; per altro Berry è l’unico ad aver vinto due volte, il Costa Book Award, mica male). Leggete Il giorno dell’ape, un gran libro, ma poi leggete Ai tempi del vecchio Dio. Una pièce che funziona come un puntuerolo nell’anima.

https://mowmag.com/?nl=1

More

Salone del libro

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

tra assurdità e letteratura

Salone del libro

Abbiamo letto i libri che anticipano chi vincerà tra Usa e Cina. I dazi di Trump? Non servono a un caz*o. Dalle auto all'Intelligenza artificiale, perché (senza una guerra) il modello cinese avrà la meglio

di Federico Giuliani Federico Giuliani

La resa dei conti

Abbiamo letto i libri che anticipano chi vincerà tra Usa e Cina. I dazi di Trump? Non servono a un caz*o. Dalle auto all'Intelligenza artificiale, perché (senza una guerra) il modello cinese avrà la meglio

Abbiamo letto “Donnaregina” di Teresa Ciabatti: com’è? Dalla (forse) frecciatina a Saviano alla malattia di Michela Murgia (e la denuncia del patriarcato): un “Gomorra” senza “Gomorra” che dice tutto del mondo editoriale (e amichettista) italiano

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

MOWBOOK Review

Abbiamo letto “Donnaregina” di Teresa Ciabatti: com’è? Dalla (forse) frecciatina a Saviano alla malattia di Michela Murgia (e la denuncia del patriarcato): un “Gomorra” senza “Gomorra” che dice tutto del mondo editoriale (e amichettista) italiano

Tag

  • ai tempi del vecchio Dio
  • Cultura
  • Einaudi
  • il giorno dell'ape
  • Letteratura
  • Libri
  • Opinioni
  • Premio Strega
  • recensione
  • recensione libri
  • Romanzi
  • romanzo
  • sebastian Barry

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

    di Cosimo Curatola

    Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Amici di Maria De Filippi, pagelle della finale: Daniele vince e non ci crede (9), Trigno trionfa (inaspettatamente?) nel canto (7), Amadeus finto diplomatico (4). Rudy Zerbi? Non pervenuto (1). E Alessia, Antonia e Francesco...

di Debora Pagano

Amici di Maria De Filippi, pagelle della finale: Daniele vince e non ci crede (9), Trigno trionfa (inaspettatamente?) nel canto (7), Amadeus finto diplomatico (4). Rudy Zerbi? Non pervenuto (1). E Alessia, Antonia e Francesco...
Next Next

Amici di Maria De Filippi, pagelle della finale: Daniele vince...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy