Presenze trasversali, dalla televisione al Salone del Libro di Torino: gli psicanalisti, come gli chef, sono ovunque. Un paio di nomi, poi, godono del seguito dei grandi romanzieri. Massimo Recalcati è uno di questi. Al Salone presentava Uno diviso due (Feltrinelli), racconto delle dinamiche familiari, in particolare quelle che si creano tra fratelli e sorelle. All’Arena Robinson di Repubblica lo psicanalista ha tenuto una lezione. Nel suo intervento ha parlato anche di altri colleghi e di come questi trattano il tema del rapporto tra genitori e figli: “Molti psicologi, miei colleghi che frequentano assiduamente la televisione, ritengono che il deficit fondamentale del discorso educativo oggi sia il carattere smidollato dei genitori”. Con ogni probabilità, l’interlocutore a distanza di Recalcati è Paolo Crepet, che in diverse sue ospitate televisive si è espresso negativamente sull’atteggiamento degli adulti nei confronti dei più giovani. In una delle ultime sue ultime interviste, rilasciata al Corriere della sera, ha detto che i genitori non devono essere “guardiani di comfort zone, ma istruttori di volo”. Insomma, una certa dose di disagio e insicurezza in qualche modo è formativa, dice Crepet. Recalcati a distanza sembra ribattere: “Dice siete degli smidollati, dovete tirar fuori il bastone e dovete menare e far vedere che la vita è dura. Non funziona più, non può più funzionare così”.
Nei commenti ci sono molti utenti che sembrano aver colto il richiamo al collega: “Ogni riferimento a Crepet è puramente casuale”, dice qualcuno. “Recalcati-Crepet, 1 a 0”, ribadisce qualcun altro. Poi l’autore prosegue il ragionamento di fronte alla platea dell’Arena Robinson: “L’atteggiamento è un altro. Ti faccio vedere con la mia vita che il non tutto, non posso avere tutto, essere tutto, sapere tutto, godere di tutto, che il non tutto per me è la condizione per rendere la mia vita viva, per rendere la mia vita accesa, per rendere la mia vita capace di desiderio”. Infine, si chiede quale sia la miglior “prevenzione” per i comportamenti scorretti dei giovani, cioè “quando dei genitori possono dire mio figlio torna alle due, ma torna, non si accoltella, non ruba, non si droga fino a stordirsi”. La “cura” è dovuta al fatto che “ha una passione, una vocazione, che ha la spinta a rendere la propria vita viva, la propria vita capace di vita. La vera prevenzione è trasmettere al figlio la forza viva, il fuoco del desiderio”.
