Intendiamoci: poteva andare peggio. La seconda stagione di Call My Agent, disponibile su Sky e Now, diverte il giusto. Ne abbiamo visto in anteprima tutti gli episodi e non possiamo sottrarci dal riconoscerle alcuni meriti: finalmente, per esempio, gli sceneggiatori si sono ridestati dal torpore, finendola di limitarsi a tradurre i copioni del capolavoro originale francese Dix Pour Cent. Le storie e gli inghippi dell'agenzia CMA non sono più, non del tutto, un completo déjà vu e qui troviamo il primo progresso rispetto al precedente capitolo della saga. Il cast di divi nostrani che si è prestato al gioco interpretando una parodia di sé è poi di primo piano. le "due Valerie" Golino e Bruni Tedeschi, Gabriele Muccino, Sabrina Impacciatore, Claudio Santamaria, Gianmarco Tognazzi, Serena Rossi e il marito Davide Devenuto. Salvo qualche guizzo, però, le scene più divertenti arrivano sempre dalla splendida coppia comica Emanuela Fanelli-Corrado Guzzanti. La prima nel ruolo della irriducibile wannabe da incubo Luana Pericoli e il secondo as himself, ma nelle grinfie dell'attricetta che vediamo alle prese con un delirante auto-biopic dal titolo "Laika - Sola come un cane". Il fatto che i personaggi più spassosi siano gli unici due grossomodo "inventati", già mostra la corda del vero problema di Call My Agent: le star coinvolte non sanno prendersi in giro. Non davvero. E senza (reale) autoironia da parte dei protagonisti di puntata, diventa dura "svelare vizi e virtù dello showbiz italiano". O anche solo spernacchiarlo come di deve.
Seguire Call My Agent 2 è un po' come guardare un'intervista a Belve in cui, quando Fagnani domanda un difetto, si sente rispondere "la sincerità", "l'umiltà", "l'estrema generosità". Sì, ma adesso me ne dice uno vero? E la "belva" di turno non schioda, irremovibile nella costruzione del proprio santino senza macchia. Palo. Non è un caso, a occhio, che in questa seconda stagione venga dato molto più spazio alle (divertenti) beghe interne all'agenzia tra amorazzi, quote in bilico, invidie fratricida e splendide amicizie (in particolare, quella tra gli esauritissimi colleghi Lea e Gabriele, interpretati da Sara Drago e Maurizio Lastrico, migliori in campo con distacco). Gabriele Muccino è la star che più si lascia prendere in giro, come già si intravede nel trailer della serie. "Tu dimmi se c'è una più alta forma di cinema di una famiglia che si sbrana!" esclama estasiato ammirando l'intera agenzia che s'azzanna per una serie di grane da lui stesso generate. Due episodi sul regista, però, sono un po' troppi: il gioco è bello quando dura un po' meno. Perché alla lunga diventa prevedibile e, quel che è peggio, ripetitivo. Si finisce a sorridere per inerzia.
Il formidabile Claudio Santamaria regala una performance spassosissima ma ciò non toglie che gli sia stata data in mano una sceneggiatura che niente ha a che a fare con lui per come lo conosciamo. Fosse stato Edoardo Leo o Marco Giallini, non avrebbe fatto differenza a livello di ruolo e storyline. E questo è un peccato. Il sale di Chiami il mio agente, l'originale, è il capriccio realistico, verosimile, quello che si dice sulla star di turno a livello di leggenda metropolitana ma che mai è stato mostrato a favor di camera. Nella versione francese, per esempio, Monica Bellucci accetta di giocare sulla propria "fama" di femme fatale mangiauomini e la vediamo, infatti, arrapatissima ma inappetente da anni perché "stufa di uscire con i soliti milionari". Il suo agente è chiamato a trovare una soluzione, prima di ieri. Ne risulta un episodio paradossale, divertente proprio perché parla "di lei". Non avrebbe potuto interpretarla nessun'altra, non con la stessa efficacia, e qui siamo nel cuore di ciò che manca a Call My Agent 2.
Così, anche Golino e Bruni Tedeschi restano coinvolte in un episodio dalla trama pur divertente ma che niente racconta di loro. Si cerca di tamponare mostrandocele in un'inedita versione Bollywood ma, al netto della surrealtà, alla fin fine il giochino lascia il tempo che trova. In questo senso, la puntata meno riuscita è quella che riguarda Elodie, esasperata da un giovane "stalker" di cui non riesce a sbarazzarsi perché "non può". Non sveliamo altro, ma ancora una volta si capisce bene come pure qui la protagonista della storia avrebbe potuto essere chiunque altra, da Luisa Ranieri e Giusy Buscemi. E, di nuovo, peccato. Con tutte le polemiche che girano intorno alla cantante, nonché novella attrice, di materiale per cucirle addosso una storia bomba ce ne sarebbe stato eccome. Purtroppo, però, non lo vedremo mai in scena.
Call My Agent Ita è una serie gradevole, ben recitata e con qualche guizzo che intratterà il tanto che basta per strappare un sorriso al telespettatore. Solo, che alcune gag fanno sorridere più che altro per la loro improbabilità manifesta: il caos che si scatena per una bestemmia a LOL (programma notoriamente registrato), per esempio, è del tutto pretestuoso anche se funzionale alla trama dell'episodio. Si poteva osare di più, non è stato fatto.
Stando ad alcune dichiarazioni degli addetti ai lavori, pare che per la prossima stagione si punti a Fiorello. Nel caso dovesse capitare, esigiamo tutti i retroscena del recentissimo "figlia-gate" con gli agenti che impazziscono per riuscire a mettere una pezza tra il giornalista del Tg2 Piergiorgio Giacovazzo, Ciuri e l'Ad Rai Roberto Sergio che minaccia provvedimenti disciplinari a vanvera. Nell'arco di un solo pomeriggio di follia. Pregustiamo già i popcorn, anche se, inutile illudersi, non succederà mai. Qui il massimo dell'autoironia che le star nostrane si concedono, eccezion fatta per Gabriele Muccino, è la reazione stressata di fronte a un copione orrendo, una telefonatissima finta crisi di coppia (Serena Rossi-Davide Devenuto), il sogno proibito di partecipare a Pechino Express con la domestica. E insomma chi si accontenta sorride pure. Ma, come sempre, gode così così.