La famosissima modella britannica Karen Elson - che divenne particolarmente nota al pubblico sfilando per Marc Jacobs, Gaultier, Versace e Ysl - diceva che essere affamati non rappresentava un segno di successo: fu una delle prime nel suo settore a parlare così francamente dei retroscena di molti casting, del body shaming e dell'abuso psicologico che si dimostra, da sempre, prevalente nell'industria della moda. Al giorno d'oggi, l'ambiente può dirsi davvero cambiato? Se possiamo riconoscergli una certa evoluzione dal punto di vista dell'apertura mentale, il settore resta difficilmente accessibile a chi non risponde a determinati standard. Rendendo quest'industria una delle più esclusive in circolazione. Per farcelo raccontare anche nella sua parte "oscena", cioè il dietro le quinte, ci siamo affidati alla testimonianza di una delle modelle più note e che ha alle spalle una lunga carriera dove ha rappresentato i maggiori brand italiani e internazionali, che ci ha svelato tutte le storture dell'ambiente e ha replicato anche alle recenti dichiarazioni della collega Ilaria Capponi sul "mangiare cotone" prima di entrare in passerella per essere più magre. Preferisce rimanere anonima, ma dice tutta la verità.
Di recente sono diventate virali sui social alcune dichiarazioni della modella Ilaria Capponi, che dichiarava di "mangiare del cotone" prima di entrare in passerella.
Sono sincera: la storia delle modelle che mangiano del cotone prima di sfilare in passerella mi sembra una cazzata detta per far parlare di sé. Nella mia esperienza, mai visto niente di simile.
E allora a quale tipo di regime di dieta sono sottoposte le modelle?
Non nego che lavorare nella moda imponga regole in termini di misure da rispettare... Eppure, nessuna strategia in particolare. Ogni modella si regola in base al proprio fisico e al proprio metabolismo, quindi fa e decide per sé. Esistono tantissime modelle che si nutrono di pizza e dolci, per esempio. Altre, invece, che vivono di insalate. Nella moda, come nella vita, per ogni persona questo mestiere viene vissuto in modo molto soggettivo.
Hai mai subito delle pressioni per quanto riguarda la forma fisica?
Pressioni vere e proprie direi di no. Però una cosa è certa: lavorare come modella mi ha riempito di insicurezze. Tante volte ti capita di non essere scelta e la prima domanda che ti poni è: forse non mi hanno scelta perché non sono abbastanza in forma? Forse perché il mio naso è storto? E via dicendo. Dunque, in un' età così delicata come quella della crescita, quando da ragazza diventi donna, finisci per essere un'adulta con un sacco di insicurezze che, magari, con un altro lavoro non avresti. Nei casi peggiori diventata una vera e propria dismorfia corporea. E spesso questo ti rimane dentro. Diventa parte di te e del tuo modo di relazionarti con il resto del mondo. Ti rimane quella sensazione di non essere perfetta come dovresti.
Quindi esiste una sorta di "body shaming" che le modelle subiscono?
Body shaming a oggi credo di no. Rispetto agli anni precedenti è molto più semplice lavorare come modella e c'è molta più apertura verso qualsiasi tipo di bellezza. E grazie al cielo, direi!
E allora da dove nasce quest'insicurezza?
Il fatto è che, troppo spesso, le modelle vengono trattate come manichini, dimenticandosi che si tratta prima di tutto di esseri umani. Dallo scattare in bikini a meno 10 gradi, e in pelliccia a 50 gradi all'ombra per infinite ore, all'indossare il 37 di scarpe quando hai il 41 per giornate intere. Io per esempio ho rotto così delle ossa del piede...
Questo vale anche per tutte le ore passate al trucco, immagino.
Il fatto di stare ore e ore al trucco riporta delle conseguenze tremende, tante volte. Anche perché i pennelli molto spesso passano di viso in viso e non vengono puliti approssimativamente... E quindi poi sopraggiungono acne, congiuntivite e tanto altro. Si tratta di una cosa molto comune, a dirla tutta. Poi ovviamente dipende dal livello di sensibilità del singolo, ma sicuramente fare 6 giorni su 7 di shooting non ha effetti piacevoli sulla pelle. Io personalmente negli anni ho sviluppato diverse allergie ai cosmetici. E sì, sarebbe molto meglio lasciare respirare la pelle quando non si lavora... ma a dire la verità se vieni truccata ogni giorno, l'ultima cosa che vuoi è truccarti nel tempo libero.
Come definiresti invece, i ritmi lavorativi?
Disumani. Ci tocca prendere ogni volta treni, aerei, macchine e lavorare senza sosta con poche ore di sonno. Il tutto, alla fine dei conti, per essere perfetta. Bisogna tenere conto del fatto che le modelle sono prima di tutto esseri umani. Ma molto spesso chi è più in alto tende a dimenticarsene.