Claudio Cecchetto, fondatore e pioniere della radio (da Radio Deejay a Radio Capital) produttore musicale, tra i più grandi talent scout italiani (Fiorello, Jovanotti, 883, Amadeus, Gerry Scotti, solo per dirne un paio) consigliere comunale a Riccione e nato altro, per i suoi 71 anni si è regalato una cecchettata delle sue. Ossia una web radio che porta il suo nome, Radio Cecchetto. “Torno all'unico amore”, è l'attacco che rilascia a MOW. Un altro traguardo, numerico e professionale, e occasione giusta per una chiacchierata su ciò che è stato, è e sarà.
Nuova radio, è tornato al suo primo amore.
“All'unico amore, e da lì che è partito tutto, l'esperienza in Tv e da produttore discografico, e incontrare persone fantastiche, come Fiorello, Gerry Scotti...”.
Perchè quest'ultima cecchettata?
“Vedo il futuro della radio, un media che non può sparire, e che ha solo bisogno di un aggiornamento. Questo è il momento del web, una nuova era radiofonica che avvicinerà tutti gli utenti. Nel giro di pochi anni chiunque potrà esibire nel biglietto da visita la sua radio personale”.
È ancora pioniere; cosa non funziona nelle radio commerciali?
“Hanno un altro ruolo, ma è lecito, seguendo una logica che impedisce di esprimersi liberamente; la mia è un'alternativa”.
Tra i talenti scoperti, chi avrebbe meritato di più? Penso a Daniele Bossari.
“Tutti sono arrivati dove dovevano; ci sono vari ruoli nel mondo dello spettacolo, ciò che fa Bossari magari è di nicchia, ma comunque pregevole, non è che vale meno. Nel suo lui è un top”.
Come riconosce un potenziale successo?
“È un'intuizione forse derivante dal buongusto”.
Amici fa davvero scouting?
“Innanzitutto è un programma televisivo, ma anche una buona vetrina per chi ha talento. Anzi, mi spiace che non esistano programmi alternativi”.
Ossia?
“Spazi per nuove proposte. A tal proposito consiglio ai giovani di ascoltare un po' di musica internazionale. Prendiamo i Måneskin, hanno fatto una cosa speciale, esportando qualcosa di diverso, e non la solita musica melodica con cui ci bollano”.
Perché c'è questo snobismo nei loro confronti?
“Invidia? I numeri gli danno ragione; poi se non li vuoi ascoltare, ci sono tante varietà. Perché nessuno si concentra su cosa piace piuttosto che criticare?”
È più utile?
“Direi, a cosa servono le indicazioni negative?”
Sta bacchettando anche la critica giornalistica?
“Fate il vostro, ma ai miei consigliavo di non focalizzarsi sui giudizi. Parlare male è anche un modo per farsi leggere, no?”
Punto per lei.
“In generale la critica non smuove il gusto delle persone, ma non fa mai piacere”.
Fronte Eurovision, Mengoni potrebbe replicare il successo dei Måneskin?
“A livello vocale niente da dire, un gran cantante; è questione di repertorio, deve lavorare su quello e cantare anche in inglese”.
I suoi pupilli le chiedono ancora consigli?
“Sono più scambi di informazioni, pareri. Con Lorenzo, esempio, è sempre piacevole”.
C'è chi lo accusa per il Jova Beach Party…
“È un happening straordinario, di rimando in ogni cosa c'è qualcuno contrario. Un pretesto per soffermarsi sui danni ambientali, ma è davvero lui il responsabile? Come fai a dire che il suo concerto disturba i fenicotteri a 6 km di distanza? Surreale”.
Con Mauro Repetto è in buoni rapporti?
“Sì, ci sentiamo...”
Viceversa con Pezzali non è in grande armonia.
“Chiariamo una volta per tutte: io non ho fatto niente. Qualcosa è scattato nella sua testa, non so indicato da chi... bisognerebbe chiedere a lui cos'è successo”.
Le dispiace.
“È inevitabile, ogni volta che le persone non sono riconoscenti”.
Per fortuna la riconoscenza altrove non le manca; vede un erede di Fiorello?
“Gli eredi non esistono, le epoche e le occasioni cambiano, ma chi si affaccia nel mondo dello spettacolo può beneficiare degli insegnamenti dei grandi e sperimentare una sua personalità. Esempio, Mike Bongiorno si è inventato quel modo di fare televisione, e Gerry Scotti, ispirato da lui come da Pippo Baudo, ha creato il suo percorso”.
Gino Castaldo demonizza la musica ai tempi di TikTok, condivide?
“È evidente che qualcosa sia cambiato; c'è stata tanta buona musica in passato che oggi è difficile replicare. Adesso c'è musica più orecchiabile che memorabile. Succede ugualmente nell'arte. Non esiste più Canova”.
Da interista si è rassegnato alla scudetto del Napoli?
“Se l'è meritato, e poi ci tenevano. Un buon calcio, un buon allenatore, una buona politica di acquisti e vendite, e anche i bilanci sono in attivo. È stato premiato il gran lavoro”.
Buon sangue non mente, abbiamo visto Jodi al Prima Festival, come risponde alle accuse di raccomandazione?
“Anche su di me se ne dicevano tante, è lo sport nazionale. Per questo bisogna dimostrare sul campo di meritarselo”.
Se Amadeus ha svecchiato Sanremo, chi può svecchiare la politica?
“Ci vorrebbe un talent scout anche in tal senso, che cerchi nuovi personaggi capaci di ricordare che la politica nasce per il bene del Paese, e non per il bene del politico stesso”.