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Che ne sa Laura Pausini di Bella Ciao?
Dovrebbe sapere cosa fu la Resistenza,
da emiliana e cattolica

  • di Paolo Zaccagnini Paolo Zaccagnini

16 settembre 2022

Che ne sa Laura Pausini di Bella Ciao? Dovrebbe sapere cosa fu la Resistenza, da emiliana e cattolica
Il critico musicale Paolo Zaccagnini all’attacco di Laura Pausini, dopo che la cantante si è rifiutata di intonare Bella Ciao in un programma spagnolo. Un brano che gli iberici associano soprattutto alla serie Netflix La casa di carta, ma che la cantante di Solarolo dovrebbe conoscere meglio, da emiliana e da cattolica (come si è sempre professata) proprio per quello che il fascismo fece subire alle persone che si opposero nella sua terra d’origine

di Paolo Zaccagnini Paolo Zaccagnini

Laura Pausini scherza a uno show, aggiungo io demenziale, della tv spagnola. Laura Pausini da Solarolo, Emilia-Romagna, si è rifiutata di cantare Bella Ciao perché “è una canzone politica”. Giordano Bruno Guerri, lo storico dannunziano per eccellenza, si è schierato, prontamente e sdegnosamente, al suo fianco e anche altri lo hanno fatto. Non c’è nulla da fare, la Resistenza, la Guerra di Liberazione, non sono mai andate giù agli italiani che fino al 24 aprile del 1945 erano tutti, o quasi, fascisti e dal 26 aprile si sono sbizzarriti a scegliersi i partiti più diversi. E lo fanno anche ora. A parte la figura orrenda fatta dalla Pausini, la figuraccia che ha fatto fare all'Italia intera, forse l'ugola di Solarolo, la figlia di "Gnocco" con il quale esordì bambina nelle balere e nei night-clubs, non sa, lei cantante d'esportazione internazionale, che Bella Ciao, soprattutto in Spagna, è un pezzo notissimo perché è il brano principale della notissima serie tv La casa di carta, ben conosciuta nel mondo intero. Semmai un drammatico canto partigiano non doveva essere usato in quel modo. Questo sì.

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Laura Pausini quando vinse Sanremo

D’altronde da una che, dal Cile, tenne una pseudo intervista in vestaglia e senza mutandine, cosa c'era da aspettarsi? Che raccontasse il dolore, le lotte, le speranze racchiuse in quel canto di libertà? Lo sa Laura Pausini cosa furono la Guerra di liberazione e la Resistenza? Sa che nella sua regione, l'Emilia-Romagna, i fascisti e i nazisti commisero atroci, innumerevoli atti criminali, il più terribile di tutti la fucilazione dei sette fratelli Cervi, braccianti e contadini comunisti? Non si ride, non si snobba sulla morte. Laura si è sempre detta, e vantata di esserlo, una brava cattolica ma lo sa, da brava cattolica, che la prima vittima delle squadracce fasciste fu un alacre organizzatore delle leghe bianche, le leghe cattoliche cioè, il sacerdote Oreste Morosini? Milioni e milioni di euro guadagnati, non più "solitudine" né "strani amori" ma disprezzo. Solo disprezzo. E pensare che al suo primo festival di Sanremo Pippo Baudo prese per un braccio il collega Andrea Spinelli e il sottoscritto e disse "mi dovete fare un piacere, dovete intervistare questa ragazzina che, per me, ha una voce fortissima". Aveva ragione da vendere Pippo. Aveva una voce incredibile, e la si è sentita nel corso degli anni. Peccato che proprio nel corso degli anni abbia perso cuore, memoria e pudore.

Dal blog di Paolo Zaccagnini.

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