X Factor 2023 chiude i cancelli con l'ultimo round di Audition. Un'altra puntata piatta (più delle precedenti, chi lo credeva possibile) e share in discesa libera. Ormai i giochi sono fatti, e i talenti ahinoi “cileccano”, nella media mediocrità di quest'edizione. Manca il rock, la personalità, la voglia di rischiare. Salvo casi rarissimi, quasi tutti rispediti a casa, perché se non sono con lo stampino “non ce li vogliamo”. Esempio caldo caldo, è quello che riguarda la numerosa band abruzzese dei Ken La Fen. Meravigliosamente fuori di testa, cantano di peli pubici. Che poi hanno il merito di divertire tutti (che dire dell'angelo immobile-musa ispiratrice), soprattutto lo svogliato Fedez che sui doppi sensi si illumina e ride (miracolo). Si sa, tira più un pelo di fi*a che... Ma la loro follia non è compresa da Ambra (ti pareva) e Dargen (che non si sente bilanciato); e i due rovinano la festa. Con un po' di coraggio della giuria avremmo potuto trovarci ai Bootcamp qualcosa in più dei carini e poco credibili che fanno fatto passare. E ripescarli?
L'altro momento memorabile della puntata (si fa per dire) è quando salgono sul palco le Ragazze Punk. Quelle della querelle di Paolo Meneguzzi, per capirci, che da giorni tuona contro X Factor reo di aver massacrato senza pietà le sue pupille. Le SpiAce Girls. Sedicenni che vanno in una scuola dove si fa arte e sport (in Svizzera eh) non ascoltano punk, non hanno un look punk (andiamo bene). Ma vogliono dimostrare che le donne possono essere libere: non bastava un insulso poadcast alla Giorgia Soleri, per dire?
Bando alla malinconia, torniamo ai colleghi al bancone. Per forza. È arrivato Morgan-Hood. Che per la prima volta dall'inizio del talent si trattiene anche dal litigacchiare con Ambra (sempre più zia saccente e piagnona). Anzi i due sono pure protagonisti di un insulso siparietto dietro le quinte che vede la showgirl mettere le ciglia finte all'ex Bluvertigo. Che noia, che barba. Forse memore della tirata d'orecchie di Sky, Castoldi è più condizionato su ciò che gli altri pensano di lui (il pubblico) e ha sempre o quasi una parola buona per tutti. Dovrà prendersi qualche rischio, come sa fare bene, altrimenti sarà sempre più un mortorio.
Scorso anno spirito guida, a questo giro Dargen D'Amico è poco partecipe e quasi inutile, quasi alla stregua di Federico Lucia, che (come già detto) si risveglia tutto d'un colpo solo sui peli e poi torna a dormire (appunto). Ma l'ha obbligato qualcuno? Forse le rette d'asilo della Vitto. Se speravate in un risveglio della giuria, anche per questa volta nulla di fatto. Per il prossimo step intanto servirà lo stadio San Siro, tanti ne hanno fatti passare (e c'è anche la copia carbone dei Måneskin, tali Revenant, usato sicuro, pensano loro: come no). Ormai più che X Factor pare La Corrida (ma non c'è niente da ridere).