Io sono un bimbominkia.Concordo, ma con alcune riserve, con la sentenza della Corte di Cassazione. Per vari motivi: la parola in questione è brutta, violenta, volgare e di ignota origine, ci fosse almeno qualcuno che ne rivendica la paternità! Ma invece è una parola che proprio chi la usa con nonchalance si guarda bene dal farsi sentire da quello a cui la rivolge. Non è come dire “stronzo” e non è come dire “imbecille”, perché non scaturisce da rabbia o litigio dove volano insulti di cui poi si chiede spesso scusa. Bimbominkia è costruita evidentemente per denigrare alle spalle, ecco perché forse chi la dice così frontalmente e apertamente lo fa per ingenuità e non conoscenza in quanto lo ha sentito dire e lo ripete, ma andrebbe forse considerato che non ha molto chiaro il significato di una parola che di fatto non ne ha.
Questa parola non è degna di essere inserita nella casella del neologismo perché è vuota e totalmente priva della nobiltà metaforica che ad esempio ha “testa di cazzo”. Bimbominkia è fuori focus, è segnale di mera cattiveria e chi la dice questo lo sa. Tant’è che Maurizio Costanzo commentando la mia frattura con fuga da “Amici” disse: “Eh beh l’ha fatta grossa, ha detto addirittura bimbiminkia”. Certo che l’ho detto! Ma per dire a questi ragazzi che venivano chiamati così, non perché io lo dicevo a loro. Infatti, dissi: ma lo sapete che vi definiscono così? E io non so neanche che significa?! In pratica volevo aprire gli occhi ad un pubblico in balìa di emozioni giovanili e molto più pure di quello a cui questa parola allude. Vogliamo cercare di analizzarla? Ok!
“Bimbo” per dare dell’immagine del bamboccio, del poppante, insomma del bambino piccolo. Benissimo. E che cosa c’entra la minchia? Alias il pene, quando ha un ruolo aggressivo in pratica la minchia è il pene adulto, eretto, il pene in una fase che col bambino c’entra assai poco se non per il semplice fatto che il bambino ha potuto venire al mondo perché la minchia di suo padre è “venuta” da qualche altra parte. Per essere, diciamo, sboccato e terra terra così da far capire quanto sia spiacevole a volte essere pesanti con le parole. Io le parole le penso e le doso e quando ho cominciato a sentire bimbominkia ho pensato fosse un’invenzione improvvisata lì per lì, ma poi la si sentiva nell’aria e troppo spesso allora ho chiesto: ma che vuol dire? Mi è stato risposto: eh, il pubblico di “Amici”. E cioè?
Non ho avuto grandi chiarimenti etimologici direi. Allora ho riflettuto sul perché personalmente mi suonasse disgustosa. Perché non è centrata, diremmo che è “misdirecting”, ovvero confonde le idee perché se proprio vogliamo parlare del pubblico di “Amici”, che se ha un problema è che a volte dimostra profonda ignoranza e non di avere una spiccata capacità di essere veramente a favore dei deboli ma si fa intortare, manovrare, e viene usato, allora che c’entra l’associazione infanzia-sessualità? Vorrebbero forse dire che gli adolescenti usano la minchia troppo facilmente al giorno d’oggi? Cioè che i bambini fanno sesso? Ma sono impazziti? Ma come si fa a disprezzare così tanto il genere umano da arrivare a concepire una cosa del genere? Cosa altro potrebbe voler dire? Che sono manovrabili perché non individui pensanti, ma minchioni? Allora siamo alla testa di cazzo? Così mi sono chiesto: ma questi ragazzini lo sanno che vengono chiamati così? Che fanno la fila per assistere ad uno spettacolo dove tutti quelli dall’altra parte della barricata li sfottono? Lo sanno che io invece sono dalla loro parte? Evidentemente no, perché se sono tutti imbufaliti con me non hanno capito che io sono il primo bimbominkia, a questo punto sono il capo dei bimbiminkia, il che vuol dire che non siamo né bambocci tantomeno sessocentrici, anzi, ci occupiamo di parole di spettacolo e per quello amiamo le canzoni. Noi. E voi che ci chiamate così siete sicuri di amarle come noi?