“Quello che ha fatto Marc Marquez qui in passato è incredibile, sono contento che sia guarito e sono anche convinto che lui, qui al Cota, potrebbe vincere anche se l’occhio glielo cavassero proprio” – Johann Zarco non ci gira intorno e indica il suo favorito per il GP delle Americhe nel corso del tradizionale incontro con gli operatori dell’informazione del mercoledì pomeriggio. Un incontro in cui, a parte il breve passaggio su Marquez, ha parlato anche del suo futuro e della concorrenza tutta interna a Ducati con i così detti “giovani e terribili”.
“Non guardo molto agli altri – ha spiegato Zarco – sono consapevole che ci sono dei ragazzi di gran talento che stanno facendo ottime cose, ma sono altrettanto convinto che se riesco a portare a casa buoni risultati la mia avventura con Ducati non finirà alla fine di questa stagione. Dipende da me, se non ci riuscirò mi guarderò intorno e prenderò una decisione, ma per il momento peno solo a fare bene. Io non ho un manager che è lì per mettere pressione sulle squadre e spiegare loro quanto sono bravo durante tutto il fine settimana. Quindi spero che la mia performance possa contrastare certi discorsi e certe pressioni. La Ducati conosce molto bene la mia posizione. Sanno molto bene che sto facendo del mio meglio e che sono motivato, ma non ho nessuno a cui fare pressione per tutto il weekend. L'obiettivo importante è rimanere in Ducati. Cercherò di convincere tutti con i risultati”.
A cominciare, appunto, dal GP delle Americhe, in un COTA che Johann Zarco ammette non essere tra i suoi circuiti preferiti: “E’ molto fisico e in passato qui ho sofferto anche a causa di piccoli infortuni con cui stavo facendo i conti. La pista comunque è molto bella e la struttura è una vera americanata. Anche il loro kartodromo nel parcheggio, che è il triplo dei kartodromi che possiamo avere a casa sarebbe un ottimo percorso di allenamento per i bambini o anche per me sulle moto piccole. Quando fanno qualcosa, lo fanno sopra, ed è un po' come la firma americana. In ogni caso, Austin lo rappresenta. Ma più di tutto per me Austin è la sesta strada dove c'è musica dal vivo”.