Serata da dimenticare (e forse nemmeno l’ultima) per alcune tra le più popolari trasmissioni radiotelevisive italiane (La Zanzara, Quarta Repubblica e Tiki Taka), i cui conduttori si sono trovati alle prese con positività a tamponi o comunque con protocolli legati al Covid che li hanno relegati a casa. Apprezzabile lo sforzo per non far saltare i rispettivi programmi, ma (a parte La Zanzara, facilitata dall’essere principalmente basata sull’audio, con l’unico concreto effetto collaterale quello di beccarsi in webcam solo David Parenzo per chi seguiva lo streaming), il risultato è stato rivedibile. O meglio, da non rivedere mai più, se possibile.
Il povero Nicola Porro, arrabbiatissimo perché nemmeno positivo, si è presentato con il solito abito elegante ma con l’effetto speciale abbastanza artigianale di uno sfondo visibilmente finto che simulava quello dello studio di Rete 4. Bloccato a Milano, con gli ospiti fisicamente presenti a Roma se l’è cavata, mentre per esempio il colloquio iniziale con Massimo Cacciari, di per sé non agevolissimo, è stato ulteriormente penalizzato dal fatto che entrambi gli interlocutori fossero in collegamento.
A Tiki Taka su Italia 1 ne hanno approfittato per lasciare tutta la scena alle curve di Monica Bertini, tra musica anni Settanta e inquadratura iniziale a sua volta degna di epoche in cui non esisteva ancora l’ultrafemminismo: “È una puntata molto diversa dalle altre – ha detto la Bertini – È una puntata difficile, lo sarà sicuramente. È una puntata differente rispetto a quelle a cui siete abituati ogni lunedì. Ma come ogni lunedì noi abbiamo voluto esserci. Siamo in emergenza ma questa potrebbe essere anche la fotografia del Paese. Il nostro Paese, che è colpito sì, ma che non molla. E non molla neanche il vero padrone di casa, Piero Chiambretti”.
Chiambretti che compare completamente (e a quanto si direbbe non volontariamente) in ombra, a figura intera, apparentemente senza pantaloni e coperto da una camicia lunghissima in stile vestaglia, con un audio pessimo, al quale seguiranno ticchettii, “mi senti, mi senti?” detti non si sa a chi mentre gli altri parlano, ritardi e altre difficoltà alle quali il conduttore ha provato a porre rimedio a modo suo, per quanto possibile.
“In un momento difficile per il Paese – le sue parole – anche un programma che parla di calcio, purtroppo, ha le sue vittime. Una di queste sono io. Io che pensavo positivo sono positivo a un tampone nonostante abbia fatto ben due vaccini e non tre come hanno scritto in maniera errata i quotidiani di oggi e forse anche di ieri. Ma the show must go on e quindi andremo in onda. Scusate la mia mise, la camicia è mia, le scarpe sono di Briatore. Non so se si possono vedere dall’inquadratura (no, Piero, ndr), ma in ogni caso sono fighissime. Ma non sono l’unico positivo di questa puntata. Nel corso della puntata ne incontreremo degli altri”.
Uno lo si incontra subito ed è lo stesso Cruciani, che, mentre Chiambretti ha sullo sfondo in casa una stampa di Petrolini, ha dietro di sé una stampa di sé stesso: “Qui è Tiki Taka – l’esordio di Cruciani – la Repubblica del Covid (anziché del pallone, come da sottotitolo della trasmissione, ndr). Come sto… Sono positivo ma sto bene, sto bene. Sono quasi asintomatico. Quasi asintomatico”.
Negativo ma comunque bloccato a casa, invece, come si accennava, Porro, che in onda e sul suo sito ha parlato di condizione (e conduzione) particolare: “Il conduttore in collegamento, gli ospiti in studio. Il motivo? È presto detto: come milioni di italiani in questi giorni, anche io sono in una sorta di «isolamento fiduciario». Cioè non posso recarmi negli studi di Mediaset a Roma. Niente di grave, per carità. Sto bene, ho fatto tutti i miei tre vaccini, ho un tampone negativo. Però ci sono delle regole in Italia che 7,7 milioni di italiani conoscono bene: regole che sostanzialmente ci costringono ad un lockdown burocratico. Non sto parlando solo di «non vaccinati», che ormai tra green pass base, obblighi vaccinali e super green pass non possono fare praticamente nulla. Parlo anche di chi due dosi di Pfizer&co se l’è fatte, ma non è ancora riuscito a sottoporsi al booster. Se hai la sfortuna di essere il «contatto stretto” di un positivo», anche se asintomatico e con tampone negativo, finisci col doverti fare 5 o 10 giorni di quarantena oppure sei costretto a girare (e lavorare, come nel mio caso) per tutto il giorno con la mascherina Ffp2. Un «lockdown burocratico» di fatto che con Omicron e la sua diffusione obbliga me a condurre da casa. Ma soprattutto rischia di paralizzare il Paese”.