Allora, capiamoci: che Chiara Valerio difenda d’ufficio un amico come Roberto Saviano è ordinaria amministrazione. Così come Roberto Saviano ha difeso Chiara Valerio ai tempi della disfatta di Più Libri Più Liberi 2024, quando tutti, persino l’universo femminista le andò contro per l’invito di Leonardo Caffo, il filosofo accusato (e solo dopo condannato) di aver malmenato l’ex compagna. Che tra amici ci si difenda è qualcosa che va di pari passo con l’empatia, come giustamente scrive Chiara Valerio in un post su Instagram, fisiologica nei confronti di una persona con cui condividi vent’anni di viaggio insieme nei salotti della cultura, tra grandi case editrici, Repubblica, festival, fiere. “Conosco Roberto Saviano dalla fine degli anni zero. Lo leggevo su Nazione Indiana ancora prima di conoscerlo. Siamo diventati amici perché scrivevamo, come si diventa amici perché si passa il pomeriggio nello stesso cortile. In quasi venti anni di frequentazione siamo rimasti amici. Roberto Saviano è mio amico. È uno scrittore, un giornalista, un intellettuale. È un libero cittadino sulle cui spalle gravano querele per parole che ha scritto o pronunciato. Come accade con gli amici, quando li vedi bersaglio di parole violente e volgari, soffri, stai male. Coi sentimenti e anche con la logica”. Fin qui tutto bene. Ma un’intellettuale da finale del Premio Strega, con dottorato in matematica, può dare i numeri? No. Ma lo fa.
![Il post di Chiara Valerio](https://crm-img.stcrm.it/images/42388744/2000x/20250210-164051522-5890.png)
![https://mowmag.com/?nl=1](https://crm-img.stcrm.it/images/42388708/2000x/20250209-180151802-3563.jpg)
Nella seconda parte del messaggio di solidarietà per Roberto Saviano, vittima della violenza assertiva dei fratelli d’Italia in una chat ora pubblicata meritoriamente da Paper First in un saggio curato dal giornalista del Fatto quotidiano Giacomo Salvini, Fratelli di chat: storia segreta del partito di Giorgia Meloni, Chiara Valerio dimostra di avere una visione politica raffazzonata e caricaturale. Scrive: “Come è possibile scrivere, pensare, vivere, andare a fare la spesa, utilizzare le parole in un paese in cui l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto in una chat con altri esponenti dell’attuale governo e del primo partito italiano ‘Io domani esco con una palata di letame contro Saviano’”. Non serve uno storico della Repubblica per ricordare a Chiara Valerio che Giorgia Meloni è diventata presidente del Consiglio il 22 ottobre del 2022, mentre i messaggi a cui fa riferimento (evidentemente sollecitata dal post di Roberto Saviano con gli screen originali) sono del 2020 e del 2021. Non serve un esperto di comunicazione per distinguere il problema istituzionale dal problema di costume rappresentato dalla gran parte dei messaggi rivelati nel libro di Giacomo Salvini. Saviano viene menzionato trentadue volte nella chat, spesso non da Giorgia Meloni, che qualche commento comunque se l’è lasciato sfuggire. Una volta proprio in risposta al commento pubblico dello scrittore, che definì “bastardi” la leader di FdI e Matteo Salvini (Lega). Il 5 giugno 2021 Meloni scrive direttamente nella chat: “Io domani esco con una palata di letame da parte di Saviano e Co. Se ci sono controindicazioni da parte dei genitori fatemelo sapere”.
!["Fratelli di chat" di Giacomo Salvini (Paper First, 2025)](https://crm-img.stcrm.it/images/42388741/2000x/20250210-164032949-9332.jpg)
Ora, in tutta evidenza non è la presidente del Consiglio ad aver detto a Roberto Saviano ciò che agli occhi di Chiara Valerio sembra inaccettabile. È la leader di un partito che nei sondaggi era dietro alla Lega, secondo in assoluto in Italia, che non si credeva comunque potesse diventare primo partito italiano e addirittura centro della maggioranza di governo. Parliamo di una segretaria di partito in una chat di partito che lascia trapelare, come dice Saviano, “Violenza verbale, sete di vendetta e soprattutto paura. Paura di chi smaschera la loro incapacità di governare” (lasciamo da parte per un attimo la mitomania di Saviano). Una leader di partito senza carica istituzionale, com’era nel 2021, è una libera cittadina come Saviano, la stessa che poteva beccarsi tranquillamente della bastarda e che può dire in una chat su WhatsApp, e non in un comunicato da Palazzo Chigi, che aveva intenzione di tirare fuori del “letame” (da notare, neanche “merda”) contro un intellettuale che le stava facendo la guerra su tutti i canali disponibili. Come non è una povera vittima lei, non è una povera vittima lui. In fondo credete che Chiara Valerio lo sappia ma che, in nome dell’amichettismo più banale, faccia finta di non saperlo. Invece la sensazione, andando avanti, è proprio che Chiara Valerio non lo sappia; anzi, che di politica non sappia nulla.
![https://mowmag.com/?nl=1](https://crm-img.stcrm.it/images/42388720/2000x/20250209-180151802-3563.jpg)