Vasco il dj, il punkettone, il cantautore, il provocatore, il radicale, il rocker, il finito, il risorto. Vasco l’animale. Vasco il drogato, come scrisse “quel tale / quel tale che scrive sul giornale…”, Vasco, Sally e i sensi di colpa, colpa d’Alfredo. Vasco che lo si escludeva, Vasco che “se ti guardo dentro gli occhi / sono in un mare di guai”, Vasco che ha scritto per le donne come forse nessuno mai.
L’unica rock ‘n’ roll star de noartri, con quell’ironia coca-casa-e-chiesa, con quei numeri senza eguali e i suoi record mondiali, con quella fascia tamarra sul polso come a tenere caldi i battiti del cuore, con quel cappellino verde-battaglia e quel colletto del chiodo tirato fin troppo su. Lui, il Blasco, che voleva una vita come Steve Mcqueen e che alla fine è diventato quel che è sempre stato (come disse lui stesso in un’intervista di qualche anno fa: "sono diventato quello che sono"), un mix tra la leggenda e l’eroe di provincia a cui tutti vogliono bene.
Una volta, su un treno per non so dove (non ricordo), mi capitò di fare due chiacchiere con un signore di una certa età, e insomma, parlando di un Vasco Rossi all’Olimpico, mi disse: “Non pensavo di poter avere delle emozioni così grandi a 61 anni”. Roba schietta, potente. Ti conferma che, da Giuda a Gesù, ognuno di noi è il risultato delle gioie e delle ferite che ha ricucito.
Vasco l’uomo, l’uomo capace di abbracciarti con un’allusione, con un movimento del corpo, con una debolezza; di picchiare timidamente forte con le parole fino a far scricchiolare i sentimenti, di darti due versi essiccati al sole e farti sentire subito meglio; capace soprattutto di non prendersi mai seriamente sul serio, perché se la vita è un inganno, il rock ‘n’ roll ti dà almeno l'idea che tutti ce la possano fare.
E chissà cosa si prova ad aver portato la canzone d'autore nel rock in italiano, ad avergli dato credibilità. Chissà cosa si prova a passare dai fischi degli inizi carriera al primato mondiale del Modena Park, concerto con il più alto numero al mondo di spettatori paganti. Chissà cosa si prova a far cantare a 225.173 persone “è andata a casa con il negro la troia”. Chissà cosa si prova a vivere da clandestino, sempre in fuga dai posti di blocco del moralismo. Chissà cosa si prova ad essere arrestati per aver fatto a se stessi ciò che si voleva, con Fabrizio De Andrè a portarti le arance. Chissà cosa si prova a sbattersene di tutto. Chissà cosa si prova a essere un numero uno.
Dalle 00:01 di domani esce il suo nuovo singolo Una canzone d’amore buttata via. Vasco Rossi la presenterà da Roberto Bolle in apertura del suo programma tv, in onda il primo gennaio su Raiuno.
Bolle che balla Bollicine. Sarà una questione di effervescenza naturale.