Sono uscite le classifiche di vendita discografiche del 2023, lanciate con grande strombazzamenti dalla Fimi, e come di dice in questi casi: nessuna nuova, nessuna nuova. No, niente buone nuove, anche quest’anno. O almeno, anche quest’anno da un po’ di tempo a questa parte. Perché la fotografia, in genere si dice così, che le classifiche degli album e dei singoli del 2023 ci lascia è di quelle che lasciano abbastanza basiti, pur nel suo rappresentare quasi perfettamente lo spirito italico. Guardiamo agli album, che per questioni meramente numeriche è quella decisamente più interessante. Preso atto, è la Fimi stessa a dircelo, che anche in questo caso lo streaming occupa militarmente quasi tutta la partita (nel caso dei singoli va tolto il “quasi”, i singoli sono solo e esclusivamente in streaming), il primo dato da registrare è che nella top 20, mica vorremo seriamente analizzare tutti i primi cento posti?, sono occupati da artisti, diciamo così, italiani. Il secondo dato, e qui veniamo allo spirito italico, è che di questi primi venti posti solo uno è occupato da una donna, Elodie, e che questa donna si trova al ventesimo posto, dato che non troverà seguito nelle successive dieci posizioni. Quindi tutti italiani e tutti maschi, avanti si vada, diceva dalle mie parti, Ancona, il Conte Ricotti quando il suo cocchiere gli faceva notare come il fiume che stava attraversando col calesse si stava pericolosamente alzando, che poi sia morto annegato credo ne sia logica conseguenza.
Abbiamo detto tutti maschi tranne Elodie, e questo, volendo, potrebbe suonare come una notizia nella notizia, perché a occhio, o meglio a orecchio, visto il successo devastante di Mon Amour, questa estate, e di Bellissima, nei mesi precedenti, di Annalisa, qualcuno avrebbe potuto scommettere che fosse lei a trovarsi in quella posizione, invece no, disco uscito troppo tardi, se ne riparlerà, forse l’anno prossimo. Del resto, altra notizia, questa però meno clamorosa, nella nostra top 100 ci sono svariati album che sono usciti nel 2022, tipo Lazza, che con Sirio, certo trainato dal successo sanremese di Cenere, si trova al secondo posto. O anche tipo Ahia!, dei Pinguini Tattici Nucleari, già presenti con Fake News, uscito nel finire del 2022, al quarto posto, che si assesta al ventiquattresimo posto. O tipo Persona di Marracash, lì al diciottesimo posto, lui che è anche al sedicesimo posto con Noi, loro, gli altri, e qui siamo nel miracolo vero e proprio, perché persona è uscito nel 2019, mentre Noi, loro, gli altri nel 2021, e ancora sono entrambi in top 20. Inutile star qui a citare tutte queste situazioni, perché vi sarà già chiaro che la classifica italiana è in realtà faccenda di poche persone, tutte nate da queste parti, e tutte che parlano italiano. Anche se al primo posto c’è Geolier, con Il coraggio dei bambini- Atto II, che più che altro rappa in napoletano. Ecco, Geolier. Quest’anno Geolier andrà in gara al Festival di Sanremo, rinverdendo un classico dell’era Amadeus, classico che vuole il campione di vendite dell’anno precedente andare a raccogliere il raccoglibile, suppongo più in fatto di sponsor che di pubblico, già è il campione di vendite, passando dall’Ariston. È successo nel 2022 a Rkomi, in gara seppur Taxi Driver fosse campione di vendite l’anno precedente, e per la cronaca Taxi Draver è subito dopo Ok Respira di Elodie, al ventunesimo posto. È successo a Lazza, campione del 2022, in gara nel 2023. Strana cosa, se si pensa che un tempo chi vendeva molto snobbava di default il Festival, proprio perché non aveva bisogno di quella vetrina. Ma, in fondo la top 20 degli album ci dice anche questo, Sanremo intercetta i campioni di vendita e in qualche modo li aiuta dopo il loro passaggio, infatti in classifica ci sono ben piazzati il già citato Lazza, che primo nel 2022 è secondo nel 2023, Mengoni, vincitore a Sanremo e quinto in classifica degli album, Tananai, che si piazza all’ottavo posto, Ultimo al decimo, e la già citata Elodie. Al terzo posto abbiamo La Divina Commedia di Tedua, uscito assai dopo Geolier, quindi con buona probabilità ancora in alto l’anno prossimo, X2VR di Sfera Ebbasta, uscito davvero di recente, e Milano Demons di Shiva, al momento in galera, lui che è in top 20 anche con Santana Seasons, al diciannovesimo posto. Altri nomi presenti in top 20, tanto per far finta di essere dei cronisti, Guè con Madreperla al nono posto, i campioni di live in giro per il mondo Maneskin, all’undicesimo posto con Rush!, seguiti da Innamorato di Blanco, 10 di Drillionaire, Carattere speciale di Thasup, Io non ho paura di Ernia e poi, saltando al diciassettesimo posto, da CVLT di Salmo con Noyz Narcos. I primi stranieri in classifica sono Travis Scott con Utopia al ventiduesimo posto, lui ritornerà più avanti, e un miracoloso ventitreesimo posto per The Dark Side of the Moon, a cinquant’anni dall’uscita. In tutto gli stranieri presenti in classifica sembrerebbero venti, non fosse che in realtà Taylor Swift e The Weeknd sono presenti con tre album a testa. Mancano molti degli artisti che uno si aspetterebbe di trovarci, o almeno, presuppongo ci sarebbero potuti arrivare, un nome su tutti, sempre pensando a Sanremo, Colapesce e Dimartino, Ariete, Levante, Giorgia, ma anche lo splendido album di Olivia Rodrigo, santo Dio, come anche i Rolling Stones, per dire, o Lana Del Rey.
Il fatto che uno dei dischi più belli degli ultimi anni, Motomami di Rosalia, stia alla novantanovesima posizione, mi riempie di malinconia, quasi quanto sapere che ora è fidanzata con Jeremy Allen White di The Bear. Piccola postilla, la nota di FIMI, ripresa da molti giornali, parla di aumento di presenza femminile. Presenza femminile che negli ultimi anni praticamente non esisteva, quindi è un po’ come dire che essere pagati due euro all’ora è un aumento degli stipendi, ma sempre di stipendi vergognosamente bassi si sta parlando. Non prendiamo per il culo la gente, per favore. La classifica dei singoli è a sua volta sorprendente, specie per quel che si è sentito in giro questa estate, e per certi versi un po’ meno vergognosa di quella degli album, parlo di immagine dell’italianità. In top 20, infatti, sono presenti addirittura due brani stranieri. Uno addirittura al nono posto, parlo di Quevedo: BZRP Music Sessione Vol. 52 di Bizarrap & Quevedo, l’altro è Flowers di Miley Cyrus, al diciassettesimo posto. Niente male, davvero. Niente male anche la presenza femminile, anche se pure qui, stando a quel che si è percepito uno si sarebbe immaginato di vedere svettare, che so ItaloDisco dei The Kolors o appunto Mon Amour di Annalisa, invece al primo posto c’è Cenere di Lazza, al secondo Due vite di Mengoni, al terzo Supereori di Mr Rain, seguita da Finesse di Gelosa, feat Shiva, Sfera Ebbasta e Guè, seguita al quinto da Tango di Tananai, al sesto da Vetri neri di Ava con Anna e CapoPlaza e solo al settimo posto da Mon Amour di Annalisa e all’ottavo da ItaloDisco. Qualcosa non quadra, verrebbe da pensare, non fosse che è ormai evidente come anche le radio non contino più molto, sempre a inseguire Spotify e affini, fanculo le percezioni. La top 10, per dire, è infatti chiusa dai già citati Quevado e quello col nome strano e al decimo da Come vuoi di Geolier, primo negli album. Di donne, però, a parte i feat, tipo Anna con Vetri neri, Mina con Blanco e la loro Un briciolo di allegria all’undicesima posizione o Annalisa, sempre lei, in compagnia di Fedez e Articolo 31 con Disco Paradise al dodicesimo, c’è anche Angelina Mango al diciannovesimo posto, con Ci pensiamo domani, e Madame con Il bene nel male al ventesimo. Troppa grazia. Chiudono la top 20 Bon Ton di Drillionaire, con Blanco e Lazza, Guasto d’amore, inno del Genoa, di Bresh al quattordicesimo, Rubami la notte dei Pinguini Tattici Nucleari al quindiceismo, Hoe di Tedua con Sfera al sedicesimo, poi, dopo Miley Cyrus, ecco Bellissimissima di Alfa (Bellissima di Annalisa è ventiquattresima) Si noterà, a essere pignoli, la totale assenza di cantautori, signora mia come siamo anziani, come anche di indie, così come, fatta eccezione appunto per i Pink Floyd, di chiunque sia nato diciamo da metà degli anni Ottanta in poi. Tutta gente, quella, che al limite potrebbe riempire stadi, penso a Vasco, Zucchero, Eros Ramazzotti, Jovanotti, Ligabue, ma anche Max Pezzali, Cesare Cremonini, Tiziano Ferro, perché mai dovrebbe ancora continuare a vendere. Un quadretto della attuale scena musicale, questo, per dire, che contrasta fortemente con quel che succede all’estero, dove per dire la trap è morta da tempo, sempre che abbia goduto della medesima salute che gode qui, e dove comunque le donne spesso dominano, pensiamo appunto a Taylor Swift, ma anche a Sza, a Beyoncé, o alle varie Miley Cyrus o Lady Gaga, per fare qualche nome, Dua Lipa anche, dai. L’anno appena cominciato vede in vetta Sfera Ebbasta, che scommetto sarà in top 20 anche a gennaio 2025, così come Geolier a buona parte dei nomi presenti quest’anno, la prossima top 10 degli album la dominerà Simba La Rue, faccio Giucas Casella senza neanche bisogno di usare trucchi da imbonitore. Però tutti ci commuoviamo in tv guardando i documentari su Jannacci o Giorgio Gaber, pensando a un passato che non tornerà mai più. Uno ci prova a non fare discorsi da boomer, ce la mette davvero tutta, ma santo Dio quanto è difficile resistere.