Come la lecca Chiara Valerio? Come ce l’ha le minne Teresa Ciabatti? Da oggi, grazie a Goliarda Sapienza, queste sono non solo domande legittime, ma fondanti per una storia della letteratura contemporanea. La Goliarda Sapienza, la protofemminista, il santino messo in scena da Valeria Golino, infatti, si scopre con gioia, che ha raccontanto nei particolari, e che particolari, la sua fottutona con Milan Kundera. La chiamiamo “fottutona” per verità letteraria: “Mi ha squartato… aveva un cazzo così…”. La tesi letteraria della Sapienza è che le cecoslovacche sono tutte “giovenche meravigliose”, così uno si immagina queste cecoslovacche, col foulard, alte e chiappone, che camminano a novanta gradi per raccogliere le patate mentre Milan Kundera, non so, nella steppa, le assalta da dietro come uno stallone in un sollevarsi di gonne etniche. “Ma non è colpa sua, poverino, se ha questo difetto fisico”, aggiunge la Sapienza in un accesso di minchiashaming.
Per una storia della Letteratura contemporanea è giusto riportare per esteso le parole della vatessa (non della watussa) Sapienza: “Io difatti poi sono uscita da questa storia, dicendo che fa male alla salute scopare. Una volta un incontro Ku... C'ho un amico che si chiama Cundari, allora faccio sempre l'errore... Kundera. Mi dico, ma fosse mai che una volta non mi va, questa cosa di sesso terribile, con questi poveracci che non sanno fare, che poi sono più imbarazzati della donna. Lo sai, no? Perché poi uno ha dei guai fisici, perché uno pensa, adesso mi do al libero sesso, ma poi qualcuno ha qualche guaio fisico con questo… Con questo, bellissimo, così galante come sono loro, cecoslovacco, pieno di cultura, probabilmente abituato alle loro donne di due metri, forti, sono delle giovenche meravigliose. Mi ha strapazzato... Quelle sono giovenche, hanno a che fare con delle donne enormi, così lui pure è enorme. Insomma, mi ha ridotto... Con una sua donna, andava benissimo, si trovava una bella giovenca, anche enorme. No, ti dico mi ha squartato, dovete stare attenti alle misure, alle misure, ai paesi da dove vengono... No, no, mai più . Aveva delle misure enormi, poverino. Non era colpa sua, amore, aveva un cazzo così, ragazzi come faccio, dove lo contengo.…”. Da oggi in poi, voglio dire, mi piacerebbe raccontare dei rapporti sessuali che mi è capitato di avere con scrittrici, editrici, giornaliste culturali. Vorrei fare le recensioni del pacchio, in maniera da diventare un santino che scandalizza la borghesia (épater la bourgeoisie) anche io. Mi piacerebbe anche trovare nomignoli tipo “giovenche”, non so, “quella idrovora della…”, “quel tunnel autostradale, dovrebbero metterci l’illuminazione e la sosta Sos…”, “ho dovuto mandarle l’ufficiale giudiziario per farmela restituire…”. Perché altrimenti non ci siamo: il minchiashaming e il bullismo magari no. Così, da oggi, MOW inaugura la rubrica: “Come fottono le scrittrici”. E se qualcuna vuole lamentarsi, citofonare Sapienza.
